Portato alla luce dalla Soprintendenza di Pompei.
Trono romano trovato nella Villa dei Papiri. È realizzato in legno e avorio: è un rinvenimento eccezionale. «È il primo trono originale di epoca romana arrivato fino a noi»
NAPOLI - Un prezioso trono di età romana, in legno e avorio, il primo esempio di questo tipo di arredo, è stato rinvenuto nello scavo di Villa dei Papiri ad Ercolano: uno straordinario ritrovamento della Soprintendenza di Pompei, presentato nell’ex Chiesa di Santa Marta a Roma. Di questo tipo di trono, si possedevano fino ad ora solo riproduzioni figurative come, ad esempio, quella del trono su cui siede Afrodite in una famosa pittura della Villa della Farnesina. Gli archeologi che hanno rinvenuto i reperti sottolineano l’enorme pregio dei materiali impiegati e la complessa articolazione delle decorazioni a rilievo. «Si tratta di un rinvenimento eccezionale - ha spiegato il Soprintendente di Pompei Pietro Giovanni Guzzo, illustrando un video che ricostruisce lo scavo, il ritrovamento e i momenti del restauro - È il primo trono originale di epoca romana conservatosi fino a noi. La forma del sedile, nonostante la sua ovvia frammentarietà è immediatamente riconoscibile».
«A tale unicità - sottolinea il Soprintendente - si aggiunge quella, non meno splendida, di essere un arredo impreziosito da lastre in avorio, figurate a bassorilievo con scene riferibili al culto di Attis. L’insieme così recuperato ci indica come solamente grazie ad una attività di scavo attenta e minuziosa è possibile aumentare la nostra conoscenza della complessiva cultura materiale delle antiche città vesuviane».
I reperti sono affiorati tra la fine di ottobre e la metà di novembre nell’area archeologica attualmente interessata da lavori per la salvaguardia, il restauro e la valorizzazione, eseguiti dalla Soprintendenza archeologica di Pompei con fondi europei nell’ambito del Progetto Integrato «Pompei, Ercolano e Sistema archeologico Vesuviano» (POR Campania 2000-2006). Si tratta della stessa area che negli anni scorsi ha restituito due magnifici reperti, una testa di Amazzone e una statua di figura femminile panneggiata. Sono per ora stati attribuiti al «trono di Villa dei Papiri» il tratto iniziale del montante dello schienale e due gambe diritte, di forma parallelepipeda, alte circa 45 cm, provviste di foro rettangolare per la traversina di collegamento, in parte conservata nella gamba posteriore.
Molti frammenti degli altri elementi costitutivi della struttura e della decorazione di rivestimento continuano a venire alla luce nello scavo in laboratorio e alcuni di essi potrebbero anche appartenere a un secondo mobile realizzato con la medesima tecnica. Il prezioso soglio presenta la struttura lignea delle gambe rivestita da un’impiallacciatura di avorio decorata a rilievo, di spessore variabile da 1 a 8 millimetri. La decorazione a rilievo consiste in ampie baccellature culminanti in scene figurate di carattere cultuale nella parte superiore, più ampia rispetto al resto della gamba e di forma arrotondata; su questa doveva poggiare a incastro il piano di seduta quadrangolare. Nella scena rappresentata sulla faccia esterna della gamba posteriore è raffigurato il dio frigio Attis, presso un pino sacro, nell’atto di raccogliere pigne per offerte rituali; nella seconda gamba sulla faccia esterna è rappresentata una scena di offerta a un’erma di Dioniso itifallico che su un vassoio reca una pigna, mentre sulla faccia interna è un’erma di Satiro con una pigna, un pomo e un altro frutto sulla base. Attorno all’erma si affollano due Amorini: l’uno reca la cista mistica contenente il fallo, l’altro ha appena svelato la stessa cista. In alto a destra si staglia l’immagine di due grandi cembali. I rilievi contengono quindi molti elementi che rievocano l’atmosfera delle Attideia, le cerimonie che commemoravano la morte e la resurrezione di Attis, consorte e vittima della dea Cibele, introdotte dall’imperatore Claudio (41-54 d.C.) nel calendario romano.
