I fedeli: "Paga la sua visibilità"
Ma la Curia chiede chiarezza
NAPOLI
Oggi è Napoli che consola il suo cardinale. Come sempre colorita, il "cuore" tra le mani, mette in scena addirittura la benedizione del cielo, e saluta Crescenzio Sepe con un volo di colombe. Il simbolo della pace e dello Spirito Santo esce da una scatola di cartone, mentre il presule entra in auto, inseguito dalla stampa, alla fine della prima messa celebrata dopo la notizia di un avviso di garanzia per corruzione.
L’omelia di una domenica difficilissima coincide con la prima visita pastorale a Sant’Onofrio dei Vecchi: la chiesa è gremita. Alla fine, i fedeli applaudono e fanno festa. Qualcosa è cambiato. Sfumature che saltano all’occhio, per chi conosce il piglio baldanzoso di Crescenzio Sepe: il tono è pacato, è più dimesso il cardinale. Sorride molto, però, e affronta con fiducia il bagno di folla, lungo la navata.
«La Madonna vi accompagni», ha detto all’assemblea, chiudendo la celebrazione: in italiano e non in dialetto, come ha abituato i fedeli fin dal suo arrivo a Napoli e come salutò persino papa Ratzinger nella sua visita in città. Un’anziana riprende all’uscita il motto originale: «A Maronna t’accumpagni, cardinà...». È nella mente di tutti, e qualcuno proprio lo dice: «Ne tieni bisogno...».
I napoletani rispettano comunque il vescovo. Lo spiegano: quello che può avere fatto l’uomo è «un’altra cosa».A Maronna t’accumpagni Continuano a trattarlo come un santo. «Se lo fanno papa, possiamo dire di averlo visto...», dice soddisfatta una donna ad una ragazza. Gli chiedono di benedire i malati. «Dite una parola al bambino, sta male», gli fa una signora, tirandolo dalla sua parte. Un’altra attende in sedia a rotelle, per un segno della croce sulla fronte. Gli baciano la mano. Si spingono alla pacca sulla spalla. Un giovane con la faccia sorridente gli fa l’occhiolino.
In sagrestia, subito dopo, Sepe taglia la torta. Si sparano - ogni botto fa socchiudere gli occhi pure a lui - coriandoli che restano appesi fra i capelli come a Carnevale. Il cardinale asseconda il sentimento dei fedeli, contenendo l’imbarazzo, mentre para i molti tentativi della stampa. La festa, insomma, lo difende.
Sepe è indagato per corruzione, lo sapete? «È il nostro vescovo e siamo contenti che sia qui», dice una ragazza. «Non mi fido della stampa e della magistratura - sostiene un ingegnere - le anticipazioni dei media sulle inchieste sono il vero problema. Tutto ingigantito...». «È troppo in vista, è sotto tiro. Paga la visibilità», secondo una donna anziana.
Napoli crede, fra l’altro, nelle qualità umane del suo cardinale: «Io credo che sia buono - spiega Anna - quando mi avvicino e lo tocco, lo sento. Lo vedo sincero. Si scoprirà che non ha fatto niente». «Non ci credo, sa perchè? - è la risposta di Antonio - Ho visto in tv che dà in beneficenza alla gente tutti i regali che gli fanno». L’asta natalizia, alla gente, è arrivata. Padre Emanuele, il parroco, spiega il rispetto dei fedeli dal punto di vista dottrinale: «I padri della Chiesa dicono che il vescovo è "ipse Christus". Per questo la gente è venuta stamattina, pur sapendo. Siamo educati a vedere il vescovo, non l’uomo. Il resto non ci riguarda». «Io l’aspetto la verità», ha concluso invece don Mariano Imperato, della Comunità di Sant’Egidio. È uno dei gruppi fra i più vicini a questo Pastore. Spiegano che Sepe ha rianimato la chiesa napoletana. Oggi la risposta è: «Aspettiamo, e vediamo...».
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