La crisi di governo è regolata nei principi generali dalla Costituzione, e nelle sue dinamiche da consuetudini e prassi che si sono formate negli anni.
COSA DICE LA COSTITUZIONE - La carta costituzionale detta poche regole. Il principio fondamentale (art. 92) è che il presidente della Repubblica nomina il presidente del consiglio e, su proposta di questi, i ministri. Una volta nominato (art. 94), il governo deve presentarsi entro dieci giorni alle camere per avere la fiducia. Quando la crisi non trova soluzione, il capo dello Stato, sentiti i presidenti delle Camere, può sciogliere il Parlamento per andare alle elezioni anticipate, da tenere entro settanta giorni (art. 88).
LE CONSULTAZIONI - La prassi delle consultazioni si è instaurata per far conoscere al capo dello stato il parere dei partiti, e dargli modo di scegliere la persona che possa avere la fiducia delle Camere. Il capo dello stato ascolta anche i presidenti delle camere e gli ex presidenti della Repubblica.
L'INCARICO - Quando il capo dello stato affida l'incarico di formare il governo, è prassi che il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO INCARICATO accetti CON RISERVA, per verificare se i partiti sono disponibili a sostenerlo. In caso positivo, SCIOGLIE LA RISERVA e presenta la lista dei ministri; se fallisce, RIMETTE IL MANDATO nelle mani del capo dello Stato (che può riaprire le consultazioni o dare un altro incarico).
IL MANDATO ESPLORATIVO - In situazioni di incertezza, il capo dello Stato affida ad un'alta personalità l'incarico di "esplorare" le intenzioni dei partiti. Un importante incarico fu quello affidato da Cossiga alla presidente della Camera, Nilde Iotti, nel 1987, prima volta per un esponente del Pci. A metà fra incarico e mandato esplorativo si pone il PREINCARICO: in questo caso, l'esploratore è la persona che il capo dello stato ha poi intenzione di nominare. Nel 1998, fu Prodi a ricevere un preincarico da Scalfaro; ma l'esito fu negativo.
RINVIO ALLE CAMERE E REINCARICO - Col rinvio alle Camere, il presidente della Repubblica chiede al governo dimissionario di tornare a chiedere il voto di fiducia. L'ultimo precedente è quello del governo Prodi del 2007. Nella crisi attuale il rinvio non è possibile, perché il governo ha avuto la sfiducia; resta possibile il REINCARICO, che consiste nell'incaricare il presidente uscente di formare un nuovo governo.
VARI TIPI DI GOVERNO - Quando la crisi viene risolta da un accordo fra partiti, nasce una maggioranza politica. Quando non é possibile, si possono creare diverse situazioni: GOVERNO ISTITUZIONALE - Il presidente incarica un'alta personalità che occupa (o abbia occupato) una posizione 'super partes', come il presidente di una camera. Questi non tenta la strada di una maggioranza omogenea, ma cerca un accordo nell'interesse delle istituzioni. Può essere anche GOVERNO DI GARANZIA, perché la posizione super partes di chi lo presiede é considerata di garanzia per tutti i partiti.
GOVERNO TECNICO - Simile al governo istituzionale, è caratterizzato dal fatto che il presidente del consiglio e una parte dei ministri sono tecnici e non politici. Il governo più tecnico della storia fu quello di Lamberto Dini, nel 1995, di cui non faceva parte neanche un parlamentare.
GOVERNO A TERMINE - In situazioni di incertezza, si insedia un governo con un programma delimitato per lasciar maturare le condizioni di una maggioranza politica. Tipici governi a termine furono affidati al presidente della Camera, Giovanni Leone, nel 1963 e nel 1968, detti "governi balneari" perché nominati subito prima dell'estate e dimissionari in autunno.
GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE - In situazioni di emergenza, tutti i partiti sono invitati a governare assieme. Tipici esempi furono i governi di unità antifascista, fino al 1947. Simile il caso della SOLIDARIETA' NAZIONALE, che fra il 1976 e il 1979 vide il Pci favorire (prima con l'astensione, poi col voto a favore), i governi della Dc. Simile è anche il concetto di governo di RESPONSABILITA' NAZIONALE (proposto oggi dall'Udc).
GOVERNO DEL PRESIDENTE - Il capo dello stato può nominare una persona di sua fiducia, che forma il governo e si presenta alle Camere senza maggioranza precostituita. La figura del governo del presidente, costituzionalmente possibile, è oggetto di diffidenze perché il precedente più importante è quello del governo di Fernando Tambroni del 1960, nominato da Giovanni Gronchi, che ricevette a sorpresa il voto determinante del Msi, e sfociò in una grave crisi politica e sociale.
GOVERNO DI FINE LEGISLATURA - Come quelli Fanfani nel 1983 e nel 1987, nati al solo scopo di gestire le elezioni anticipate.
