martedì, agosto 30, 2011

Manovra, pensioni: stangata per medici e militari Persi gli anni riscattati e i soldi versati. rassegna stampa sulle ultime news sulla manovra

Naia e università inutili alla pensione
E su internet esplode la protesta
Su blog e social network l'indignazione dopo la notizia che gli anni del servizio militare e quelli universitari non potranno più essere conteggiati per calcolare l'età pensionabile. Rabbia diffusa. Fra chi accusa il governo di "scaricare il costo della manovra sui più deboli" e chi si domanda: "Che fine faranno quei diciotto milioni spesi per riscattare la mia laurea?"
di CARMINE SAVIANO

ROMA - Un anno di vita militare "buttato al vento". Abbiamo servito la patria e "adesso ci ripagano così". Per il nostro governo "lo studio e l'università sono solo tempo sprecato". E' un gioco di specchi. Non appena si diffonde la notizia che gli anni dell'università e del servizio militare non potranno più essere conteggiati 1per calcolare l'età pensionabile, in rete scatta l'indignazione dei cittadini. In migliaia criticano con durezza l'ultima scelta dell'esecutivo 2guidato da Silvio Berlusconi. "Mi state rubando quattro anni di riscatto di studi universitari e un anno di servizio militare mentre i vostri privilegi restano gli stessi".

"La giustizia di Arcore e di via Bellerio è dunque la seguente - commenta il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il Paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea. Dopo il patto di Arcore, i conti della manovra del governo tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più".

La rabbia è diffusa. Per un governo "che protegge sempre e comunque gli interessi dei più ricchi". Che scarica il "costo della manovra finanziaria sui più deboli, su chi ha fatto enormi sacrifici per studiare e assolvere ai doveri nei confronti del Paese". Facebook e i social network diventano veicolo di una protesta che mette insieme migliaia di cittadini. Nel mirino, finiscono tutti i privilegi non scalfiti dalle misure della manovra di Ferragosto. L'amarezza emerge da numerosi commenti. Tra gli altri: "Vivevo in Inghilterra, dovetti abbandonare tutto per fare il militare e adesso non me lo conteranno nemmeno". E ancora: "Che fine faranno quei diciotto milioni spesi per riscattare la mia laurea?".

Sotto accusa la scarsa lungimiranza del governo, che "compie scelte incredibili solo perché ha negato per tre anni l'esistenza della crisi". C'è chi scrive: "Attaccarsi al riscatto della laurea e del servizio militare, non mi sembrano proprio grandi pensieri... Ma perché non intervenire sui grandi patrimoni?". Non manca chi scatena la polemica politica, puntando il dito contro gli elettori del centrodestra: "Chi devo ringraziare per aver dato il voto a chi oggi vuole togliermi l'anno di servizio militare - oltretutto obbligatorio - ai fini pensionistici?".

E la classe politica diventa destinataria della maggior parte delle critiche. "Perché io devo aspettare sempre di più per andare in pensione e a un parlamentare bastano cinque anni, e anche meno, per poter percepire un vitalizio d'oro?". E poi: "Come al solito loro non pagano: non hanno nemmeno la forza di fare quello che avevano promesso: le province non saranno più abolite". C'è chi entra nel merito della questione, portando alla luce iniquità e ingiustizie: "Faccio presente che il servizio militare fino agli anni 80, durava 18 mesi. Io andrò in pensione un anno e mezzo più tardi dei miei colleghi che non hanno fatto il militare".

C'è chi approfitta per sottolineare l'importanza dello sciopero generale dichiarato dalla Cgil per il 6 settembre. "Tra una settimana tutti in piazza, per difendere tutto quello che ci stanno rubando, giorno dopo giorno". E un duro attacco arriva da Cgil-Medici, che denuncia come l'esclusione degli anni di università dal conteggio dell'anzianità per la pensione "determinerà proprio nei confronti dei medici il maggior taglio che oscilla tra i dieci e i dodici anni, considerando che ai sei anni per la laurea vanno aggiunti dai quattro ai sei anni per la specializzazione". E si annunciano pesanti ripercussioni anche sugli insegnanti: la riforma, infatti, costringerà 350 mila docenti di scuola media e superiore ad andare in pensione a 65 anni, anziché prima.

