domenica, luglio 15, 2007

Nasce lo Sportello informatico dedicato allo sviluppo delle iniziative di agricoltura sociale.

ACLITERRA, AIAB, ALPA, CIA di Roma, CNCA Lazio, Rete Fattorie Sociali, con la collaborazione dell’Università degli Studi della Tuscia, hanno deciso di dar vita ad uno Sportello informatico per accompagnare gli agricoltori, gli operatori sociosanitari e gli animatori dello sviluppo locale nella creazione di iniziative di agricoltura sociale.
L’indirizzo web dello Sportello è www.fattoriesociali.com
L’agricoltura sociale comprende tutte le attività agricole o a queste connesse in grado di generare benessere nei confronti di persone deboli, in particolare di minori che vivono in condizione di disagio, donne che hanno subito violenze, portatori di handicap, tossicodipendenti, detenuti ed anziani non autosufficienti. Si tratta di una specifica declinazione della multifunzionalità dell’azienda agricola, che permette di creare reddito aggiuntivo a vantaggio dell’agricoltore e di diffondere servizi alle persone a beneficio del territorio.
Lo Sportello fornisce informazioni e indicazioni operative sull’agricoltura sociale avvalendosi di un gruppo di esperti in diverse discipline.
Particolare cura è riservata alle notizie riguardanti le politiche pubbliche e le normative di riferimento, nonché i partenariati pubblico-privati e le “buone pratiche” di agricoltura sociale.
Una sezione specifica del sito è dedicata al “Come fare per…” ed alle attività formative, che in seguito potranno essere svolte anche a distanza.
Sono inoltre previsti rinvii ad altri siti nazionali e internazionali che si occupano della materia, specie nel campo della ricerca e della sperimentazione.
Sono infine fornite notizie e recapiti delle “fattorie sociali” che aderiscono all’iniziativa e si intende dare conto di tutte le attività di animazione promosse dalle Organizzazioni che danno vita allo Sportello informatico, le quali sono accomunate dall’impegno a:
- riprodurre i valori di solidarietà, reciprocità e mutuo aiuto e il patrimonio storico, architettonico, culturale e creativo che rendono tipica la ruralità;
- favorire nuove forme di welfare territoriale che valorizzino le specificità e le risorse produttive, ambientali, culturali e sociali delle aree rurali;
- ampliare la collaborazione tra imprese agricole, istituzioni pubbliche e soggetti del terzo settore e dell’economia civile per migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale dei soggetti svantaggiati;
- costruire legami forti con il mondo del consumo critico e dei gruppi di acquisto solidale mediante la gestione e la diffusione di marchi etici che valorizzino prodotti e servizi aziendali.
In Italia le esperienze di agricoltura sociale sono quasi 2000 ed è prevedibile che in futuro diventino più numerose. Di esse 470 vedono protagoniste le cooperative sociali, circa 500 sono comunità, fondazioni, associazioni onlus. Le aziende agricole vere e proprie sono oltre un migliaio, condotte da donne e da giovani.
Nella maggior parte dei casi si praticano l’agricoltura biologica e la vendita diretta nelle aziende, nei mercatini o rifornendo i gruppi di acquisto.
Le produzioni più diffuse sono quelle orticole, in serra e a cielo aperto, accanto a vigneti, oliveti e frutteti. Quasi ovunque ci sono piccoli allevamenti di galline, conigli, anatre e alveari. Si va, inoltre, diffondendo la presenza di asinelli, per la particolare attitudine di questi animali a porsi in relazione con persone svantaggiate.
Nelle “fattorie sociali” trovano accoglienza persone per le quali la conduzione dell’attività agricola è occasione di riabilitazione e di inserimento lavorativo, temporaneo o stabile. Una pianta o un animale non discrimina e con essi chiunque è in grado di stabilire una relazione e trovare una ragione per continuare a vivere in modo dignitoso.

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