“Solidarietà e sicurezza… Tutt’insieme, contro la criminalità!!!”, il progetto promosso dalla Provincia di Caserta finalizzato alla creazione di una rete territoriale di interventi integrati ed alla promozione di strategie efficaci volte all’abbattimento delle condizioni di isolamento in cui vengono a trovarsi le vittime di reati ed, in generale, di contrasto alla criminalità, si è spostato da Maddaloni a Mondragone, a S. Maria Capua Vetere, a San Felice a Cancello, a Casal di Principe.
Un vero e proprio seminario itinerante, parte di una serie di iniziative organizzate dall’Assessorato Provinciale all’Università e Ricerca Scientifica, Trasparenza e legalità, avvalendosi del partenariato di soggetti particolarmente qualificati del mondo economico e sociale della Provincia di Caserta, quali la Camera di Commercio, l’Unione Industriali, la Confartigianato, le Associazioni delle Piccole industrie, la Confcommercio, le Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani, la Confesercenti.
Tra i contributi più incisivi sicuramente quello delle ACLI di Caserta, rappresentato dal loro Presidente provinciale prof. Michele Zannini in occasione del Seminario di Maddaloni e, recentemente, di Casal di Principe, presso l’Università per la Legalità e lo Sviluppo.
Per il Presidente delle ACLI Zannini servono prevenzione, solidarietà ed educazione alla legalità, coltivate da una sinergia di azioni che diano effettiva dimensione civile alle forme giuridiche di assistenza, di sostegno e di tutela di tutte le vittime di reato.
Lo Stato ha il dovere di garantire sempre, come fondamentale strumento di contrasto alle forme di criminalità che minacciano la sicurezza delle persone, i diritti di cittadinanza che qualificano la dimensione civile e democratica delle comunità locali.
Se molto poco ancora vengono denunciati i reati è perché ancora non sono adeguatamente garantite condizioni sociali di sicurezza come una piena efficacia della giustizia ed il controllo democratico del territorio.
La paura diffusa non è un sentimento astratto; è l’effetto di un disagio profondo e radicato nel silenzio di vittime impaurite, terrorizzate dalle minacce e quindi sostanzialmente sole.
Per Zannini, ben oltre le azioni che svolgono le Associazioni “riconosciute” e le Fondazioni, servono l’impegno, la partecipazione, la solidarietà di un complesso molto più vasto e articolato di presenze che fa riferimento alla cultura e alla pratica di soggetti, i più diversi, che sul territorio svolgono iniziative di associazionismo, di lavoro cooperativo e comunitario, di progettazione culturale, di assistenza, di tutela, di accoglienza, di promozione: dalle parrocchie al volontariato, alle associazioni di promozione sociale, ai gruppi dell’animazione culturale e sportiva, alle scuole, che hanno la capacità di mettere in campo una rete di informazioni, di esperienze di solidarietà, di aiuto morale e psicologico, che manifesta in maniera forte e visibile una alleanza irrinunciabile tra Istituzioni e società civile.
Contro una criminalità che ha molto raffinato le sue forme di intervento serve un movimento popolare di contrasto dentro un percorso insieme culturale e civile che mette in campo la volontà e le azioni delle Istituzioni ad ogni livello, ma anche quelle delle grandi imprese, del sistema creditizio, della scuola e di un ampio spettro di soggetti in grado di promuovere nelle coscienza una reazione di libertà, di trasparenza, di solidarietà.
Serve per Zannini una risposta sociale e di massa, insieme politica e civile, educativa e propositiva.
Tra i contributi più incisivi sicuramente quello delle ACLI di Caserta, rappresentato dal loro Presidente provinciale prof. Michele Zannini in occasione del Seminario di Maddaloni e, recentemente, di Casal di Principe, presso l’Università per la Legalità e lo Sviluppo.
Per il Presidente delle ACLI Zannini servono prevenzione, solidarietà ed educazione alla legalità, coltivate da una sinergia di azioni che diano effettiva dimensione civile alle forme giuridiche di assistenza, di sostegno e di tutela di tutte le vittime di reato.
Lo Stato ha il dovere di garantire sempre, come fondamentale strumento di contrasto alle forme di criminalità che minacciano la sicurezza delle persone, i diritti di cittadinanza che qualificano la dimensione civile e democratica delle comunità locali.
Se molto poco ancora vengono denunciati i reati è perché ancora non sono adeguatamente garantite condizioni sociali di sicurezza come una piena efficacia della giustizia ed il controllo democratico del territorio.
La paura diffusa non è un sentimento astratto; è l’effetto di un disagio profondo e radicato nel silenzio di vittime impaurite, terrorizzate dalle minacce e quindi sostanzialmente sole.
Per Zannini, ben oltre le azioni che svolgono le Associazioni “riconosciute” e le Fondazioni, servono l’impegno, la partecipazione, la solidarietà di un complesso molto più vasto e articolato di presenze che fa riferimento alla cultura e alla pratica di soggetti, i più diversi, che sul territorio svolgono iniziative di associazionismo, di lavoro cooperativo e comunitario, di progettazione culturale, di assistenza, di tutela, di accoglienza, di promozione: dalle parrocchie al volontariato, alle associazioni di promozione sociale, ai gruppi dell’animazione culturale e sportiva, alle scuole, che hanno la capacità di mettere in campo una rete di informazioni, di esperienze di solidarietà, di aiuto morale e psicologico, che manifesta in maniera forte e visibile una alleanza irrinunciabile tra Istituzioni e società civile.
Contro una criminalità che ha molto raffinato le sue forme di intervento serve un movimento popolare di contrasto dentro un percorso insieme culturale e civile che mette in campo la volontà e le azioni delle Istituzioni ad ogni livello, ma anche quelle delle grandi imprese, del sistema creditizio, della scuola e di un ampio spettro di soggetti in grado di promuovere nelle coscienza una reazione di libertà, di trasparenza, di solidarietà.
Serve per Zannini una risposta sociale e di massa, insieme politica e civile, educativa e propositiva.
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