Manovra, sulle pensioni giro di vite: esclusi dal calcolo riscatto laurea e naja
di Luca Cifoni
ROMA - Alla fine, il capitolo previdenza sarà toccato. Ma non per via diretta, ossia attraverso un cambiamento dei requisiti di età o delle quote che regolano l’accesso ai trattamenti di anzianità. La soluzione uscita dal vertice di Arcore prevede una stretta su una particolare categoria di pensionandi, quelli che intendono lasciare il lavoro con quarant’anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. O meglio, all’interno di questa platea saranno penalizzati coloro che pensavano di sfruttare anche il periodo di servizio militare o gli anni di università a questo scopo riscattati. I relativi contributi infatti non saranno più validi per conseguire il diritto alla pensione.

Il reale impatto di questa decisione, voluta dal ministro Sacconi con l’appoggio sul fronte della Lega di Roberto Maroni, dipenderà naturalmente dalla sua esatta traduzione in norme di legge, che avverrà nelle prossime ore. La platea coinvolta è comunque abbastanza significativa, soprattutto per quanto riguarda la casistica del servizio militare: alcune decine di migliaia di persone l’anno che verrebbero bloccate. Mentre i contributi da riscatto della laurea riguarderebbero circa 10 mila persone. Il risparmio stimato è di 500 milioni per il 2013 e 1 miliardo per l’anno successivo; la stretta dovrebbe comunque entrare in vigore già dal 2012.

Resta però da vedere se le novità si limiteranno, così come si desume dalla lettura del comunicato del governo, alla tipologia dei 40 anni di contributi. In questo caso si realizzerebbe infatti la situazione per cui il periodo di servizio militare o quello universitario avrebbero valore per conseguire la pensione di anzianità (o quella di vecchiaia) ma non per il diritto all’uscita indipendentemente dall’età. Il risultato pratico sarebbe allora di spingere chi andrebbe in pensione prima dei 60 anni, avendo iniziato a lavorare da giovane, ad attendere almeno i 61 attualmente richiesti dal meccanismo delle quote.

Inoltre la garanzia che i periodi in questione rimarranno «comunque utili ai fini del calcolo della pensione» rischia di essere solo teorica, nel caso di un lavoratore che - ricadendo nel sistema di calcolo contributivo - continui a lavorare raggiungendo i 40 anni effettivi e quindi il massimo della pensione: a quel punto ad esempio l’anno di militare non incrementerebbe più il suo assegno.

È poi prevedibile che il mancato utilizzo del periodo universitario risulti indigesto per coloro che hanno già fatto la scelta di riscattarlo, spinti dagli incentivi fiscali, e che facevano affidamento proprio su quegli anni in più per lasciare il lavoro: la novità riguarderà - in qualche modo retroattivamente - anche loro. Si tratta di una tipologia piuttosto diversa da quella militare, se non altro per il fatto che in quest’ultimo caso i contributi figurativi sono versati dallo Stato, mentre il riscatto della laurea è a carico dell’interessato, con importi proporzionali alla retribuzione. Non è un caso che le prime reazioni critiche siano giunte dalla categoria dei medici.

La scelta fatta ieri va nella stessa linea della novità già inserita, tramite il maxi-emendamento, nella precedente manovra di luglio. Nel mirino c’erano infatti sempre i pensionandi con 40 anni di contributi, ai quali è stato imposto di aspettare un po’ di più rispetto alla scadenza della cosiddetta finestra mobile (un anno per i dipendenti, un anno mezzo per gli autonomi): precisamente la loro attesa si allungherà di un mese nel 2012, due nel 2013 e 3 a partire dal 2014. L’idea insomma è impedire o comunque limitare l’accesso alla pensione prima dei 60 anni di età, anche a chi può vantare carriere lavorative molto lunghe.

Non entreranno invece nelle correzioni al decreto né la revisione delle quote per l’anzianità, né una nuova accelerazione sull’età delle vecchiaia delle donne. E nemmeno la riedizione del cosiddetto bonus Maroni (esenzione dal versamento dei contributi in cambio della permanenza al lavoro) già sperimentato dal 2004 al 2007.
Pensioni, enti locali e fisco:

ecco le novità della manovra

http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/417392/

Via la supertassa, Iva bloccata

STRETTA SULLE PENSIONI Non potranno più essere riscattati gli anni di università e del servizio militareTONIA MASTROBUONIDall’interminabile vertice di Arcore è emersa ieri una piccola rivoluzione sul fronte delle pensioni che, di fatto, manda quasi in soffitta quelle di anzianità. Quelle, cioè, cui si ha diritto indipendentemente dall’età anagrafica dopo un tot di anni di lavoro. E che consentono a chi ha cominciato a lavorare molto presto di ritirarsi dal lavoro altrettanto precocemente.


