dialoghi con la città.
L'artista israeliana: "Sogno da sempre di esibirmi nello splendido teatro napoletano San Carlo, per me è e resta il vero tempio della musica"
di CARLO FRANCO da La Repubblica Napoli. (clicca il titolo)QUANDO Noa intona “Santa Lucia luntana”, l’inno dell’emigrante che tocca le corde della sua sensibilità, il pubblico che gremisce la Galleria Umberto esplode in una standing ovation. E lo stesso fragoroso applauso scandisce, subito dopo, i versi de “La vita è bella” di Nicola Piovani. Via Toledo ha vissuto un pomeriggio da ricordare e la star israeliana si è commossa: «Amo Napoli e sogno da sempre di cantare al San Carlo, è il tempio della musica. Il cardinale Sepe, che tanto può, mi aiuti a realizzare questo sogno».
Crescenzio Sepe sorride, ma risponde alla fine dell’incontro dicendo che patrocinerà l’iniziativa dalla quale si augura che possa venir fuori un cd di pezzi napoletani interpretati dalla grande cantante. Noa non sta nei panni e promette che tornerà appena possibile a Napoli. Anche se non potrà partecipare alla celebrazione del “giubileo” che si terrà il 16 dicembre e ospiterà un appello per il risveglio della città.
Dopo Luca De Filippo e Paolo Macry e dopo Oscar Luigi Scalfaro, protagoniste del terzo “dialogo con la città” ( “La bellezza ci salverà”) in preparazione dell’avvento sono due donne importanti: Noa e Lida Viganoni, rettore dell’Orientale. Una bella serata vissuta nell’atmosfera insolita ma calda e coinvolgente della Galleria Umberto. Il pubblico gradisce e ascolta con attenzione il monito severo del cardinale che esordisce leggendo una citazione da “L’idiota” di Dostoevskij nella quale si afferma, appunto, che la bellezza porterà la pace al mondo. Smaltita la sorpresa per la perfetta pronuncia russa di Crescenzio Sepe - «Mir spaset krasotà», questa la frase - il dialogo è molto interessante.
Il cardinale ancora una volta si fa portavoce dell’insoddisfazione dei cittadini per l’indifferenza nella quale affonda la città e per esprimere la più severa condanna dell’inerzia della classe dirigente ha citato il brano del Vangelo che suona così: «Se non siamo fedeli nel prenderci cura della bellezza effimera, come ci potrà essere affidata quella vera»? Di qui la denuncia: «Napoli è matrigna nei confronti della bellezza e ignora che solo custodendo i suoi valori più alti potrà opporsi efficacemente al degrado. La nostra terra non ha nulla da invidiare ad altri luoghi ed i grandi spiriti che l’hanno conosciuta hanno lasciato una traccia affascinati dalla sua bellezza». L’elenco delle citazioni è lungo: «Pensiamo - ha detto Sepe - a quanto hanno fatto i greci, i romani, gli angioini, Caravaggio, Wagner e Leopardi e mi fermo qui ma l’elenco potrebbe continuare». Basta con lo sperpero irragionevole delle risorse, quindi: «Uniamoci per dire no a chi vuol farci affondare nelle brutture di un ambiente deturpato e massacrato».
Bellissima la chiusura. Noa canta l’Ave Maria in inglese e manda in delirio gli spettatori intonando “Je te vurria vasà».
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