Il presidente Olivero: «Attendiamo la traduzione dell’accordo in legge. Non vengano tradite le intenzioni annunciate. Ma si allarghi il confronto istituzionale al Terzo Settore»
Giudizio sostanzialmente positivo delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sul Protocollo d’intesa su “previdenza, lavoro e competitività” siglato nei giorni scorsi da governo e parti sociali, “per l’quità e la crescita sostenibili”. «Un documento equilibrato - secondo il presidente delle Acli Andrea Olivero – innanzitutto per la sua organicità, che tiene sostanzialmente insieme, in un quadro complessivo non ancora in ordine, le ragioni di equità sociale e compatibilità economico-finanziarie». «La volontà e la decisione di guardare ai problemi nel loro insieme – afferma Olivero –, in una prospettiva che travalica la stessa legislatura, è l'unico modo appropriato per affrontare riforme di questa portata».
Bene anche, per le Acli, «il tentativo di porre in essere un riequilibrio tra le generazioni». «Finalmente – commenta Olivero - si pone con decisione il problema dei giovani, toccando alcuni punti chiave per dare speranza ai lavoratori flessibili: copertura figurativa piena, totalizzazione, accesso al credito, riscatto della laurea...». «Certo – continua il presidente delle Acli – mentre riguardo alle pensioni da erogare nei prossimi anni si è stati attenti al dettaglio, con risultati sostanzialmente equi (con qualche distinguo per i lavoratori autonomi), per quanto riguarda i giovani il protocollo poteva osare di più, ponendo ad esempio riferimenti più precisi rispetto alle misure previdenziali volte a garantire l'entità delle future pensioni».
«Sarebbe stato utile in questo senso allargare il confronto alle rappresentanze dei giovani e in particolare del Terzo Settore – critica Olivero –. Avremmo avuto probabilmente meno polemiche e ricatti politici e più proposte concrete e coraggiose per il futuro del Paese. Il Terzo settore in questi anni è stato il più importante gestore, insieme allo Stato, del welfare italiano, e ha la titolarità secondo noi per partecipare ai tavoli di concertazione sociale».
Sullo lo scontro politico in corso e le annunciate battaglie d’autunno, il presidente delle Acli commenta: «Noi attendiamo la traduzione dell’accordo in legge. Augurandoci che non vengano tradite le intenzioni annunciate e riservandoci un giudizio più articolato sui singoli punti. Ben venga quindi, in autunno, il dibattito politico su questi temi, perché sono quelli veri, intorno ai quali si concentrano necessità e aspettative dei cittadini. Ma si allarghi il confronto istituzionale al Terzo Settore. Nessuna importante riforma del welfare può essere fatta senza coinvolgere anche quelle forze che, più dinamiche e innovatrici perché maggiormente a contatto con i problemi ed i territori, possono creare opinione pubblica e consenso sociale».
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