Trono romano trovato nella Villa dei Papiri. È realizzato in legno e avorio: è un rinvenimento eccezionale. «È il primo trono originale di epoca romana arrivato fino a noi»
NAPOLI - Un prezioso trono di età romana, in legno e avorio, il primo esempio di questo tipo di arredo, è stato rinvenuto nello scavo di Villa dei Papiri ad Ercolano: uno straordinario ritrovamento della Soprintendenza di Pompei, presentato nell’ex Chiesa di Santa Marta a Roma. Di questo tipo di trono, si possedevano fino ad ora solo riproduzioni figurative come, ad esempio, quella del trono su cui siede Afrodite in una famosa pittura della Villa della Farnesina. Gli archeologi che hanno rinvenuto i reperti sottolineano l’enorme pregio dei materiali impiegati e la complessa articolazione delle decorazioni a rilievo. «Si tratta di un rinvenimento eccezionale - ha spiegato il Soprintendente di Pompei Pietro Giovanni Guzzo, illustrando un video che ricostruisce lo scavo, il ritrovamento e i momenti del restauro - È il primo trono originale di epoca romana conservatosi fino a noi. La forma del sedile, nonostante la sua ovvia frammentarietà è immediatamente riconoscibile».
«A tale unicità - sottolinea il Soprintendente - si aggiunge quella, non meno splendida, di essere un arredo impreziosito da lastre in avorio, figurate a bassorilievo con scene riferibili al culto di Attis. L’insieme così recuperato ci indica come solamente grazie ad una attività di scavo attenta e minuziosa è possibile aumentare la nostra conoscenza della complessiva cultura materiale delle antiche città vesuviane».
I reperti sono affiorati tra la fine di ottobre e la metà di novembre nell’area archeologica attualmente interessata da lavori per la salvaguardia, il restauro e la valorizzazione, eseguiti dalla Soprintendenza archeologica di Pompei con fondi europei nell’ambito del Progetto Integrato «Pompei, Ercolano e Sistema archeologico Vesuviano» (POR Campania 2000-2006). Si tratta della stessa area che negli anni scorsi ha restituito due magnifici reperti, una testa di Amazzone e una statua di figura femminile panneggiata. Sono per ora stati attribuiti al «trono di Villa dei Papiri» il tratto iniziale del montante dello schienale e due gambe diritte, di forma parallelepipeda, alte circa 45 cm, provviste di foro rettangolare per la traversina di collegamento, in parte conservata nella gamba posteriore.
Molti frammenti degli altri elementi costitutivi della struttura e della decorazione di rivestimento continuano a venire alla luce nello scavo in laboratorio e alcuni di essi potrebbero anche appartenere a un secondo mobile realizzato con la medesima tecnica. Il prezioso soglio presenta la struttura lignea delle gambe rivestita da un’impiallacciatura di avorio decorata a rilievo, di spessore variabile da 1 a 8 millimetri. La decorazione a rilievo consiste in ampie baccellature culminanti in scene figurate di carattere cultuale nella parte superiore, più ampia rispetto al resto della gamba e di forma arrotondata; su questa doveva poggiare a incastro il piano di seduta quadrangolare. Nella scena rappresentata sulla faccia esterna della gamba posteriore è raffigurato il dio frigio Attis, presso un pino sacro, nell’atto di raccogliere pigne per offerte rituali; nella seconda gamba sulla faccia esterna è rappresentata una scena di offerta a un’erma di Dioniso itifallico che su un vassoio reca una pigna, mentre sulla faccia interna è un’erma di Satiro con una pigna, un pomo e un altro frutto sulla base. Attorno all’erma si affollano due Amorini: l’uno reca la cista mistica contenente il fallo, l’altro ha appena svelato la stessa cista. In alto a destra si staglia l’immagine di due grandi cembali. I rilievi contengono quindi molti elementi che rievocano l’atmosfera delle Attideia, le cerimonie che commemoravano la morte e la resurrezione di Attis, consorte e vittima della dea Cibele, introdotte dall’imperatore Claudio (41-54 d.C.) nel calendario romano.
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