venerdì, giugno 22, 2007

Colf straniere: il 57% lavora in nero. guadagnano in media 880 euro al mese per 42 ore di lavoro a settimana, le irregolari prendono meno di 750 euro

Solo il 25% delle collaboratrici domestiche vuole rimanere in Italia
Colf straniere: il 57% lavora in nero
Indagine Iref: guadagnano in media 880 euro al mese per 42 ore di lavoro a settimana, ma le irregolari prendono meno di 750 euro

ROMA - Lavorano in nero, del tutto o in parte, nel 57% dei casi, 6 su 10 vivono lontane dai figli o dal marito, si sentono membri della famiglia per cui lavorano nel 60% dei casi ma solo una su 4 è intenzionata a rimanere in Italia. È la fotografia delle Collaboratrici domestiche straniere in italia quale emerge dall indagine «Il Welfare fatto in casa» realizzata dall'Iref, Istituto di ricerche educative e formative delle Acli, presentata a Roma.
STIPENDI - Le colf guadagnano in media 880 euro al mese per 42 ore di lavoro a settimana. Esiste però una differenza di stipendio tra le collaboratrici regolari e quelle che non lo sono. Le prime godono di maggiori garanzia economiche e guadagnano anche 1.000 euro al mese; le colf irregolari o che sono in Italia da meno di 2 anni hanno un guadagno medio di 750 euro. Anche il costo delle ore di straordinario varia a seconda della regolarità o meno delle collaboratrici. Lavorare oltre 40 ore settimanali frutta alle colf irregolari solo 145 euro in più, a fronte dei 300 euro che guadagnano le collaboratrici in regola.
L'INDAGINE - Dall'indagine emerge appunto che solo il 25% delle colf vuole rimanere in Italia contro la maggioranza che è intenzionata, invece, a tornare in Patria o spostarsi altrove, al più presto (28%) o non appena conclusa l'esperienza lavorativa (47%), purchè duri solo pochi anni ancora (60%). Sono in particolare coloro che assistono persone non autosufficienti o convivono con la persona assistita, le cosiddette «badanti», a non voler portare avanti il proprio lavoro ancora per molto (69-70%). Del resto, già al momento della partenza, 6 donne su 10 pensavano di venire in Italia soltanto il tempo necessario per risparmiare dei soldi. È un futuro dunque piuttosto incerto quello del welfare italiano «fatto in casa».
Welfare: Bobba, contro lavoro nero badanti più detrazioni
''E' vergognoso che il 57 per cento delle badanti straniere lavori senza contratto. Non possiamo permetterlo. La tutela delle loro condizioni lavorative passa anche per il sostegno alle famiglie italiane, attraverso la predisposizione, gia' nella prossima Finanziaria, di aumenti per la detraibilita' delle spese per le badanti straniere in misura maggiore dei poco piu' dei 400 euro annui previsti ad oggi''. Lo dice il senatore dell'Ulivo Luigi Bobba, a commento dell'indagine nazionale delle Acli e realizzata dall'Iref 'Il Welfare fatto in casa' sulla condizione delle collaboratrici domestiche straniere. ''Se per la casa la detrazione attuale possibile e' fino al 41per cento, per le persone sarebbe giusto prevedere una misura pari al 50 per cento. La regolarizzazione delle badanti straniere - spiega Bobba - contrasterebbe il sommerso, favorendo nuovi versamenti sia previdenziali che fiscali non generando, quindi, oneri rilevanti per le casse dello Stato. Nelle scorse Finanziarie - osserva Bobba - sono state previste detrazioni per la casa, per i decoder, per i frigoriferi: perche' non aiutare chi si prende cura di chi non e' autosufficiente? Rendere visibile il 'welfare invisibile' permetterebbe di aiutare le badanti straniere e le famiglie italiane che, senza di loro, si troverebbero in serie difficolta' per l'organizzazione della vita quotidiana. Gia' si muovono passi per favorire la loro inclusione sociale e professionale, per esempio con le discussioni sul ricongiungimento familiare e sul permesso di lungo periodo. Ma l'augurio - conclude Bobba - e' che l'impegno continui a trovare spazio nelle politiche familiari del governo e della maggioranza che lo sostiene''.


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