martedì, gennaio 06, 2009

Bonus famiglia, sale fino a 35.000 euro il reddito per chi ha figli: le nuove fasce.

Bonus famiglia, sale fino a 35.000 euro il reddito per chi ha figli: le nuove fasce
Penalizzati pensionati e coppie senza bebé. Da domani emendamenti alla Camera.

Martina Aureli da Il Salvagente

Bonus famiglia: i Re Magi in arrivo per l'Epifania stanno per portare le modifiche di cui si parla da giorni. Particolare attenzione è stata posta, dagli emendamenti in discussione alla commissione Bilancio della Camera, sulla situazione delle famiglie numerose, mentre verrebbero penalizzati i single e le coppie senza figli. Secondo le nuove ipotesi, dovrebbe arrivare fino a 35.000 euro di reddito familiare la soglia del bonus previsto dal decreto anti-crisi per famiglie con figli. Mentre a 9.000 e 12.000 euro l'importo massimo per quelle con uno o due componenti. Domani, subito dopo la Befana, il provvedimento riprende il suo iter presso le commissioni Finanze e Bilancio della Camera, e già dal giorno dopo, con riunioni in notturna, si passerà alle votazioni sugli emendamenti. ”Abbiamo identificato i punti su cui intervenire - ha dichiarato uno dei due relatori di maggioranza, Maurizio Bernardo - e stiamo attendendo le valutazioni dei tecnici del governo”. .

La rimodulazione per il bonus familiare
La maggioranza vuole approvare un emendamento proposto da Alessandro Pagano (Pdl) che rimodula le sei soglie di accesso al bonus già previste: “L'importo complessivo della manovra non cambia - chiarisce Pagano - ma spostiamo gli interventi in favore delle famiglie con figli, convinti che bisogna guardare al futuro, invece che sulle famiglie con un solo componente».
Per le famiglie di single (questa era la fascia riservata ai pensionati soli) la soglia per accedere al bonus dovrebbe scendere da 15.000 a 9.000 euro e per le famiglie con due componenti da 17.000 a 12.000 euro, mentre dovrebbe salire quella per chi ha un figlio (da 17.000 a 20.000 euro), per chi ha 2 figli (da 20.000 a 25.000 euro), per chi ne ha tre e oltre (da 20.000 a 35.000 euro) o per chi ha a carico un parente disabile (da 22.000 a 45.000 euro). Nelle fasce precedentemente delineate, infatti, era impossibile per un gran numero di famiglie accedere al bonus, perché sono del tutto irrealistici i “paletti” fissati dal decreto anti-crisi.

Inca Cgil: ben fatto per le famiglie numerose
Luigina De Santis, del collegio di presidenza Inca Cgil, è ancora in ferie quando la raggiungiamo al telefono per chiederle cosa ne pensa della rimodulazione delle fasce annunciata per il Bonus famiglia. “Non sono ancora riuscita a vedere nessun testo ufficiale, ma per le famiglie numerose il cambiamento sarebbe senz’altro un miglioramento atteso. Certo i 3.000 euro in più per i nuclei con un bambino, o i 5.000 per le coppie con due figli, non sono una grande cifra, ma se i finanziamenti sul piatto sono quelli che sono, probabilmente non si poteva fare meglio”.

Ma chi ripagherà le speranze dei pensionati?
E la diminuzione, sull’altro piatto della bilancia, per i limiti di reddito di pensionati soli e famiglie senza figli? “Non ne sapevo nulla”, è la sbigottita risposta della sindacalista. Che non ci riesce proprio, a nascondere tutta la sua perplessità: “Ma che fine faranno i pensionati che hanno già fatto la domanda? Chi glielo dice, che le loro speranza di mettersi in tasca quei soldi non ha più alcun valore? Chi li ripagherà del tempo speso per capire la procedura, iniziare la pratica? Gli si dirà, mi spiace, abbiamo cambiato idea? La vostra pensione da 15.000 euro è troppo alta, non rientrate più”?
Passano pochi secondi, il tempo di digerire la notizia, e Luigina De Santis riprende fiato, motivando tutto il suo sbigottimento: “Questi sono aggiustamenti da apprendista stregone. Il compito del legislatore è quello di valutare gli effetti di un provvedimento prima di renderlo operativo. Dovevano fare i conti prima, oppure non fissare i limiti della domanda. Invece hanno voluto fare tutto di fretta, hanno fissato la scadenza per la richiesta al 31 gennaio, prima di ratificare il decreto in legge. E i nostri uffici, soprattutto nel Meridione, hanno lavorato a pieno ritmo, anche il 30 e il 31 dicembre, per mandare domande all’Inps e chiarire le procedure a tutti i pensionati che ci credevano, all’arrivo di quei soldi”.

