L’incontro dei capi di governo e dei ministri a Palazzo Reale e Castel dell’Ovo. Il caso della stretta di mano | |
Zapatero: a Napoli come a casa | |
Vertice Italia-Spagna, il premier iberico promette: questa città merita una visita più lunga | |
E oggi Prodi a Nola per l’inaugurazione del Vulcano Buono firmato Piano | |
PAOLO RUSSO Entra in una reggia, poi in un castello. E si sente subito a casa, in un angolo di Spagna. «Bella, bellissima Napoli. Non c’è un’altra città più spagnola nel mondo». Ma cinque ore sono poche per visitarla. E allora, piccolo stappo al cerimoniale. Per scoprire un altro castello e la rada che fu dei galeoni, chiede al suo corteo di auto blu di attraversare via Caracciolo, via Partenope e via Acton sfiorando il Maschio Angioino prima di raggiungere il palazzo meno spagnolo della piazza, la Prefettura. Un altro pezzo di Napoli sarà la moglie Sonsoles a raccontaglierlo appena risaliti in aereo, alle 17 in punto, al termine del vertice italo-spagnolo che ieri Napoli ha ospitato in una limpida e fredda giornata di sole. José Luis Rodrìguez Zapatero con Prodi a Palazzo Reale e a Castel dell’Ovo. Le mogli in visita agli scavi di Pompei, e poi al San Carlo prima di una pizza in via Chiaia, saltando il pranzo ufficiale con i mariti. «Città piena di storia spagnola, è come sentirsi a casa», dice il premier Zapatero aprendo la conferenza stampa con Prodi, che poi è stato il momento conclusivo, alle 14, del vertice in cui - discutendo di politica europea, economia e trasporti - si sono «ulteriormente rinsaldati legami, intese e collaborazioni tra Italia e Spagna». La «cumbre» comincia alle 11.30 in punto a Palazzo Reale. Prodi e Zapatero arrivano insieme sul tappeto rosso di piazza Plebiscito, salutati da trecento bandierine (italiane e spagnole) sventolate dagli alunni delle elementari. I due premier interrompono il passo, deviano verso le transenne e salutano i bambini prima di raggiungere i ministri e le autorità schierate all’ingresso della reggia. Fuori cerimoniale anche il saluto di Zapatero a D’Alema: di slancio e prima di quanto dettato dai tempi del picchetto d’onore. Sorride il ministro degli Esteri: «no, prima di là...». E sorride anche Zapatero, che quindi passa in rassegna i reparti per il saluto ufficiale. Sullo sfondo, in piazza Trieste e Trento, i sit-in dei disoccupati e degli studenti del conservatorio. Quindi l’ingresso a Palazzo Reale dove nel colpo d’occhio delle statue dei re (spagnoli quattro su otto) spuntano anche i 14 container della Msc all’interno dei quali è allestita la mostra degli Annali dell’architettura. Antico e moderno, ma è la sala che accoglie il vertice a riempire di storiche suggestioni la riunione dei governi italiano e spagnolo. Manco a dirlo, è il «Salone delle diplomazie», conosciuto anche come «Anticamera di Sua Maestà». Zapatero poco dopo visiterà le due mostre allestite nella reggia, ma è il soffitto di quel salone a colpirlo. A dominare dall’alto il tavolo del vertice sono i «Fasti di Alfonso d’Aragona». Un dipinto di Corenzio, su cui compare una frase scritta in spagnolo che ricorda l’ingresso a Napoli del «re di Aragona, di Sicilia, di Valencia, di Maiorca e conte di Barcellona». Zapatero lo nota, si sofferma a leggere la scritta, e si sente ancora di più a casa. Al punto da confidare, all’uscita da Castel dell’Ovo, il suo rammarico: voleva rimanere qualche ora in più a Napoli. Invece si è dovuto accontentare di una reggia, un castello, e del piccolo tratto da Palazzo Reale a Castel dell’Ovo, attraversando Santa Lucia all’andata e via Partenope al ritorno in Prefettura per il pranzo di gala. Alle 16,30 la delegazione spagnola (sorridenti i ministri con la cravatta di Marinella ricevuta in omaggio sotto braccio) lascia piazza del Plebiscito. Per Zapatero e signora non c’è che l’ultimo pezzo di Napoli da scoprire. Le immagini scorrono sui vetri a specchio blindati dell’auto diretta a Capodichino.
2 commenti:
Uno schieramento di ministri, ma non una parola su Napoli, che qualche domanda da porre al governo pure ce l'avrebbe. Solo la voce di Zapatero che dice: mi sento come a casa mia. Allora una cosa. Ma perché per l'incontro sono venuti qui?
(http://secondapoli.blogspot.com)
Perche non:)
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