sabato, ottobre 15, 2005

PROCIDA: PROFITTI, PRODIGI, POTERI


Le tentazioni di Gesù nel deserto come cifra delle nostre inquietudini storiche. Tonino Bello le sintetizzava con tre “p”: profitti (le pietre trasformate in pane: ridurre tutto a economia e arricchimento), prodigi (buttarsi dal pinnacolo del tempio: distorcere la religione al servizio dei nostri interessi e progetti) e poteri (avere in mano i regni del mondo: spadroneggiare sulla dignità della gente). Ecco le coordinate di un convegno promosso a Procida dal 16 al 18 settembre scorso da varie associazioni locali: ACLI Procida, MAIA, Cooperativa Sociale Anthropos, Alfa-Omega e dalla Pro Loco, con la partecipazione del Presidente Provinciale Pasquale Orlando, del decano mons. Michele Ambrosino e con il patrocinio del Comune di Procida Assessorato alla Cultura e al Turismo (a cui i convegnisti hanno chiesto una sempre maggiore collaborazione attiva in occasione di eventi sul territorio).
Il tema del profitto è stato affidato a Simone Morandini, membro del Gruppo sulla responsabilità per il creato presso l’Ufficio CEI per il lavoro e i problemi sociali. La questione ambientale va collegata alla distribuzione delle risorse tra i bene-stanti e i male-stanti della terra (giustizia), ma anche ai conflitti che esse spesso determinano (pace). L’ecologia domanda una nuova sensibilità e trasformazione degli stili di vita, nel segno della sobrietà e della eco-efficienza (con azione a livello locale a partire dai temi dei rifiuti o della mobilità, anche con vere e proprie “feste del creato” parrocchiali). La frase del premier inglese Blair, dopo gli attentati terroristici di Londra (“lo stile di vita britannico non è in discussione”) ci avverte che la globalizzazione rende necessario un nuovo ordine mondiale. Da una visione globale è partita l’analisi del giornalista di origine marocchina Mostafa El Ayoubi, caporedattore della rivista “Confronti”, sul tema del prodigio religioso. La chiave di volta è la nuova coscienza del rapporto tra identità e laicità. Proprio le religioni sono oggi chiamate a fornire alla laicità quei valori etici che le permettono di non trasformarsi in laicismo, ma anche a contaminarsi tra loro. Passando a considerare gli islam di casa nostra l’oratore ha chiesto che la società civile spinga il governo a una politica di integrazione, non di mera dell’espulsione.
Chiara a questo punto la percezione della nostra decadenza educativa con un sostanziale vuoto etico nella trasmissione alle giovani generazioni. Un contributo di Antonio Nanni, capo dell’ufficio studi delle Acli, ha animato gruppi di lavoro sul tema del potere, per liberare gli immaginari della speranza in persone immerse in un “acquario” virtuale. Nella società del meticciamento e delle sottomissione ai media abbiamo insomma bisogno di identità in grado di resistere alla dittatura del relativismo, superando la testimonianza del “distintivo cristiano” per un impegno a tradurre i valori non-negoziabili della fede, con linguaggio ragionevole e pubblicamente accessibile. Alla fine ognuno ha portato a casa quattro parole: Vita (dono e mistero), pane (mercato), pace (straniero) e libertà (identità). Insieme alla lettura delle tentazioni di Gesù di padre Alex Zanotelli: sono i tradimenti del sogno di Dio per l’umanità, come la tentazione di Israele di imitare le vicine forme imperiali, rinnegando la novità di un Dio che si mette dalla parte dei poveri e degli schiavi. Dio sogna una comunità alternativa in cui l’economia è di eguaglianza (non di opulenza), la politica è di giustizia (non di oppressione), la religione è di liberazione (non di alienazione).

Francesco Lubrano Lavadera

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