Un aiuto anche per gli inquilini?
Sempre secondo il numero del quotidiano romano oggi in edicola vi sarebbero altre novità in arrivo dalla commissione Bilancio: sugli inquilini a baso reddito potrebbero essere dirottate, infatti, le risorse - circa 200/250 milioni di uero - attualmente previsti dal provvedimento che mette una soglia per i mutui variabili. Infatti il sostanzioso calo dell’Euribor è ben al di sotto della soglia del 4% prevista inizialmente dal decreto e, oltretutto, la decisione a favore dei tassi variabili rischia di aprire un contenzioso difficile da risolvere con chi ha scelto i mutui a tasso fisso.
Novità per studi di settore e risparmio energetico

Novità sono attese anche per gli incentivi del 55% sugli interventi per il risparmio energetico. Sembra prendere corpo l'ipotesi della spalmatura in 10 anni dello sconto (che ora può essere detratto in tre anni), piuttosto che quella di ridurre l'incentivo al 40-45 per cento. Mentre c'è un emendamento che riguarda i commercianti e il fisco. L'onere della prova, per i tanto temuti "studi di settore", dovrebbe passare dai lavoratori autonomi allo Stato. Finora, infatti, sono i commercianti che devono spiegare perché stanno al di sotto, eventualmente, delle fasce di reddito previste dagli studi. L'idea è quella di invertire il percorso. Un'idea ragionevole, se non fosse per il fatto che l'evasione fiscale è ancora a livelli molto elevati in Italia e che sembra difficile che si abbassi proprio ora la guardia su questo fronte.

Famiglia Cristiana: bonus e social card inutili tamponi
Intanto le recriminazioni su Bonus famiglia e Social Card (reduce dal clamoroso flop natalizio, con solo 330.000 Card effettivamente attivate, su una platea ipotetica di 1.300.000 aventi diritto) non si fermano. L'ultimo numero di Famiglia Cristiana titola la copertina con “Forza Famiglia”, e nelle pagine interne le critiche non mancano. Beppe del Colle scrive nell’editoriale di apertura che le famiglie italiane sono state prima illuse con vuote promesse elettorali, poi deluse quando la montagna ha partorito striminziti topolini. “Bonus e Social card una tantum sono provvedimenti tampone, che non tamponano un bel niente”, commenta il giornalista, che ricorda: “mentre l’Istat certifica che è aumentata dal 4,2 al 5,3% la quota di famiglie che ha dichiarato di non aver avuto i soldi per il cibo almeno una volta nell’anno, la politica intanto si trastulla tra federalismo e presidenzialismo”.

Bonus famiglia: com'è oggi la situazione

Si chiama “bonus famiglia”, ma se immaginiamo la classica coppia con uno o due figli, saranno proprio loro quelli che meno potranno accedere allo sconto fiscale previsto dal governo per aiutarli a sopportare la crisi in corso. Lo dice la proiezione del Caf Acli, realizzata su un campione di circa 169 mila famiglie. I favoriti saranno, invece, i pensionati soli, e in seconda battuta le coppie senza prole. Una vera contraddizione, insomma.

Penalizzate le famiglie con uno o due figli Famiglia con 2 persone: limite reddito 17.000 euro. Bonus erogato 300 euroFamiglia con 3 persone: limite reddito 17.000 euro. Bonus erogato 450 euroFamiglia con 4 persone: limite reddito 20.000 euro. Bonus erogato 500 euroFamiglia con 5 persone: limite reddito 20.000 euro. Bonus erogato 600 euroFamiglia con più di 5 persone: limite reddito 22.000 euro. Bonus erogato 1.000 euro Famiglia con a carico un disabile: limite 35.000 euro. Bonus: 1.000 euro A spiegarci il perché della penalizzazione è Paolo Conti, direttore nazionale dei Caf delle Acli, i centri di assistenza fiscale per lavoratori dipendenti e pensionati. “Se si pensa che il limite di reddito di 17.000 euro, con cui appena si sopravvive, vale tanto per le coppie sole quanto quelle con un figlio, si ha già il sentore che qualcosa non vada. E ancora, se consideriamo che con 3.000 euro in più si dovrebbe mantenere un secondo bambino, evidentemente lo sbarramento di reddito che ci troviamo di fronte è un parametro troppo limitativo”.Secondo l'indagine dell'Acli, infatti, se nei nuclei familiari di due persone ha diritto al bonus il 55,36% del campione, nelle famiglie a 3 o a 4 la percentuale scende a circa il 31%. In altre parole, solo 3 famiglie su 10 avranno accesso ai 450 o ai 500 euro previsti.