Il comunicato diffuso al termine del vertice spiega che il decreto di correzione dei conti che continua oggi il suo iter al Senato introdurrà una norma, suggerita dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che cancellerà la possibilità di allungare gli anni di lavoro riscattando quelli passati all’università o a fare il servizio militare o civile, ai fini del calcolo della pensione. Se, per esempio, una persona ha lavorato per 37 anni e ha riscattato i 3 anni passati a studiare, finora può andare in pensione perché totalizza 40 anni. Con la norma messa a punto ieri dalla maggioranza non sarà più possibile: dovrà aspettare fino al raggiungimento di 40 anni effettivi passati a lavorare, altri tre anni.


Naturalmente, i tre anni riscattati vengono calcolati comunque, ai fini della pensione. Dunque non spariscono dal computo dell’assegno previdenziale. Ed è facile, allora, dedurre sin d’ora che la norma colpirà molto più chi andrà in pensione con il vecchio sistema pensionistico retributivo - quello in vigore dagli anni '70 alla riforma Dini del 1995. Il motivo è semplice: con quel sistema si va in pensione con un assegno calcolato solo sugli ultimi stipendi. Due, quattro o sei anni in più di contributi riscattati dall’università non cambiano nulla, ai fini del cosiddetto “tasso di sostituzione”. Per quella platea il vantaggio di raggiungere la soglia dei 40 anni è solo anagrafica, non economica, è il privilegio di andare in pensione prima dei 60, in moltissimi casi. D’ora in poi sarà molto più difficile.


Invece, per chi è andato e andrà in pensione con il nuovo sistema post-Dini, il sistema contributivo, la pensione viene calcolata in base ai contributi di tutta la carriera lavorativa. Quegli anni in più riscattati dagli studi contano, eccome, per calcolare l’assegno previdenziale. Giuliano Cazzola, parlamentare Pdl e esperto di previdenza, precisa che «con questa correzione non si pregiudicano i diritti dei lavoratori che hanno riscattato la laurea o fatto il servizio militare in quanto questi periodi restano validi anche ai fini del requisito contributivo per il pensionamento di anzianità ordinario (35 anni di contributi oltre al requisito anagrafico) e per la pensione di vecchiaia».


In sostanza, il provvedimento garantirà, come recita il comunicato diffuso al termine del vertice di Arcore, il «mantenimento dell’attuale regime previdenziale già previsto per coloro che abbiano già maturato quarant’anni di contributi con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione».


La novità, secondo un’autorevole fonte governativa porterà un beneficio alle casse dello Stato «nullo nel primo anno, per poi salire a mezzo miliardo nel 2013 e un miliardo nel 2014 e aumentare anche successivamente». E il senso è proprio quello «di evitare che troppi italiani vadano in pensione troppo presto». Sono 80mila i pensionandi ogni anno che hanno riscattato i contributi militari mentre circa 10-11 mila sono i lavoratori che hanno recuperato gli anni per ottenere la laurea. Tra i circa 134mila lavoratori Inps che nel 2010 sono andati in pensione grazie all’anzianità, l’età media era ancora di 58,3 anni. La maggior parte è uscita dunque con 40 anni di contributi e presumibilmente ha cominciato a lavorare molto presto riscattando anche gli anni del militare e dell’università.


L’economista Elsa Fornero, tra le maggiori esperte di previdenza in Italia, parla di una norma «meschina e estemporanea» che introduce un principio di «penalizzazione nei confronti degli uomini» per il riferimento alla leva militare. «È un’ulteriore occasione mancata per una riforma, quello del contributivo pro rata per tutti, davvero equa», ha concluso.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

e' una vergogna,ho fatto il militare lasciando a casa mia madre con una pensione minima e perdendo una opportunita' di lavoro, in piu' con due fratelli che avevano gia' fatto la leva,adesso mi chiedono nel giro di poco tempo una finestra di un anno e 15 mesi di militare con un ictus avutoda poco tempo, spero tanto che ci ripensino xche' per me hannoo finito di governare, meglio che lo stato vada in malora una volta per tutte e poi pagheremo tutti,

Anonimo ha detto...

la destra o la sinistra poco inporta quando anno bisogno di soldi sonno dove prenderli x pagare i loro vizietti con modelle sotto i 17 anni (vedi quel cornuto di berlusconi ) io lo farei lavorare 41 anni a catena e quando sei pronto per andar via zac un anno in +

Anonimo ha detto...

Ma perchè non scendiamo tutti in piazza e la facciamo finita con questa banda "Bassotti". Ora hanno proprio rotto se la sono mangiata la nostra bella Italia, mentre a noi ci oppiano con il calcio, il grande fratello, amici e tante altre stronzate televisive. Vi rendete conto che i nostri figli subiscono tutto questo senza saper fare un discorso culturale valido. E che dire poi della scuola .. ormai ridotta una vera schifezza.

