domenica, febbraio 11, 2007

Roma, vergogna fischi, poi gli applausi. Per gli ultrà la guerra non è finita

Bilancio positivo nella prima giornata dopo la morte di Raciti
Anche a Torino la maggior parte del pubblico sovrasta i cori della curva
Roma, vergogna fischi, poi gli applausi
Per gli ultrà la guerra non è finita

ROMA - A Roma i fischi e le spalle degli ultrà, sovrastati dall'applauso del pubblico (ma nessuno dei giocatori va a festeggiare sotto la curva, speriamo non sia un caso). A Torino i cori che disturbano il minuto di silenzio: anche lì, applausi per Raciti. A Palermo una bimba porta una rosa a un agente, a Perugia fiori davanti alla questura. A Bergamo un petardo esplode nella curva vuota. A Verona gli ultrà dell'Inter tifano fuori dallo staido, qualcuno aveva dei petardi. A Marassi, lo sciopero del tifo dei supporter della Samp, che protestano contro un decreto "troppo duro".
E' stata questa la domenica del calcio, nove giorni dopo la morte dell'agente Raciti. Una maggioranza che applaude, una minoranza rumorosa e, in alcuni casi, stupida. Come se gli ultrà non avessero capito.
L'episodio più grave a Roma. Per effetto del Daspo preventivo, i tifosi che hanno fischiato e che hanno voltato le spalle al campo potrebbero essere allontanati dagli stadi. Ovviamente la procedura di identificazione è molto difficile.
"Non sono fischi giustificati - sostiene Rosella Sensi, ad della Roma - ma io ho sentito tutto il resto del pubblico applaudire. Bisogna capire questi momenti e ricordare l'ispettore Raciti. Il calcio riparte con grande senso di responsabilità e cerca di migliorarsi. Vogliamo dimostrare che c'è tanto di bello in questo sport e la maglia che hanno indossato i nostri giocatori prima della partita è un segnale dei tanti che vogliamo dare".
Il comportamento del pubblico è stato stigmatizzato dagli allenatori Spalletti (Roma) e Zaccheroni (Torino). L'allenatore del Milan Ancelotti ha definito i fischi "inconcepibili".
Molto scarsa la presenza di tifosi ospiti nei vari campi. In alcuni, come Cagliari, non sono stati nemmeno ammessi. In altri, come Torino, erano pochissimi. (11 febbraio 2007)

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