Le indagini sul giovane morto alla festa di Halloween: sequestrato stupefacente sintetico. Un arresto
LEANDRO DEL GAUDIO È la droga dei rave e degli sballi in discoteca o nelle feste private. Si diluisce nell’acqua, si succhia tra lingua e palato, in alcuni casi viene squagliata sul fuoco e inalata. Non costa molto - non più di 25 euro per un quarto di grammo, la dose base - e, con ogni probabilità, a Napoli ha già ucciso una volta. Ne sono convinti gli uomini della Narcotici, che ieri hanno disposto il primo grande sequestro in Italia del cosiddetto «shaboo», l’ultimo ritrovato in materia di sostanze da sballo. La chiamano la droga dei Filippini (è originaria di Manila), ma anche «Ice» o semplicemente «chicco», perché simile a un cristallo di sale grosso: da ieri mattina ha anche un preciso canale di rifornimento locale. L’altra mattina, l’arresto di Ferdinando Fasano, 38 anni, accusato di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. Residente nella zona dei Camaldoli, custodiva in casa oltre settantamila pasticche di ecstasi, oltre a una notevole quantità di «shaboo», roba che se messa sul mercato avrebbe garantito guadagni a cinque zeri. Non un insospettabile, dal momento che gli uomini della Narcotici lo tenevano da tempo sotto controllo, Fasano non è neppure il classico pusher della mala Napoli. Nulla a che vedere con le Vele di Scampia o con le dosi calate dal balcone tra i vicoli di Forcella o dei Quartieri Spagnoli: la vita di Fasano - secondo le prime indagini - iniziava dopo mezzanotte: e ruotava attorno ai circuiti del divertimento, discoteche e party a Napoli e in provincia. L’arresto scatta nel bel mezzo dell’inchiesta sulla morte di Pasquale Russo, il 23enne deceduto dopo aver preso parte a una festa alla Mostra d’Oltremare, durante la notte di Halloween, siamo tra il 31 ottobre e il primo novembre. Un’inchiesta ancora aperta (alla quale risulta estranea la posizione di Fasano) che attende l’esito di una perizia tossicologica sul corpo del ragazzo. Eppure gli inquirenti della Mobile non escludono che Pasquale Russo possa essere stato stroncato proprio dai famigerati «chicchi». Magari miscelati con medicine che in genere «accompagnano» alcool e sostanze stupefacenti. Ma il boom cittadino dello «shaboo» tiene in allerta gli investigatori. Si tratta infatti di droga troppo nuova per il mercato napoletano, che rischia di colpire chi non ne controlla il dosaggio, chi è semplicemente alle prime armi in materia di sballo festaiolo. Il concentrato di metanfetamina si sta imponendo sul mercato. Ha un suo canale di approvvigionamento, sbarcando in Europa via Paesi Bassi, per raggiungere Milano, Roma e Napoli. Magari utilizzando anche i canali (sperimentati) sulle rotte della Spagna. Dopo la morte di Pasquale Russo, dunque, le indagini (condotte anche dai carabinieri) hanno cercato di individuare gli spacciatori che forniscono giovani frequentatori dei locali notturni. Il primo a finire in cella è stato Fasano. Oltre alle 70mila pasticche di ecstasy, l’uomo custodiva nella propria abitazione anche 500 grammi di hashish, un chilo e mezzo di «shaboo». Ora, per dare una risposta certa alla morte del 23enne, occorre stabilire la causa del decesso, al termine della perizia tossicologica, nel corso delle indagini coordinate dal pm Vincenzo Piscitelli.
LEANDRO DEL GAUDIO È la droga dei rave e degli sballi in discoteca o nelle feste private. Si diluisce nell’acqua, si succhia tra lingua e palato, in alcuni casi viene squagliata sul fuoco e inalata. Non costa molto - non più di 25 euro per un quarto di grammo, la dose base - e, con ogni probabilità, a Napoli ha già ucciso una volta. Ne sono convinti gli uomini della Narcotici, che ieri hanno disposto il primo grande sequestro in Italia del cosiddetto «shaboo», l’ultimo ritrovato in materia di sostanze da sballo. La chiamano la droga dei Filippini (è originaria di Manila), ma anche «Ice» o semplicemente «chicco», perché simile a un cristallo di sale grosso: da ieri mattina ha anche un preciso canale di rifornimento locale. L’altra mattina, l’arresto di Ferdinando Fasano, 38 anni, accusato di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. Residente nella zona dei Camaldoli, custodiva in casa oltre settantamila pasticche di ecstasi, oltre a una notevole quantità di «shaboo», roba che se messa sul mercato avrebbe garantito guadagni a cinque zeri. Non un insospettabile, dal momento che gli uomini della Narcotici lo tenevano da tempo sotto controllo, Fasano non è neppure il classico pusher della mala Napoli. Nulla a che vedere con le Vele di Scampia o con le dosi calate dal balcone tra i vicoli di Forcella o dei Quartieri Spagnoli: la vita di Fasano - secondo le prime indagini - iniziava dopo mezzanotte: e ruotava attorno ai circuiti del divertimento, discoteche e party a Napoli e in provincia. L’arresto scatta nel bel mezzo dell’inchiesta sulla morte di Pasquale Russo, il 23enne deceduto dopo aver preso parte a una festa alla Mostra d’Oltremare, durante la notte di Halloween, siamo tra il 31 ottobre e il primo novembre. Un’inchiesta ancora aperta (alla quale risulta estranea la posizione di Fasano) che attende l’esito di una perizia tossicologica sul corpo del ragazzo. Eppure gli inquirenti della Mobile non escludono che Pasquale Russo possa essere stato stroncato proprio dai famigerati «chicchi». Magari miscelati con medicine che in genere «accompagnano» alcool e sostanze stupefacenti. Ma il boom cittadino dello «shaboo» tiene in allerta gli investigatori. Si tratta infatti di droga troppo nuova per il mercato napoletano, che rischia di colpire chi non ne controlla il dosaggio, chi è semplicemente alle prime armi in materia di sballo festaiolo. Il concentrato di metanfetamina si sta imponendo sul mercato. Ha un suo canale di approvvigionamento, sbarcando in Europa via Paesi Bassi, per raggiungere Milano, Roma e Napoli. Magari utilizzando anche i canali (sperimentati) sulle rotte della Spagna. Dopo la morte di Pasquale Russo, dunque, le indagini (condotte anche dai carabinieri) hanno cercato di individuare gli spacciatori che forniscono giovani frequentatori dei locali notturni. Il primo a finire in cella è stato Fasano. Oltre alle 70mila pasticche di ecstasy, l’uomo custodiva nella propria abitazione anche 500 grammi di hashish, un chilo e mezzo di «shaboo». Ora, per dare una risposta certa alla morte del 23enne, occorre stabilire la causa del decesso, al termine della perizia tossicologica, nel corso delle indagini coordinate dal pm Vincenzo Piscitelli.
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