EMANUELE IMPERIALI Aumentare almeno del 30% i fondi della Visco-Sud per il 2008, perché gli attuali 64 milioni sono troppo pochi. L'emendamento al decreto legge sul monitoraggio della spesa pubblica, presentato ieri in Commissione Finanze del Senato da Rosario Giorgio Costa, del Pdl, sarà votato anche dalle opposizioni. Tutti concordi sulla necessità di ritornare al vecchio sistema dei crediti d'imposta, fondato sull'erogazione automatica. Il punto sarà fatto martedì in un vertice col ministro Giulio Tremonti, la proposta è di garantire la copertura del maggior tetto di spesa con i fondi della legge 488 sulle agevolazioni al Mezzogiorno. Un altro emendamento prevede il ripristino della possibilità che il credito possa essere utilizzato per il versamento dell'Iva. Il membro del Governo presente ai lavori della Commissione, il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti, ha assicurato «la disponibilità del Governo a valutare proposte migliorative» rispetto al meccanismo modificato dal ministro dell'Economia e criticato dalla stessa maggioranza. Il presidente della Commissione, Mario Baldassarri, ha dichiarato di preferire l'automatismo dei crediti d'imposta, perché teme che «le procedure individuate per rispettare i tetti di spesa possano introdurre incertezza e scarsa trasparenza». Come mai si è scelto di intervenire solo sul credito d'imposta per nuovi investimenti nel Sud, si è chiesto il relatore Costa «e non sugli incentivi per ricerca e sviluppo, destinati in prevalenza al Nord?». Il vicepresidente della Commissione, Adriano Musi del Pd, ha sottolineato come «in presenza di un automatismo nella concessione ci sia stato un non trascurabile flusso finanziario per i crediti d'imposta, mentre, con una procedura autorizzativa, si è verificata una consistente flessione delle richieste». E l'introduzione di un tetto di spesa per i crediti d'imposta fa per forza di cose venir meno il carattere automatico dell'incentivo. Tra gli emendamenti attesi per le prossime ore ce ne sono due molto importanti: il primo riguarda le aziende escluse dal beneficio perché non hanno debiti fiscali e si vuole fare in modo che possano comunque fruire del credito senza dover attendere le scadenze tributarie per i versamenti delle imposte dirette. L'altro tende a evitare il rischio di una comunicazione del nulla osta da parte dell'Agenzia delle Entrate sugli investimenti effettuati prima del 3 giugno dopo la scadenza del termine per pagare le tasse relative al 2007, con slittamento a novembre del beneficio fiscale. Intanto ieri mattina sono cominciate ad affluire telematicamente all'Agenzia delle Entrate, il cui nuovo direttore, nominato dal Consiglio dei ministri, è Attilio Befera, le richieste per poter usufruire del credito d'imposta.
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