17.000 euro in due? Rientra a malapena un bidello Ma vediamo qualche esempioconcreto. Il direttore Caf Acli ci spiega che sui 15.000 euro annui si aggira il reddito di un bidello neo-assunto, o lo stipendio di un metalmettanico, sempre alle prime armi. “Basterebbe che la moglie avesse un reddito minimo, magari i 7.000 euro di un'infermiera part-time, per non rientrare più nella fascia prevista dal bonus”.
I pensionati soli sono i più avvantaggiati Diverso il discorso per i pensionati soli, che - secondo le Acli - saranno la categoria più favorita, con il 74% del campione che rientra nei parametri del bonus. “Se si pensa che in Italia la pensione media dei lavoratori dipendenti è di 9.000 euro, è chiaro come questa categoria sarà la più soddisfatta; mentre se i pensionati si considerano in coppia, la percentuale scende”.
Chi ha diritto: come calcolare il reddito familiare complessivo Se pensate, nonostante il quadro non proprio ottimista, di poter rientrare tra gli 8 milioni di italiani a cui il governo ha calcolato verrà erogato il bonus, vi ricordiamo che potranno averne diritto i lavoratori dipendenti con famiglia (minimo due persone), i pensionati (anche soli) e i non autosufficienti; e anche una quarta categoria di colf, badanti e disoccupati. Mentre ne rimarranno esclusi i lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e professionisti, in pratica tutti coloro che sono in possesso di partita Iva. Se poi vi state chiedendo come fare a capire se il vostro reddito rientra nel limite per poter fare domanda, sappiate che il reddito familiare complessivo si calcola con la somma dei redditi complessivi di tutto il nucleo, sensibilmente superiore all'imponibile Irpef a cui si sottraggono gli oneri deducibili. “Prendendo come esempio una coppia di lavoratori dipendenti, il loro reddito complessivo sarà la somma dei due moduli Cud (i redditi da lavoro lordo), a cui vanno aggiunte eventuali rendite catastali e immobiliari. Mentre se prendiamo in esame una famiglia composta da una madre divorziata, al reddito da lavoro va aggiunto l'eventuale assegno di mantenimento (escluso quello per il figlio), che invece si sottrae nell'imponibile irpef dal reddito complessivo”, ci dice Paolo Conti.
A chi presentare la domanda Una volta accertato che si rientra nelle fasce per il bonus famiglia, il passo successivo è presentare la domanda. Che per tutti i lavoratori dipendenti va consegnata al proprio datore di lavoro, per i pensionati all'Inps o all'Ente erogatore della pensione, mentre colf, badanti e disoccupati dovranno farne richiesta all'Agenzia delle Entrate.
Per i disoccupati più di una possibilitàPer i disoccupati, specifichiamo che nel caso si percepisca un assegno dalla cassa integrazione (Inps per i dipendenti), è all'istituto di previdenza che andrà presentata la domanda; mentre se il reddito non supera i 2.840 euro lordi, si può rientrare ancora nella famiglia d'origine, e se il reddito complessivo della famiglia rientra nei limiti, avere diritto al bonus.
I tempi della richiesta e la ricezione del peggiorato con l'avanzare della crisi, ma - a seconda della scelta e della categoria in cui si rientra - cambieranno i tempi di presentazione della richiesta.Nel primo caso (reddito 2007), se si è pensionati o dipendenti, la domanda va fatta entro il 31 gennaio 2008; mentre se il soggetto di riferimento è l'Agenzia delle Entrate, si avrà la possibilità di procedere per via telematica entro il 31 marzo 2009.Reddito 2008? Altri tempi. E ancora, se ad erogare il bonus sarà l'Agenzia delle Entrate, si avrà tempo fino al 30 giugno 2009, mentre negli altri casi lo scadenza è fissata per il 31 marzo 2009.
A quando i soldi? I rischi di aspettare 3 mesi o prendere solo una parte dei soldi Ci siamo. Siamo arrivati all'ultimo passaggio. Ora non ci resta che aspettare il bonus, che arriverà a distanza di un mese dalla presentazione della richiesta, se si tratta di dipendenti; due nel caso di pensionati. Ma una domanda a questo punto ce la siamo posti. Per i lavoratori - come si sa - i soldi saranno erogati dal datore di lavoro (e poi rimborsati dallo Stato), in base ai contributi e il monte delle ritenute disponibili. In altre parole, c'è il rischio che l'azienda non abbia la liquidità necessaria per il bonus. Che succede in questi casi? Paolo Conti, direttore nazionale Caf Acli, ci risponde che il rischio è da escludere per l'Inps, ma possono esserci casi, anche se non frequenti, per chi lavora in piccole aziende, con due o tre dipendenti. “In questo caso il bonus verrà erogato in base alla presentazione della domanda nell'azienda, e se non ci fosse una cifra sufficiente, il lavoratore potrà ricevere un bonus parziale, o aspettare fino al mese successivo. I soldi arriveranno comunque, bisognerà solo aspettare un po' di più”.

3 commenti:

Gruppo Insieme ha detto...

su bonus come la mettiamo con i redditi da interessi bancari che sembrano esclusi dalla tipologia di redditi che ammettono al bonus?

Pasquale Orlando ha detto...

vanno considerati tutti i redditi segnalati sul 730 o unico nel quadro redddito complessivo.

Anonimo ha detto...

Se nell'anno 2007 ho superato appena 700 E cosa dovrei fare?