domenica, agosto 05, 2007

i blog dettano la linea alla politica ( almeno in America).


il web detta i temi della campagna democratica: vogliamo essere decisivi
Hillary, Edwards, Obama si inchinano ai blog
Tutti i candidati al raduno di Chicago degli attivisti liberal
  • www.dailykos.com


  • NEW YORK—Si autodefiniscono con baldanza «il quinto potere», corroborando la tesi dell’influente pensatore francese Bernard-Henri Lévy che ha parlato addirittura di «anno dei blog: quando si è capito che i giornali potevano sparire perché tutti erano giornalisti, ciascuno aveva il suo punto di vista, e tutti i punti di vista avevano egual valore». Ma nell’America sempre più snervata dalla guerra in Iraq la blogosfera di sinistra sembra avere una marcia in più. Tanto da riuscire a condizionare persino una candidata «eccellente» come Hillary Clinton, prima in tutti i sondaggi, che fino a ieri non si sarebbe neppure sognata di dialogare con lo zoccolo duro della mobilitazione pacifista a stelle e strisce. La stessa che un tempo organizzava sit-in di protesta nei campus e nelle piazze per fischiare le sue politiche «perniciosamente guerrafondaie ».
    Dopo aver scatenato un putiferio sui loro siti web per aver declinato il loro invito, Hillary ha cambiato idea e questo week-end ha incontrato i blogger liberal pervenuti a Chicago per la YearlyKos Convention: il più importante forum di attivisti e blogger progressisti del Paese. Presenti altri cinque candidati presidenti, compresi i suoi principali avversati BarackObama e John Edwards. E l’ex first lady ha accettato di rispondere senza riserve anche alle domande più ostiche di quella che, insieme alla destra conservatrice, resta la componente di elettorato a lei più elusiva. Una prova del fuoco cui neppure Hillary ha potuto sfuggire nell’America di Internet che si sta dimostrando uno dei teatri principali dello scontro politico per le prossime elezioni.
    Il match di Chicago è stato cattivo, ma non cattivissimo, come forse speravano gli utenti di blog quali «My Left Wing», «The Rude Pundit», «Daily Kos», «Eschaton», «The Smir king Chimp», dove fino a qualche mese fa Hillary era uno dei bersagli preferiti, insieme a George Bush e Dick Cheney. I tempi sono cambiati. «Schierandosi alla fine in modo deciso per il ritiro dall’Iraq e per la riduzione dei fondi alla guerra di George Bush», scrive il New York Times, «Hillary Clinton è riuscita a farsi perdonare quasi del tutto il peccato originale del suo voto nel 2002 a favore dell’autorizzazione all’invasione dell’Iraq». Adirlo, sono i sondaggi (il 69% dei pacifisti oggi l’appoggiano, contro solo il 56% di un anno fa).
    E, ma con molte riserve, gli stessi blogger liberal. «Grazie al suo voto per togliere fondi alla guerra e in sostegno del ritiro, è riuscita a disinnescare il problema del suo voto pro-intervento in Iraq del 2002, in modo molto consistente», ha dichiarato Medea Benjamin, leader di Code Pink, il gruppo di donne pacifiste che in passato fischiavano ogni suo comizio. «Eppure—mette in guardia — una minoranza di noi giudica grave che non si sia mai voluta scusare per quel voto». Markos Moulitsas, fondatore del sito Daily Kos ed uno degli animatori della Convention arrivata alla seconda edizione, ritiene che la Clinton abbia fatto «un eccellente lavoro ad offuscare la sua posizione sulla guerra ».
    «Non so se il suo programma e la sua retorica siano coincidenti — avverte commentando la proposta di Hillary di lasciare un vasto contingente militare in Iraq anche dopo averne diminuito l’impegno bellico — ma i suoi documenti programmatici paiono ben diversi dalle sue parole». Milioni di americani di ogni età, razza e ceto sociale che animano i blog e che, grazie a Internet, hanno fondato una sorta di terzo partito, non staranno a guardare. «La sinistra americana è forte ed è tornata all’attacco», spiega Moulitsas, «Siamo una comunità unita da valori comuni e non accetteremo più tradimenti. Né da destra, né da sinistra».
    Alessandra Farkas

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