Pizza non molla e propone nuova data
ROMA - Al telefono risponde con un filo di voce. "Scusatemi - si giustifica - ma è da stamattina che mi chiamano tutti e che sono in riunione. Ho parlato talmente tanto...". Poi però, quando comincia a spiegare come mai il Consiglio di Stato gli abbia dato ragione sull'uso dello scudocrociato per le prossime elezioni, Giuseppe Pizza, segretario della Dc e indiscusso protagonista della giornata, ritrova la forza e avverte che lui la sua battaglia vuole combatterla "fino in fondo, costi quel che costi". E che il rinvio delle elezioni politiche è necessario perché "la Dc ha gli stessi diritti degli altri a fare la campagna elettorale". Il Tribunale di Roma, ricorda, gli aveva riconosciuto che l'uso dello scudo crociato spettasse solo a lui e alla Dc e invece "il Viminale - racconta - come se nulla fosse, ha detto che il nostro simbolo si sarebbe potuto confondere con quello dell'Udc, lasciando però a quest'ultimo la facoltà di usarlo mentre l'ha negata a noi che ne siamo i veri titolari". "Il ministero dell'Interno infatti - prosegue - ha lasciato che Casini continuasse ad usare il suo scudo-crociato illegittimamente, mentre ha vietato a noi di presentare il nostro". Ora, per questo errore, il Viminale, avverte ancora Pizza, deve pagare "riconoscendo ed assumendosi le proprie responsabilita".
Consapevole di aver provocato un vero terremoto nel mondo politico, Pizza vuole mostrarsi nonostante tutto conciliante. "Io sono un uomo mite e dialogante - afferma - e dunque non escludo che se arrivasse una sollecitazione del Capo dello Stato e se il ministero dell'Interno" facesse il "mea culpa" forse lui, fa capire, la sua posizione intransigente di 'rinvio a tutti i costi' potrebbe ammorbidirla. "Sino ad ora - precisa - questo scenario non si è ancora delineato pertanto è prematuro parlarne. Se queste cose si verificheranno le esamineremo e quindi decideremo il da farsi...". Nonostante le dichiarazioni di fuoco degli alleati del Pdl contro l'ipotesi di rinvio delle elezioni, Pizza, di nuovo con un filo di voce, informa che Berlusconi oggi non l'ha sentito. 'No - sostiene - lui non mi ha telefonato''. "Mi rendo conto delle difficoltà degli alleati - aggiunge - ma io devo anteporre gli interessi del mio partito, che sono quelli di avere lo stesso diritto di tutti gli altri a fare la campagna elettorale, a quello delle forze alleate". Anche nei confronti di Casini, Pizza non mostra malumore ("proveniamo dallo stesso partito e abbiamo una storia comune"), ma ricorda che nelle precedenti elezioni si presentarono tutti e due con il glorioso scudo della Dc di De Gasperi nel simbolo senza che nessuno però dicesse nulla e senza che scattassero dei veti. "Perché - chiede il segretario della Dc - per queste politiche invece il Viminale ha escluso il nostro simbolo?".
PIZZA: DATA POTREBBE ESSERE 27 APRILE
"Non spetta a me fissare la data ma ritengo che una data accettabile potrebbe essere quella del 27-28 aprile magari in coincidenza con i ballottaggi delle amministrative": Giuseppe Pizza, segretario della Dc, ai microfoni del Tg2 non arretra nel chiedere un rinvio del voto. "Insistiamo nel chiedere il rinvio - dice - perché riteniamo sia nostro diritto avere lo stesso tempo che hanno avuto gli altri partiti per la campagna elettorale".
ROMA - Al telefono risponde con un filo di voce. "Scusatemi - si giustifica - ma è da stamattina che mi chiamano tutti e che sono in riunione. Ho parlato talmente tanto...". Poi però, quando comincia a spiegare come mai il Consiglio di Stato gli abbia dato ragione sull'uso dello scudocrociato per le prossime elezioni, Giuseppe Pizza, segretario della Dc e indiscusso protagonista della giornata, ritrova la forza e avverte che lui la sua battaglia vuole combatterla "fino in fondo, costi quel che costi". E che il rinvio delle elezioni politiche è necessario perché "la Dc ha gli stessi diritti degli altri a fare la campagna elettorale". Il Tribunale di Roma, ricorda, gli aveva riconosciuto che l'uso dello scudo crociato spettasse solo a lui e alla Dc e invece "il Viminale - racconta - come se nulla fosse, ha detto che il nostro simbolo si sarebbe potuto confondere con quello dell'Udc, lasciando però a quest'ultimo la facoltà di usarlo mentre l'ha negata a noi che ne siamo i veri titolari". "Il ministero dell'Interno infatti - prosegue - ha lasciato che Casini continuasse ad usare il suo scudo-crociato illegittimamente, mentre ha vietato a noi di presentare il nostro". Ora, per questo errore, il Viminale, avverte ancora Pizza, deve pagare "riconoscendo ed assumendosi le proprie responsabilita".
Consapevole di aver provocato un vero terremoto nel mondo politico, Pizza vuole mostrarsi nonostante tutto conciliante. "Io sono un uomo mite e dialogante - afferma - e dunque non escludo che se arrivasse una sollecitazione del Capo dello Stato e se il ministero dell'Interno" facesse il "mea culpa" forse lui, fa capire, la sua posizione intransigente di 'rinvio a tutti i costi' potrebbe ammorbidirla. "Sino ad ora - precisa - questo scenario non si è ancora delineato pertanto è prematuro parlarne. Se queste cose si verificheranno le esamineremo e quindi decideremo il da farsi...". Nonostante le dichiarazioni di fuoco degli alleati del Pdl contro l'ipotesi di rinvio delle elezioni, Pizza, di nuovo con un filo di voce, informa che Berlusconi oggi non l'ha sentito. 'No - sostiene - lui non mi ha telefonato''. "Mi rendo conto delle difficoltà degli alleati - aggiunge - ma io devo anteporre gli interessi del mio partito, che sono quelli di avere lo stesso diritto di tutti gli altri a fare la campagna elettorale, a quello delle forze alleate". Anche nei confronti di Casini, Pizza non mostra malumore ("proveniamo dallo stesso partito e abbiamo una storia comune"), ma ricorda che nelle precedenti elezioni si presentarono tutti e due con il glorioso scudo della Dc di De Gasperi nel simbolo senza che nessuno però dicesse nulla e senza che scattassero dei veti. "Perché - chiede il segretario della Dc - per queste politiche invece il Viminale ha escluso il nostro simbolo?".
PIZZA: DATA POTREBBE ESSERE 27 APRILE
"Non spetta a me fissare la data ma ritengo che una data accettabile potrebbe essere quella del 27-28 aprile magari in coincidenza con i ballottaggi delle amministrative": Giuseppe Pizza, segretario della Dc, ai microfoni del Tg2 non arretra nel chiedere un rinvio del voto. "Insistiamo nel chiedere il rinvio - dice - perché riteniamo sia nostro diritto avere lo stesso tempo che hanno avuto gli altri partiti per la campagna elettorale".
3 commenti:
ciao,
siamo del comitato elettorale di luigi nicolais.
sul nostro blog è uscito un nuovo post dal titolo "politica delle reti".
è importante per noi un vostro commento per condividere idee e sviluppare progetti nuovi.
continueremo a seguirvi.
ciao
Si, probabilmente lo e
La ringrazio per Blog intiresny
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