martedì, novembre 07, 2006

Napoli: la Veglia in Duomo segnale di vita.

Il Cardinale ha invitato la città ad una veglia di preghiera e digiuno capace di promuovere consapevolezza e speranza. Giorgio Bocca in tv, dopo aver evocato con malcelata simpatia i miseri appelli leghisti (Forza Vesuvio e Forza Etna) come possibilità di risoluzione del problema meridionale ha concluso che niente potrà cambiare e che per Napoli non c’è alcuna soluzione positiva possibile.
A prescindere dalle sfumature è oggi chiaro che la scelta tra impegno civile e
rassegnazione non può essere rinviata.
L’occasione proposta da Sepe può essere colta soprattutto dai giovani e dalle forze sociali.
Incontriamoci e riprendiamoci la città mettendo al centro il bene comune. Non voglio citare i mille esempi di partecipazione e di eccellenza presenti nell’area metropolitana. Credo però che sia ora di metterli insieme rendendo visibile la forza della città positiva agli indifferenti e ai delusi. Conquistare alla vita civile i ragazzi che si stanno formando, assicurare un circuito di scambio delle buone
pratiche, fornire alle istituzioni soprattutto quelle locali l’ architettura necessaria di un sentire comune, la base di consenso democratico di una società civile matura e consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri.
Non ci sono più le due città descritte da Cuoco, c’è una sola barca che deve salvarci tutti e potrà farlo se tutti remiamo responsabilmente. L’idea di salvarsi da soli non è più solo egoismo, è sciocca e perdente, è necessario salvarsi insieme e questa è la politica. Da mesi l’associazionismo cattolico ha intrapreso questa
strada. Le principali forze associative dando vita a Retinopera sin dallo scorso anno hanno scelto la città come luogo e percorso di partecipazione per la crescita culturale della società civile. Il degrado può essere battuto e l’obiettivo della qualità della vita urbana è possibile, anche se a molti non sembra probabile. La città normale deve irrobustire la rete della solidarietà praticando comportamenti personali e collettivi improntati a legalità e impegno.
Nei giorni scorsi ho visto a Miano al Don Guanella mille ragazzi del servizio civile pronti a combattere la dispersione scolastica. In Comune c’è la Iervolino che è persona limpida e determinata.
Napoli come le squadre di calcio che vanno in ritiro per ritemprarsi e mettere a fuoco le strategie e le tattiche, può andare una sera in Cattedrale come popolo in cammino. Non strada miracolistica né affidamento senza responsabilità. Il Cardinale infatti quando conclude i suoi interventi dice: che la Madonna ci accompagni non Ciuccio fa’ tu!. Camminare insieme, quindi, superando il corto circuito emergenza drammatizzazione reso liso dalla concomitanza della Finanziaria. Sull’attualità, infine, credo che abbia fatto più danni a Napoli la fine del Reddito Minimo di Inserimento che l’indulto. Ne riparleremo venerdì al Congresso provinciale delle ACLI napoletane che partirà, superando l’ autoreferenzialità tipica delle organizzazioni che tendono tutte a diventare corporative, offrendosi come luogo di confronto tra forze sociali ed istituzioni. Proponiamo legami associativi, valorizzazione delle risorse territoriali e soprattutto impegno per costruire
classi dirigenti diffuse.
Una prima partita dopo il ritiro in cattedrale.

da Repubblica ed Napoli 7 novembre 2006

1 commento:

Anonimo ha detto...

ottima iniziativa che valorizza la parte buona di Napoli. bravo il Cardinale! bebe le ACLI|||||
Massimo Riserbo