Sul fronte della Sanita' e dell'accesso e qualita' delle cure e' 'emergenza sud'. I medici dirigenti e vari esperti lanciano l'allarme: "Oggi e' fondato il rischio - affermano - di una inaccettabile differenziazione dei diritti dei cittadini meridionali per cio' che riguarda la salute".
Da Napoli, dove e' in corso il Convegno nazionale dell'Anaao-Assomed (il maggiore sindacato dei medici dirigenti) dal titolo emblematico 'Sud e Sanita': una nuova questione meridionale?', la categoria chiede dunque interventi urgenti per sanare una situazione "ormai insostenibile". Lo dice chiaramente il vicesegretario Anaao Costantino Troise: "C'e' un incremento delle differenze tra nord e sud non solo sul piano finanziario ed organizzativo ma anche per i meccanismi di prevenzione e tutela della salute".
Un dato emblematico ad esempio, sottolinea, "e' rappresentato dalla accessibilita' ad alcuni servizi oncologici ed i programmi di screening per tumore alla mammella che nelle regioni del sud vedono inserito solo l'11% delle donne contro l'80% del nord, mentre piu' in generale gli adempimenti previsti dal Piano nazionale prevenzione 2005-2007 risultano realizzati per il 65% al sud e per il 90% al nord".
Insomma, avverte l'esperto, "in certe regioni pur ammalandosi di meno si muore di piu"'. Ma cio' che e' davvero inaccettabile, incalza il rappresentante dei medici dirigenti, e' il fatto che "la stessa qualita' e sicurezza delle cure, come le cronache dell'ultimo anno dimostrano, e' divenuta funzione del codice postale, il rischio clinico una variabile della latitudine, e nello stesso tempo si acuisce la crisi del carattere unitario del servizio sanitario".
Non solo: oltre all'aumento delle ineguaglianze tra nord e sud, rileva Troise, "l'introduzione della devolution in Sanita' fa si che il livello di servizi sanitari cui gli abitanti delle regioni povere possono accedere rischia di dipendere essenzialmente dal grado di solidarieta' manifestato dagli abitanti delle regioni ricche".
Un'analisi che non risparmia, inoltre, un attacco alla politica: "La qualita' e la sicurezza delle cure - denuncia il rappresentante dei medici - va sempre piu' peggiorando al sud, dove c'e' la percezione di una erosione lenta ma certa del sistema sanitario, e la convinzione dell'impossibilita' di controllare la presenza capillare dei partiti e delle lobbies in tutte le fasi dell'organizzazione sanitaria e non solo nei processi di nomine". Che fare allora? "Se la strada verso la devoution regionale appare senza ritorno - afferma Troise - vanno pero' mantenuti a livello statale alcuni elementi fondamentali come la definizione dei livelli essenziali di assistenza ed un fondo di perequazione gestito dallo Stato". Questo perche', e' l'appello finale dei medici dirigenti, gli stessi diritti non appaiano diversamente esigibili nelle diverse regioni".
Da Napoli, dove e' in corso il Convegno nazionale dell'Anaao-Assomed (il maggiore sindacato dei medici dirigenti) dal titolo emblematico 'Sud e Sanita': una nuova questione meridionale?', la categoria chiede dunque interventi urgenti per sanare una situazione "ormai insostenibile". Lo dice chiaramente il vicesegretario Anaao Costantino Troise: "C'e' un incremento delle differenze tra nord e sud non solo sul piano finanziario ed organizzativo ma anche per i meccanismi di prevenzione e tutela della salute".
Un dato emblematico ad esempio, sottolinea, "e' rappresentato dalla accessibilita' ad alcuni servizi oncologici ed i programmi di screening per tumore alla mammella che nelle regioni del sud vedono inserito solo l'11% delle donne contro l'80% del nord, mentre piu' in generale gli adempimenti previsti dal Piano nazionale prevenzione 2005-2007 risultano realizzati per il 65% al sud e per il 90% al nord".
Insomma, avverte l'esperto, "in certe regioni pur ammalandosi di meno si muore di piu"'. Ma cio' che e' davvero inaccettabile, incalza il rappresentante dei medici dirigenti, e' il fatto che "la stessa qualita' e sicurezza delle cure, come le cronache dell'ultimo anno dimostrano, e' divenuta funzione del codice postale, il rischio clinico una variabile della latitudine, e nello stesso tempo si acuisce la crisi del carattere unitario del servizio sanitario".
Non solo: oltre all'aumento delle ineguaglianze tra nord e sud, rileva Troise, "l'introduzione della devolution in Sanita' fa si che il livello di servizi sanitari cui gli abitanti delle regioni povere possono accedere rischia di dipendere essenzialmente dal grado di solidarieta' manifestato dagli abitanti delle regioni ricche".
Un'analisi che non risparmia, inoltre, un attacco alla politica: "La qualita' e la sicurezza delle cure - denuncia il rappresentante dei medici - va sempre piu' peggiorando al sud, dove c'e' la percezione di una erosione lenta ma certa del sistema sanitario, e la convinzione dell'impossibilita' di controllare la presenza capillare dei partiti e delle lobbies in tutte le fasi dell'organizzazione sanitaria e non solo nei processi di nomine". Che fare allora? "Se la strada verso la devoution regionale appare senza ritorno - afferma Troise - vanno pero' mantenuti a livello statale alcuni elementi fondamentali come la definizione dei livelli essenziali di assistenza ed un fondo di perequazione gestito dallo Stato". Questo perche', e' l'appello finale dei medici dirigenti, gli stessi diritti non appaiano diversamente esigibili nelle diverse regioni".
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