martedì, gennaio 06, 2009

«Chiuso per camorra», via da Portici i titolari del ristorante Ciro a Mare. Il comune istituisce il fondo antiracket


PORTICI (6 gennaio) - «Chiuso per camorra». Così si legge sul cartello esposto, nel pomeriggio, all'ingresso del ristorante «Ciro a Mare» a Portici (Napoli) danneggiato nella notte tra sabato e domenica da un incendio doloso. A quanto si è appreso, i titolari da domani mattina non apriranno più il locale e lasceranno la città di Portici, stanchi dell'ennesimo attentato. I titolari hanno affidato ad un procuratore la gestione dei loro affari ma non hanno intenzione di riaprire nè di investire sul territorio.

Attraverso un legale, la famiglia Rossi fanno sapere che «hanno anche deciso di lasciare la città e verificare la possibilità di aviare altrove una nuova attività, in una zona dove, comunque, si presentno condizioni ambientali migliori per la prosecuzione dell'attività imprenditoriale. Ringraziano altresì quanti hanno offerto solidarietà ed aiuti economici, ma al momento hanno dichiarato di non sentrsi in grado, d'accodo con le rispettive famiglie, di ritornare al lavoro a Portici».



PORTICI (6 gennaio) - Un fondo destinato a imprenditori e commercianti che, con la denuncia, contribuiscono all'arresto e alla condanna degli estorsori e che subiscono ritorsioni e danneggiamenti alle loro attività. È stato istituito dal Comune di Portici (Napoli), dove il sindaco Vincenzo Cuomo è sceso in campo a seguito dell'attentato doloso che, nella notte tra sabato e domenica scorsa, ha mandato in fiamme il ristorante «Ciro a mare», uno dei più noti in città. «Verrà costituito nel bilancio 2009 - dice Cuomo- un fondo destinato a chi denuncia il racket, contribuisce all'arresto degli estorsori e subisce le conseguenze di tale atto di coraggio e coscienza civile. Un contributo straordinario una tantum verrà erogato dall'amministrazione comunale per far fronte alle prime spese necessarie per riprendere o proseguire l'attività». Il fondo è stato chiamato dal sindaco «Pronto Soccorso Antiracket»: «È un segnale forte - conclude - che vogliamo lanciare alle forze imprenditoriali della città: chi denuncia non viene lasciato solo».

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