venerdì, settembre 18, 2009

Il Comune "sfida" la Lega: servizi sociali per tutti gli stranieri. Anche clandestini

DIRITTO ALLO STUDIO E ALLE CURE SANITARIE PER GLI STRANIERI

Delibera della giunta Iervolino: previsto anche un contributo all'affitto per gli immigrati irregolari

Extracomunitari a Napoli

Extracomunitari a Napoli

NAPOLI - Il Comune di Napoli «sfida» la Lega, o meglio le norme sulla sicurezza volute fortemente dal Carroccio, che affibbiano la condizione di «fuorilegge» ai clandestini. Naturalmente una delibera comunale non può contrapporsi a una normativa dello Stato. Perciò, in punta di diritto, la giunta di palazzo San Giacomo ha varato alcune misure a favore di stranieri comunitari ed extracomunitari (la dotazione per la messa in opera è di circa 3 milioni di euro complessivi).

LE MISURE - In particolare: contributo all'affitto per gli irregolari - che sono i migranti che per qualunque ragione hanno perso il permesso di soggiorno -, e poi, per tutti, irregolari e clandestini, azioni dirette all'inclusione sociale, all'accesso ai servizi sanitari e all'istruzione. Accesso garantito attraverso la consegna della tessera Stp, «straniero temporaneamente presente». Quindi, anche al bambino di una coppia residente, ad esempio, in via dell'Avvenire a Pianura, dove folta è la comunità africana, viene garantito il diritto di frequentare la scuola.

CABINA DI REGIA - La delibera, nello specifico, prescrive l'istituzione di una conferenza di servizi composta da Asl, Provveditorato e Prefettura che sovrintende e dirige l'elargizione dei servizi agli immigrati.

L'ASSESSORE RICCIO: NEL SEGNO DELL'INCLUSIONE - In un'ottica strettamente politica, il provvedimento viaggia in maniera «evidentemente contrapposta» a quanto fissato nel pacchetto sicurezza. L'assessore comunale alle politiche sociali Giulio Riccio, infatti, dice alCorriere: «Contrariamente a quanto fa il governo di centrodestra, proviamo a creare le condizioni affinchè i migranti abbiano meno paura. E, cosa non secondaria, che ad avere meno paura siano anche gli italiani. Nell’integrazione ne guadagna sia la comunità ospite che quella ospitante».

Alessandro Chetta

1 commento:

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)