COSA DICE LA COSTITUZIONE - La carta costituzionale detta poche regole. Il principio fondamentale (art. 92) è che il presidente della Repubblica nomina il presidente del consiglio e, su proposta di questi, i ministri. Una volta nominato (art. 94), il governo deve presentarsi entro dieci giorni alle camere per avere la fiducia. Quando la crisi non trova soluzione, il capo dello Stato, sentiti i presidenti delle Camere, può sciogliere il Parlamento per andare alle elezioni anticipate, da tenere entro settanta giorni (art. 88).
LE CONSULTAZIONI - La prassi delle consultazioni si è instaurata per far conoscere al capo dello stato il parere dei partiti, e dargli modo di scegliere la persona che possa avere la fiducia delle Camere. Il capo dello stato ascolta anche i presidenti delle camere e gli ex presidenti della Repubblica.
L'INCARICO - Quando il capo dello stato affida l'incarico di formare il governo, è prassi che il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO INCARICATO accetti CON RISERVA, per verificare se i partiti sono disponibili a sostenerlo. In caso positivo, SCIOGLIE LA RISERVA e presenta la lista dei ministri; se fallisce, RIMETTE IL MANDATO nelle mani del capo dello Stato (che può riaprire le consultazioni o dare un altro incarico).
IL MANDATO ESPLORATIVO - In situazioni di incertezza, il capo dello Stato affida ad un'alta personalità l'incarico di "esplorare" le intenzioni dei partiti. Un importante incarico fu quello affidato da Cossiga alla presidente della Camera, Nilde Iotti, nel 1987, prima volta per un esponente del Pci. A metà fra incarico e mandato esplorativo si pone il PREINCARICO: in questo caso, l'esploratore è la persona che il capo dello stato ha poi intenzione di nominare. Nel 1998, fu Prodi a ricevere un preincarico da Scalfaro; ma l'esito fu negativo.
RINVIO ALLE CAMERE E REINCARICO - Col rinvio alle Camere, il presidente della Repubblica chiede al governo dimissionario di tornare a chiedere il voto di fiducia. L'ultimo precedente è quello del governo Prodi del 2007. Nella crisi attuale il rinvio non è possibile, perché il governo ha avuto la sfiducia; resta possibile il REINCARICO, che consiste nell'incaricare il presidente uscente di formare un nuovo governo.
VARI TIPI DI GOVERNO - Quando la crisi viene risolta da un accordo fra partiti, nasce una maggioranza politica. Quando non é possibile, si possono creare diverse situazioni: GOVERNO ISTITUZIONALE - Il presidente incarica un'alta personalità che occupa (o abbia occupato) una posizione 'super partes', come il presidente di una camera. Questi non tenta la strada di una maggioranza omogenea, ma cerca un accordo nell'interesse delle istituzioni. Può essere anche GOVERNO DI GARANZIA, perché la posizione super partes di chi lo presiede é considerata di garanzia per tutti i partiti.
GOVERNO TECNICO - Simile al governo istituzionale, è caratterizzato dal fatto che il presidente del consiglio e una parte dei ministri sono tecnici e non politici. Il governo più tecnico della storia fu quello di Lamberto Dini, nel 1995, di cui non faceva parte neanche un parlamentare.
GOVERNO A TERMINE - In situazioni di incertezza, si insedia un governo con un programma delimitato per lasciar maturare le condizioni di una maggioranza politica. Tipici governi a termine furono affidati al presidente della Camera, Giovanni Leone, nel 1963 e nel 1968, detti "governi balneari" perché nominati subito prima dell'estate e dimissionari in autunno.
GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE - In situazioni di emergenza, tutti i partiti sono invitati a governare assieme. Tipici esempi furono i governi di unità antifascista, fino al 1947. Simile il caso della SOLIDARIETA' NAZIONALE, che fra il 1976 e il 1979 vide il Pci favorire (prima con l'astensione, poi col voto a favore), i governi della Dc. Simile è anche il concetto di governo di RESPONSABILITA' NAZIONALE (proposto oggi dall'Udc).
GOVERNO DEL PRESIDENTE - Il capo dello stato può nominare una persona di sua fiducia, che forma il governo e si presenta alle Camere senza maggioranza precostituita. La figura del governo del presidente, costituzionalmente possibile, è oggetto di diffidenze perché il precedente più importante è quello del governo di Fernando Tambroni del 1960, nominato da Giovanni Gronchi, che ricevette a sorpresa il voto determinante del Msi, e sfociò in una grave crisi politica e sociale.
GOVERNO DI FINE LEGISLATURA - Come quelli Fanfani nel 1983 e nel 1987, nati al solo scopo di gestire le elezioni anticipate.
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