A Londra quattro giorni di incontri per parlare della situazione lavorativa di giovani, donne e italiani all'estero
Uno sguardo al mondo del lavoro in Europa e a quello degli italiani all’estero. Ma non solo, la condizione di giovani e donnenel mercato del lavoro europeo, le politiche attive del lavoro e la riduzione delle disuguaglianze sociali, le nuove forme della rappresentanza e il rapporto tra lavoro, partecipazione e democrazia. Di tutto questo si parlerà a Londra, dal 6 al 9 ottobre, in una quattro giorni di respiro internazionale promossa dalle Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani). Un’occasione anche per fare il punto sulla presenza delle Acli nel mondo e sulle condizioni dei nostri connazionali all’estero in tempo di crisi.
Si parte giovedì pomeriggio, 6 ottobre, presso l’Ibis London Earls Court Hotel (47, Lillie Road Earl’s Court), con il seminario del Patronato Acli dedicato al tema: “Quale futuro previdenziale per i giovani lavoratori in Europa? Il ruolo del patronato nella previdenza e nell’advocacy in Europa”. Intervengono: Krzysztof Pater, del Comitato economico e sociale europeo (Cese), che presenterà il parere dell’organismo in merito al Libro Verde della Commissione europea sui sistemi pensionistici; Stefano Ricci, della direzione generale delle politiche previdenziali del Ministero del Lavoro; Fabrizio Benvignati, vicepresidente delegato del Patronato Acli.
Venerdì mattina, 7 ottobre, l’Assemblea generale della Fai, la Federazione delle Acli internazionali (Fai), con i presidenti e i rappresentanti delle Acli in Argentina, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo, Olanda e Svizzera.Sarà l’occasione per fare il punto sulla condizione degli italiani all’estero e riflettere sulle questioni in sospeso del rinnovo degli organismi di rappresentanza e della riforma del sistema elettorale deiComites e del Cgie.
Dal pomeriggio di venerdì a domenica 9 ottobre, il seminario internazionale “Work, Partecipation, Democracy (People, Rights, Civil Economy)”. Promosso dalle Acli con il sostegno del Centro europeo per i problemi dei lavoratori (Eza). Finanziato dall’Unione europea, con il patrocinio del Cese.
Tra gli interventi, nell’arco dei tre giorni: Piergiorgio Sciacqua, co-presidente Eza; Gijs Van Houten, responsabile per la ricerca di Eurofound; Martin Oelz, specialista giuridico dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil); Luca Jahier, presidente del terzo gruppo Cese;Conny Reuter, presidente della Social Platform; Bogdan Iuliu Hossu, presidente della Confederazione sindacale nazionale romena “Cartel Alfa”; Alfons Collado, del Movimento europeo dei lavoratori cristiani, già presidente dell’Acciò Catòlica Obrera (Aco); Alison Tate, direttore delle Relazioni esterne della Confederazione internazionale dei sindacati; Giuseppe Porcaro, segretario generale del European Youth Forum; Marco Cilento, consigliere della Confederazione europea dei sindacati; Georg Hupfauer, presidente del Movimento cattolico dei lavoratori tedeschi (Kab).Partecipano il presidente nazionale delle Acli e della Fai, Andrea Olivero, e il vicepresidenteMichele Consiglio, responsabile della “Rete mondiale aclista”. Si terrà infine a Londra, nei giorni del seminario, la seconda tappa del percorso formativo dei Giovani delle Acli, impegnati nello sviluppo dell’associazione giovanile all’estero.
È da qualche anno che il lavoro – in Europa, nel cuore dell'Occidente – è tornato al centro di un dibattito sempre più preoccupato e allarmato. La discussione europea sul "lavoro dignitoso" ha guardato, fino ad un decennio fa, fuori dei propri confini, verso oriente e verso i tanti sud del mondo.Oggi, fenomeni che non è più sperabile considerare recessivi o contingenti, hanno riportato quella discussione nel cuore del vecchio continente, non solo per l'allargamento ad Est dell'Unione e non solo confinandola in alcuni (pochi) Paesi.
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