CITTÀ DEL VATICANO (11 dicembre) -Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace. Monito contro la logica del profitto a breve termine. E poi: «Milioni di aborti non hanno eliminato il sottosviluppo». Una finanza del brevissimo termine «diviene pericolosa per tutti» anche per chi riesce a beneficiarne durante la «euforia finanziaria». La crisi alimentare nasce non tanto dal poco cibo quanto da «fenomeni speculativi» e da «carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche» capaci di fronteggiare le necessità e le emergenze».
C'è un cuore di grande attualità, e fortemente sociale, nel messaggio del Papa per la 42.ma giornata mondiale per la pace, intitolato «Combattere la povertà, costruire la pace» tanto che si ipotizza che la parte più originale del testo, collegata ai temi finanziari e della crisi economica mondiale, anticipi parti significative della enciclica sociale di Benedetto XVI che, auspica il cardinale Renato Martino, arriverà «agli inizi del 2009».
Il dramma della miseria, - ricorda papa Ratzinger nel messaggio, rivolto ai cattolici, alle persone di buona volontà e che per tradizione viene inviato ai capi di Stato - calpesta i diritti di centinaia di milioni di persone, favorendo o aggravando i conflitti. È un dramma che si impone alla coscienza dell'umanità per cui si costruisce la pace solo combattendo la povertà mondiale. Ma per farlo bisogna cambiare «gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono la società».
È necessario «abbandonare la mentalità che considera i poveri ... come un fardello e come fastidiosi importuni che pretendono di consumare quanto altri hanno prodotto». Del resto, «l'avidità e la ristrettezza di orizzonti creano quei sistemi ingiusti che prima o poi presentano il conto a tutti. Solo la stoltezza può indurre il mondo globalizzato a costruire una casa dorata, ma con attorno il deserto o il degrado»
Tra le idee portanti del documento c'è quella che l'aumento della popolazione non sia necessariamente un fattore di povertà, ma possa invece esserlo di sviluppo. Benedetto XVI lo afferma a proposito delle «implicazioni morali della povertà, laddove critica le politiche di controllo delle nascite - con lo sterminio di milioni di bambini non nati nel nome della lotta alla povertà - e i "ricatti" ai Paesi poveri, per le cure contro Aids e pandemie, ricatti che condizionano gli aiuti economici alla attuazione di politiche contrarie alla vita».
Nel messaggio c'è una rinnovata e denuncia dei fondi spesi in armi, distogliendoli dai progetti di sviluppo dei popoli, specialmente di quelli più poveri e bisognosi di aiuto. «Quasi la metà di coloro che vivono in povertà assoluta oggi è rappresentata da bambini», denuncia ancora papa Ratzinger, chiedendo vaccini, cura per le madri, politiche per le famiglie.
Il Papa invita gli Stati a una severa riflessione e una coraggiosa autocritica sia sul riarmo che sul commercio internazionale, con un appello perchè tutti i Paesi abbiano le stesse possibilità di accesso al mercato mondiale.
C'è un cuore di grande attualità, e fortemente sociale, nel messaggio del Papa per la 42.ma giornata mondiale per la pace, intitolato «Combattere la povertà, costruire la pace» tanto che si ipotizza che la parte più originale del testo, collegata ai temi finanziari e della crisi economica mondiale, anticipi parti significative della enciclica sociale di Benedetto XVI che, auspica il cardinale Renato Martino, arriverà «agli inizi del 2009».
Il dramma della miseria, - ricorda papa Ratzinger nel messaggio, rivolto ai cattolici, alle persone di buona volontà e che per tradizione viene inviato ai capi di Stato - calpesta i diritti di centinaia di milioni di persone, favorendo o aggravando i conflitti. È un dramma che si impone alla coscienza dell'umanità per cui si costruisce la pace solo combattendo la povertà mondiale. Ma per farlo bisogna cambiare «gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono la società».
È necessario «abbandonare la mentalità che considera i poveri ... come un fardello e come fastidiosi importuni che pretendono di consumare quanto altri hanno prodotto». Del resto, «l'avidità e la ristrettezza di orizzonti creano quei sistemi ingiusti che prima o poi presentano il conto a tutti. Solo la stoltezza può indurre il mondo globalizzato a costruire una casa dorata, ma con attorno il deserto o il degrado»
Tra le idee portanti del documento c'è quella che l'aumento della popolazione non sia necessariamente un fattore di povertà, ma possa invece esserlo di sviluppo. Benedetto XVI lo afferma a proposito delle «implicazioni morali della povertà, laddove critica le politiche di controllo delle nascite - con lo sterminio di milioni di bambini non nati nel nome della lotta alla povertà - e i "ricatti" ai Paesi poveri, per le cure contro Aids e pandemie, ricatti che condizionano gli aiuti economici alla attuazione di politiche contrarie alla vita».
Nel messaggio c'è una rinnovata e denuncia dei fondi spesi in armi, distogliendoli dai progetti di sviluppo dei popoli, specialmente di quelli più poveri e bisognosi di aiuto. «Quasi la metà di coloro che vivono in povertà assoluta oggi è rappresentata da bambini», denuncia ancora papa Ratzinger, chiedendo vaccini, cura per le madri, politiche per le famiglie.
Il Papa invita gli Stati a una severa riflessione e una coraggiosa autocritica sia sul riarmo che sul commercio internazionale, con un appello perchè tutti i Paesi abbiano le stesse possibilità di accesso al mercato mondiale.
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