Anonimo ha detto...

Ringraziamo anche CISL e UIL che, consultate dal ministro Sacconi, ... non hanno trovato motivo di opporsi!
Tutti in piazza il 6 settembre (fosse per me anche il 7 e l'8 e il 9 e ...)

Anonimo ha detto...

Ho fatto il militare, mi sono laureato in ingegneria in tempo utile (5 anni)negli anni 80, ho riscattato con grande sacrificio gli anni di laurea , pur avendo il papa' con una invaldidita' pari all'80%, ho votato PDL ..... quanti errori... E' una vergogna , non votero' mai piu' PDL , sono dei ciarlatani, occorre mandarli tutti a casa senza prebende alcune. Auspico che il dibattito parlamentare porti a dei correttivi significativi... spero

Francesco Zaffuto ha detto...

L’aver studiato e l’avere servito “questa Repubblica” non vale una cicca in termini di TEMPO. Si tratta di un tempo fuori dal tempo.

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI E BOSSI DEVO ANDARE A CASA SONO UNA MASSA DI PORCI.HO FATTO IL MILITARE PER PAGARE QUI PORCI.IO SPERO SOLO CHE IL PIGLIANO UN INFARTO A TUTTI QUEI PORCI.

Anonimo ha detto...

E' una vergogna, per chi ha fatto due anni di militare obbligatorio (marina) ed ha riscattato 5 anni di università alla modica cifra di 25.000,00 Euro per ogni ano = 125.000,00 Euro. Adesso gli viene comunicato che quei (5+2) sette anni non valgono più!!! ma guarda caso li avevamo riscattati proprio perché valevano ai fini del raggiungimento delle pensione di anzianità, altrienti con la stessa cifra avremmo potuto comprare un appartamentino ed affittarlo!.

Se ci fate caso, i redditi alti, pere i quali era prevista la tassa patrimoniale (sopra 90.000 e 150.000 Euro) adesso non vengono più toccati! la classe sociale che possiede alti redditi é stata sollevata dal dover pagare il proprio contributo ed i poveri lavoratori che avrebbero percepito una pensione mensile di 1500,00 Euro si vedono cambiare le regole del contratto sotto il naso e cancellare i criteri per i quali l'avevano sottoscritto, ovvero per il raggiungimento della pensione di anzianità. E' veramente una vergogna per la quale non trovo parole!

E' come se tu avessi acquistato una casa per poterla abitare (sobbarcandoti un mutuo oneroso) e dopo aver firmato il roggito ti dicessero che potrai occuparla solo tra 7 anni! e che per i prossimi sette anni dovrai continuare a pagare l'affitto ed il mutuo!!

In compenso i calciatori sono salvi!...

Questa norma é inoltre iniqua perché discrimina chi ha fatto il militare da chi non lo ha fatto (Uomini e donne) e discrima ancora chi lo ha fatto poiché era obbligato da chi (con l'attuale legge) può esimersi dal farlo.

Ulteriormente discrimina chi essendo soggetto al calcolo della pensione con il metoro retributivo, vedrà andare in fumo i quattrini del riscatto di laure senza averne alcun beneficio e chi essendo soggetto al calcolo contributivo ne avrà comunque un beneficio per il calcolo dell'assegno mensile.

La norma prevede inoltre una serie di paradossi applicativi sui quali non mi dilungo per brevità.

Infine questa norma, che mi auguro non venga approvata, ha tutti i criteri di incostituzionalità possibili, infatti contravviene alla principale delle norme costituzionali che prevede che i cittadini siano tutti uguali difronte alla legge.

Anonimo ha detto...

Trovo scandaloso equiparare il militare con la laurea!!! Ma siamo pazzi?!!? Ho perso un anno di vita a fare il pagliaccio per servire la patria, ho perso un anno di reddito a fare il barista al circolo ufficiali mentre potevo lavorare seriamente, ho speso soldi, tanti soldi per viaggiare, mangiare (chi l'ha fatto lo sa) ed ora mi levano sti contributi?!
Mi ci hanno obbligato a farlo il militare ma siamo proprio fuori!?!

E la Lega che fa dorme?!? Padani incazzatevi per pietà mandate a casa quel vecchio sporcaccione che non ne posso più voglio andare via dall'Italia!!! INFAMI!

Anonimo ha detto...

Penso sia arrivato il momento di farla finita.......

Anonimo ha detto...

Queste notizie false dovreste toglierle per correttezza o no !!!