sabato, gennaio 27, 2007

NIL DIFFICILE VOLENTI. Il manifesto dei Volenterosi

Era il 1994 quando il professor Prodi, insieme al premio Nobel Modigliani e altri autorevoli economisti, firmò un appello all’allora premier Berlusconi stigmatizzando la scelta di quel governo di rinunciare alla riforma delle pensioni. Era il 1997 quando, divenuto Prodi presidente del Consiglio, si insediò una commissione presieduta dal professor Paolo Onofri che elaborò alcune serie proposte di riforma, rimaste lettera morta. Governare è difficile. Avere il coraggio di rischiare è ancora più difficile. Ma possono le inevitabili difficoltà frenare il futuro del nostro Paese?
Negli ultimi quindici anni, la politica e l’economia hanno subito una vera e propria rivoluzione: la competizione globale. Le protezioni che per decenni ci avevano consentito una vita tutto sommato comoda sono cadute: improvvisamente dall’est dell’Europa e dal sud est dell’Asia si sono affacciati sui nostri mercati imprese, lavoratori, governi che hanno in comune una straordinaria voglia di emergere e hanno poca pazienza per la qualità della vita, le protezioni sociali.
La prospettiva di vita sfiora, talvolta supera, gli 80 anni. L’accesso al mondo del lavoro avviene difficilmente prima dei 25 anni. Innalzare l’età pensionabile dei lavoratori sembra una bestemmia. Il concetto di merito invece di essere una stella polare appare come un attentato ai valori dell’eguaglianza e il rischio non coincide mai con l’opportunità. La concorrenza rischia di essere solo una parola di moda, cui però non seguono conseguenze. Scuola, sanità, previdenza, impresa, lavoro, trasporti, energia, telecomunicazioni, istituzioni: su questi dossier la competizione politica è a conservare, non a modernizzare.
E’ necessario rovesciare la prospettiva. Immaginare una scuola per gli studenti prima che per gli insegnanti, una sanità per i malati prima che per i medici, una previdenza per i pensionati di domani prima che per quelli di oggi o di ieri, incentivi alle imprese che accettano la sfida del mercato prima che a quelle in crisi, sostegno per chi cerca un lavoro prima che per chi già lo ha e magari non ha più troppa voglia di impegnarsi, ferrovie e linee aeree che si occupano di chi viaggia prima che di chi vi lavora protetto dall’inamovibilità, una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini prima che dei dipendenti pubblici. Chiedere tutto questo è difficile, è vero. Ottenerlo difficilissimo. Ma è terribilmente necessario. Noi pensiamo che sia un dovere volerlo fortissimamente. Il futuro è meno lontano di quello che crediamo.
Essere volenterosi è il minimo che possiamo offrire alle nuove generazioni ed ai tanti italiani che al rischio e al merito ci sono già arrivati. Perché – complice la Rete, gli Erasmus, o Interrail - vivono ed operano, direttamente o indirettamente, in un mondo più grande. Ad essi vogliamo suggerire che c’è anche una politica a cui vale la pena di partecipare perché è una politica che “rischia” e che “merita”.
I volenterosi si danno appuntamento a Milano lunedì 29 gennaio. L'adesione a questo manifesto non implica alcuna opzione tra partiti o schieramenti esistenti né circa la creazione di nuove formazioni o intese politiche: esso non intende aprire un nuovo “cantiere politico” oltre a quelli già aperti a sinistra, al centro e a destra. Esso intende, invece, offrire un contributo di idee ed energie a tutte le formazioni politiche oggi esistenti e a quelle in formazione, che siano disposte ad aprirsi a un profondo rinnovamento della cultura cui esse ispirano i propri programmi e la propria azione.
Nil difficile volenti.

Tra i firmatari:
Alberto Alesina Luigi Bobba Daniele Capezzone Enrico Cisnetto Giuliano Da Empoli
Franco Debenedetti Maurizio Ferrera Francesco Giavazzi Pietro Ichino Fiorella Kostoris Alberto Mingardi Paolo Messa Savino Pezzotta Antonio Polito Gustavo Piga
Nicola Rossi Bruno Tabacci

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