IL CONGRESSO DELLE ACLI
Un nuovo impegno a sostegno della centralità della famiglia, delle sfide del lavoro che cambia, per fronteggiare le emergenze della nuova povertà per un «welfare della cittadinanza» che comincia nelle famiglie e prosegue nei luoghi dell’aggregazione sociale e del lavoro. Su questo percorso di temi corre la riflessione che si sta sviluppando nel congresso provinciale delle Acli che si svolge nell'auditorium di Salerno Energia. Gli stimoli del dibattito sono venuti dalla relazione del presidente uscente Emilio Fusco jr che ha sottolineato come l’impegno dei diecimila aclisti della provincia di Salerno è tutto proteso a generare speranza di contrasto della solitudine attraverso un incessante processo di costruzione dell’identità cristiana. Attorno alla difesa della famiglia si disegna un progetto che deve fare i conti con un mondo del lavoro che si dibatte tra rapporti «informali» e in nero. La richiesta forte è di nuove politiche della famiglia e un impegno per fronteggiare i colpi assestati dall’economia di mercato alle fasce deboli della società. L’Acli si propone di promuovere l’autonomia delle famiglie che deve essere sostenuta dalla proposta di un welfare municipale e comunitario che ha già ispirato un laboratorio regionale. Per Fusco rimangono centrali l’impegno per l’uomo e il suo lavoro e il confronto con il magistero della Chiesa «per vivere con passione e coraggio la vocazione di laici cristiani». L’Acli si mette a disposizione come soggetto attivo per contribuire alla costruzione del «capitale sociale» indispensabile per lo sviluppo del territorio. Il richiamo è al talento e al senso civico intesi come valori messi alla stessa stregua delle strutture intese come fattori di crescita economica. E in questo contesto corre l’apertura delle Acli, sul piano delle politiche attive del lavoro, a sistemi di «flessibilità sostenibile», che vuol dire mobilità nel sistema produttivo ma mai oltre quel confine in cui la tutela della dignità della persona viene posta in discussione. In questo senso, muove sul piano dell’impegno, quell funzione di «testimoni della speranza», nutrita del messaggio cristiano, al quale Fusco ha più volte fatto riferimento nella sua relazione.Gli impegni per i prossimi anni indicati dal presidente sono sulla nascita di circoli tematici, centri di iniziativa sulla qualità della spesa sociale, sulla creazione di laboratori della solidarietà e un nuovo e vasto piano di formazione per i dirigenti. La giornata di ieri ha visto l’intervento dell’arcivescovo Gerardo Pierro che «da figlio di operaio vicino al mondo del lavoro» ha incoraggiato l’azione delle Acli. Sono inoltre intervenuti il vicepresidente nazionale del Cnel Giuseppe Acocella e i segretari provinciali del sindacato unitario Cgil-Cisl-Uil Ciotti, Fiore e Tavella. Oggi il dibattito generale, la replica di Fusco e l’elezione dei delegati ai congressi regionali e nazionali.
Un nuovo impegno a sostegno della centralità della famiglia, delle sfide del lavoro che cambia, per fronteggiare le emergenze della nuova povertà per un «welfare della cittadinanza» che comincia nelle famiglie e prosegue nei luoghi dell’aggregazione sociale e del lavoro. Su questo percorso di temi corre la riflessione che si sta sviluppando nel congresso provinciale delle Acli che si svolge nell'auditorium di Salerno Energia. Gli stimoli del dibattito sono venuti dalla relazione del presidente uscente Emilio Fusco jr che ha sottolineato come l’impegno dei diecimila aclisti della provincia di Salerno è tutto proteso a generare speranza di contrasto della solitudine attraverso un incessante processo di costruzione dell’identità cristiana. Attorno alla difesa della famiglia si disegna un progetto che deve fare i conti con un mondo del lavoro che si dibatte tra rapporti «informali» e in nero. La richiesta forte è di nuove politiche della famiglia e un impegno per fronteggiare i colpi assestati dall’economia di mercato alle fasce deboli della società. L’Acli si propone di promuovere l’autonomia delle famiglie che deve essere sostenuta dalla proposta di un welfare municipale e comunitario che ha già ispirato un laboratorio regionale. Per Fusco rimangono centrali l’impegno per l’uomo e il suo lavoro e il confronto con il magistero della Chiesa «per vivere con passione e coraggio la vocazione di laici cristiani». L’Acli si mette a disposizione come soggetto attivo per contribuire alla costruzione del «capitale sociale» indispensabile per lo sviluppo del territorio. Il richiamo è al talento e al senso civico intesi come valori messi alla stessa stregua delle strutture intese come fattori di crescita economica. E in questo contesto corre l’apertura delle Acli, sul piano delle politiche attive del lavoro, a sistemi di «flessibilità sostenibile», che vuol dire mobilità nel sistema produttivo ma mai oltre quel confine in cui la tutela della dignità della persona viene posta in discussione. In questo senso, muove sul piano dell’impegno, quell funzione di «testimoni della speranza», nutrita del messaggio cristiano, al quale Fusco ha più volte fatto riferimento nella sua relazione.Gli impegni per i prossimi anni indicati dal presidente sono sulla nascita di circoli tematici, centri di iniziativa sulla qualità della spesa sociale, sulla creazione di laboratori della solidarietà e un nuovo e vasto piano di formazione per i dirigenti. La giornata di ieri ha visto l’intervento dell’arcivescovo Gerardo Pierro che «da figlio di operaio vicino al mondo del lavoro» ha incoraggiato l’azione delle Acli. Sono inoltre intervenuti il vicepresidente nazionale del Cnel Giuseppe Acocella e i segretari provinciali del sindacato unitario Cgil-Cisl-Uil Ciotti, Fiore e Tavella. Oggi il dibattito generale, la replica di Fusco e l’elezione dei delegati ai congressi regionali e nazionali.
2 commenti:
La ringrazio per Blog intiresny
Perche non:)
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