A Napoli le ACLI con il Patronato Acli e le Acli Colf stanno illustrando alle famiglie e alle lavoratrici tutte le procedure per la regolarizzazione e l'emersione dal lavoro nero.
Già in agosto si sta lavorando per evitare lunghe file e rendere esigibili i diritti delle persone coinvolte.
Restano preoccupazioni e disagi che potremo affrontare insieme con consapevolezza e impegno.
Per regolarizzare colf e badanti in nero basterà compilare un semplice modulo, che si potrà scaricare dal sito del Viminale. Ecco come funziona la procedura. La procedura informatica è stata illustrata, ieri al Viminale, alle associazioni e ai patronati interessati. Nella riunione, secondo Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico aderente a Confedilizia), sono stati approfonditi e risolti alcuni problemi sorti. E la procedura viene definita «semplice e veloce» da un altro partecipante all'incontro, Pino Gulia del Patronato Acli. Per raggiungere lo scopo bisogna seguire tre passi: pagare l'una tantum di 500 euro, compilare la domanda di emersione online e infine recarsi alla convocazione allo Sportello Unico per l'Immigrazione. A chi si rivolge. I datori di lavoro che al 30 giugno 2009 hanno impiegato irregolarmente da almeno 3 mesi lavoratori italiani, comunitari o extracomunitari potranno avvalersi della procedura online. E' possibile la domanda per lavoratori impiegati di un unico datore che svolgano orari di lavoro settimanali non inferiori alle 20 ore. Possono essere regolarizzati anche stranieri colpiti da provvedimento di espulsione dovuto a violazione sulle norme di soggiorno ma non nel caso di violazioni dell'ordine pubblico. Primo passo: pagare il 500 euro. Per accedere alla procedura di emersione bisognerà prima effettuare un'atra operazione: il pagamento del contributo di 500 euro per ciascun lavoratore, possibile già dal 21 agosto scorso, utilizzando il modello F24 "Versamenti con elementi identificativi" scaricabile dal sito. Il modello può essere utilizzato anche per regolarizzare la posizione di più lavoratori (per ogni individuo va compilata una riga della domanda). Il contributo copre il periodo dal 1° aprile al 30 giugno 2009. Se il lavoratore è stato assunto prima il datore di lavoro sarà invitato dall'Inps a compilare il modello LD15-ter. Si indicano i codici fiscali del datore di lavoro e del lavoratore (in difetto, il numero del documento di identità), il numero di passaporto. Secondo passo: la procedura di emersione del lavoro. Sarà attiva sul sito del ministero degli Interni dal 1° al 30 settembre dove si potrà trovare l'apposito modulo. Importante sottolineare che in questo caso, diversamente dal decreto flussi, non c'è un numero massimo di domande e c'è tutto il mese per presentare la domanda. Una volta inviata via mail la domanda, il datore di lavoro riceverà, sempre per posta elettronica la conferma dell'acquisizione del documento da parte del Viminale. Entro 72 ore, poi, arriverà (sempre via mail) la ricevuta con i dati del datore di lavoro e del lavoratore, che dovranno ovviamente combaciare con quelli del modulo F24. Una copia di questa ricevuta va data al lavoratore: insieme al suo documento di identità, infatti, servirà a dimostrare, a un eventuale controllo, che la persona è in attesa di regolarizzazione. Il modulo di emersione rappresenta una autocertificazione di quanto dichiarato. Il fac simile del documento. Il terzo passo. E' la convocazione delle parti dal primo ottobre presso lo Sportello Unico Immigrazioneper portare tutta la documentazione necessaria. Bisogna ricordarsi di portare una marca da bollo di 14,62 euro. Lì verrà verificata la regolarità della domanda e stipulato il contratto di soggiorno. Entro 24 ore il datore di lavoro dovrà comunicare all'Inps l'avvenuta regolarizzazione per consentire l'iscrizione e ottenere i bollettini. Allo sportello postale, poi, il lavoratore potrà avere il permesso di soggiorno. Tutte le informazioni si trovano sul sito del Viminale. |
1 commento:
quello che stavo cercando, grazie
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