(ASCA) - Roma, 20 lug - ''Risultato prevedibile di una politica fallimentare''. E' il commento delle Acli, associazioni cristiane dei lavoratori italiani ai dati diffusi oggi dal rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno, che fotografano ''una realta' preoccupante di arretramento economico e sociale''.
''Un Paese in cui la spesa pro capite al Sud e' inferiore a quella del Centro-Nord - spiega Gianluca Budano, responsabile delle Acli per il Mezzogiorno - in cui i fondi destinati allo sviluppo del Meridione vengono sottratti per destinarli in gran misura alla tragedia dell'Aquila (come se si trattasse di un fatto locale, alla faccia del principio di solidarieta' nazionale); in cui i programmi per l'utilizzo dei fondi europei (Por) hanno prodotto piu' problemi che benefici (si confronti il costo delle rendicontazioni obbligatorie e quello piu' utile dei monitoraggi sui risultati realmente raggiunti) non poteva che produrre i risultati che emergono nel rapporto. Senza dimenticare il fenomeno dell'emigrazione di cervelli da nord a sud, che aggiunge al danno di aver perso le migliori teste, la beffa di averle formate con le risorse economiche delle famiglie meridionali''.
Le Acli indicano due priorita' concrete d'azione, le infrastrutture e le risorse umane.
''Bisogna assolutamente colmare il divario infrastrutturale - prosegue Budano - cominciando col mettere fine, ad esempio, ai lavori dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, lo scandalo simbolo del disinteresse delle istituzioni verso il bene comune''.
''Cosi' come e' necessario - conclude - un intervento serio e consistente per rilanciare la formazione professionale al Sud, quale leva di sviluppo dei territori in difficolta'. Ma una formazione nuova, legata alle esigenze delle persone e alle opportunita' del mercato, non semplicemente orientata ad accaparrare risorse in maniera indiscriminata, con la corresponsabilita' dei Governi nazionali e regionali del passato e attuali''.
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