Le Associazioni impegnate per le vittime di tratta umana, fra cui le Acli, hanno espresso la propria soddisfazione per la direttiva relativa al permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale ai sensi dell’art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione, recentemente firmata da Amato.
La circolare, definita dalle Associazioni «quanto mai opportuna», ha lo scopo di favorire una applicazione piena ed omogenea, da parte delle questure, dell’art. 18 che prevede il rilascio di uno speciale permesso di soggiorno alle persone vittime di violenza e grave sfruttamento e la loro partecipazione ad un programma di assistenza e integrazione sociale.
L’articolo 18 è stato fino ad oggi «sotto utilizzato e applicato in maniera disomogenea», secondo Acli, Cnca, Gruppo Abele, Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Associazione on the road, Save the children Italia onlus.
«Dare indicazione alle questure – hanno dichiarato - sul pieno utilizzo dell’art. 18 significa contribuire a superare il limitante approccio premiale. Esso non è un approccio premiale: le persone vittime di tratta sono vittime e non complici della criminalità. Occorre non condizionare tutela e permesso di soggiorno alla loro collaborazione, proprio come prevede l’articolo 18».
La circolare, secondo le Associazioni, deve costituire un primo passo per rendere più sinergica e incisiva l’azione di tutela delle vittime della tratta e la lotta al fenomeno criminale.
Snellire le procedure per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno, risolvere le problematiche connesse ai provvedimenti di espulsione e indicare i procedimenti per l’iscrizione anagrafica presso i Comuni dei cittadini Ue vittime della tratta saranno gli ulteriori passi da compiere sul percorso indicato dalla circolare del ministro Amato.
La circolare, definita dalle Associazioni «quanto mai opportuna», ha lo scopo di favorire una applicazione piena ed omogenea, da parte delle questure, dell’art. 18 che prevede il rilascio di uno speciale permesso di soggiorno alle persone vittime di violenza e grave sfruttamento e la loro partecipazione ad un programma di assistenza e integrazione sociale.
L’articolo 18 è stato fino ad oggi «sotto utilizzato e applicato in maniera disomogenea», secondo Acli, Cnca, Gruppo Abele, Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Associazione on the road, Save the children Italia onlus.
«Dare indicazione alle questure – hanno dichiarato - sul pieno utilizzo dell’art. 18 significa contribuire a superare il limitante approccio premiale. Esso non è un approccio premiale: le persone vittime di tratta sono vittime e non complici della criminalità. Occorre non condizionare tutela e permesso di soggiorno alla loro collaborazione, proprio come prevede l’articolo 18».
La circolare, secondo le Associazioni, deve costituire un primo passo per rendere più sinergica e incisiva l’azione di tutela delle vittime della tratta e la lotta al fenomeno criminale.
Snellire le procedure per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno, risolvere le problematiche connesse ai provvedimenti di espulsione e indicare i procedimenti per l’iscrizione anagrafica presso i Comuni dei cittadini Ue vittime della tratta saranno gli ulteriori passi da compiere sul percorso indicato dalla circolare del ministro Amato.
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