Signor Presidente, governare significa fare delle scelte e assumersene le responsabilità. E quanto più stretti sono i margini entro cui un' Amministrazione deve muoversi, tanto più le sue scelte diventano significative. Ho grande rispetto per la carica istituzionale che Lei ricopre e so quanto sia complicata l'azione di governo che ora è chiamato a svolgere. Astenendomi dall’ esprimere giudizi sul suo operato in questi primi mesi, ci tengo invece a sottolineare che il giudizio politico sull'attività del precedente governo regionale è stato espresso dagli elettori mentre il controllo sulla correttezza dei suoi atti compete alla magistratura contabile, amministrativa e ordinaria, e non certamente a Lei o a chi oggi ricopre incarichi nel suo governo. Se così fosse, nel naturale avvicendamento tra amministrazioni e governi di segno differente le istituzioni diventerebbero come la tela di Penelope: ciascun governo sarebbe impegnato nello smantellare quanto fatto dai precedenti, arrecando gravi disagi alla comunità, mettendo a rischio la coesione sociale e generando una quadro di incertezza piuttosto che quella stabilità, da tutti invocata. Non è sufficiente il rispetto del Patto di Stabilità, non troveremo mai la strada per una Campania migliore se all’interno dei nostri bilanci, non teniamo conto della salute delle famiglie, delle risorse necessarie per la cura dei non autosufficienti, della spesa per i servizi socio educativi per i nostri bambini. Il Patto di stabilità, sig. Presidente, non può diventare un alibi per far pagare ai cittadini più deboli il prezzo di una propaganda elettorale che ha ormai fatto il suo tempo. La comunità cresce solo se vengono garantiti i diritti. Il blocco degli stipendi dei lavoratori dell'Asl Napoli 1, quello dei forestali, hanno già creato tante tensioni e disagi altrettanto pesanti saranno gli effetti di quanto da qui a poco accadrà nei nostri territori in relazione, al trasporto pubblico locale e ai fondi per servizi sociali e socio-sanitari che saranno molto presto interrotti se proseguirà il ritardo nel trasferimento delle risorse dovute ai Comuni. Cosa intende fare il governo regionale per non arrecare danni irreparabili alla comunità? Quanto intende essere autonomo nelle sue scelte dalla politica economica della Lega che sta penalizzando fortemente il sud, dando un contributo determinante a far crescere nel paese un sentimento antimeridionale. Mi auguro che la vicenda dei trasferimenti ai Comuni delle risorse statali per le politiche sociali non diventi oggetto di scontro elettorale, in vista della futura tornata amministrativa, tra enti di diverso colore politico. La politica dia l'esempio di come si può cooperare per il benessere dell' intera collettività. La crisi che attraversa il paese determina la crescita del disagio sociale nel nostro territorio emerge la necessità che ad esso si continui a rispondere con un welfare fatto di servizi capaci di prevenire la cronicizzazione del disagio. La lotta all’esclusione sociale è una questione che non può e non deve appartenere semplicemente alla sfera dell'assistenza, ma deve essere inserita nelle politiche di crescita e sviluppo. Mi stupisce, quindi, che lei abbia voluto rinominare l'Assessorato regionale che si occupa di tali questioni sostituendo con il termine “Assistenza” la parola “Inclusione”. Il rispetto del Patto di Stabilità non è sufficiente a garantire e misurare il livello di civiltà di una Regione non può e non deve essere il paravento dietro il quale nascondere mancate scelte di merito, preferendo i tagli indiscriminati. Su questo punto bisogna fare una scelta: le politiche sociali vanno tenute fuori dagli scontri politici. Il Governo della Regione Campania guardi ad esse come a un campo neutro e le consideri irrinunciabili per lo sviluppo della comunità. Non si compiano scelte unilaterali, ma ci si confronti con i livelli istituzionali che quotidianamente si prendono cura del disagio. Si sblocchino le risorse, si convochi un tavolo anticrisi con i Comuni per compiere le scelte prioritarie per programmare crescita e inclusione sociale, in un'ottica di assunzione comune delle responsabilità. Se questo sarà il terreno di lavoro sono pronto a collaborare nell’interesse dei Cittadini. Se invece l’idea è quella di usare la funzione di governo regionale come una clava, per fare da ripetitore delle politiche economiche della Lega, allora sappia sig. Presidente che difenderemo la nostra Comunità.”Sono venuto a parlarvi col fucile del combattente per la libertà in mano e il ramoscello d’olivo nell’altra, non fate cadere il ramoscello d’olivo dalla mia mano …”Y.A..
Giulio Riccio Assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli.
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