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venerdì, maggio 08, 2009

PROSTITUZIONE - Chi c'è dietro il mercato degli annunci sul giornale. Crollo della ragazze in strada, restano le nigeriane

PROSTITUZIONE - Crollo della ragazze in strada, restano le nigeriane

Padova, indagine dell'associazione Mimosa: sulla strada il 40% in meno di nuove prostitute. Contattate 380 donne operanti al chiuso che si affidano agli annunci sui giornali. Su 50 telefonate mediamente solo una si concretizza.

- Una notte sul camper. Siamo saliti sul mezzo di Mimosa: in una notte dieci contatti tra le prostitute che restano in strada: ''Non sappiamo più dove andare''. La testimonianza di un'operatrice: ''Condizioni terribili, c'è un gruppo di rom romene che ha una clientela straniera e lavora anche per 10 euro in situazioni indicibili''. vai>>

PROSTITUZIONE - Chi c'è dietro il mercato degli annunci sul giornale

Dalla strada all'indoor: la prostituzione sfrutta sempre più gli annunci sui giornali. Abbiamo verificato tre testate del Polesine e provato a contattare i recapiti che promettono massaggi e altre prestazioni. Così cambiano il contatto e la contrattazione del sesso a pagamento dopo il giro di vite dei sindaci: spesso sono numeri civetta a cui risponde un'amica della "massaggiatrice" che rimanda a a un numero a pagamento; in alcuni casi le donne curano da sole le inserzioni, in altri c'è chi lo fa per diverse di loro. Le redazioni chiedono carta d'identità e codice fiscale ''per eventuali riscontri''. vai>>

venerdì, gennaio 09, 2009

Il ddl Carfagna “misure contro la prostituzione” è una occasione persa.

Il ddl Carfagna che modifica la legge Merlin dovrebbe garantire sicurezza ai cittadini. È così?

(Aesse 12 2008)

Il disegno di legge recante “misure contro la prostituzione” approvato dal Consiglio dei ministri l’11 settembre, “introduce il reato di prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico e mira a eliminare la prostituzione di strada, come fenomeno di maggiore allarme sociale”.
Si penalizza sia chi si prostituisce che il cliente e si rafforza, inoltre, il contrasto dello sfruttamento della prostituzione.
A cinquant’anni dalla famosa legge Merlin e dopo tante proposte di legge avanzate nel tempo senza approdare a cambiamenti, il Governo ora pare intenzionato a dare una stretta sulla prostituzione in considerazione dell’allarme sociale che essa sembra rappresentare.
La legge Merlin è stata una delle leggi più significative della Repubblica: ha posto la dignità della donna come valore da difendere; ha dimostrato che se le donne riescono ad accedere al mondo del lavoro hanno libertà di scelta e di opportunità; ha, inoltre, introdotto la punibilità del favoreggiamento e dello sfruttamento della prostituzione oltre alla repressione della prostituzione minorile.
In questi ultimi decenni la prostituzione di strada, che sembrava ridotta, è stata invece incrementata dalla criminalità organizzata che l’ha attivata reclutando donne, ma anche uomini, dall’Africa e dall’Est Europa. Si tratta di traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale che, secondo l’Onu produce guadagni che raggiungono le dimensioni del traffico di droga e di armi.
Da quando esiste questo fenomeno, rilevato inizialmente da quelle associazioni che fanno attività di prevenzione sulla strada con unità mobili, molte realtà sociali si sono organizzate per dare salvezza e nuove opportunità alle malcapitate. Queste realtà sono riuscite anche a coscientizzare il governo che, facendo tesoro della loro esperienza e collaborazione, nel 1998, all’interno della Legge sull’immigrazione, introdusse l’articolo 18, famoso a livello internazionale per la sua innovazione, in cui si prevedono forti azioni di lotta al traffico di esseri umani e forme di salvaguardia delle vittime che si concretizza in un lungo percorso umano, psicologico, sanitario, di accompagnamento. Questa azione si rende possibile grazie al fatto che gli operatori delle associazioni riescono ad accostarsi sulla strada, nei luoghi in cui le donne sono costrette a prostituirsi. La strada, luogo dello sfruttamento, diventa così luogo della salvezza.
Sono nati vari progetti in tutta Italia che coinvolgono anche gli Enti Locali che si sono fatti carico del fatidico “allarme sociale” cercando di gestire la percezione della paura che veniva espressa da cittadini. Sono, quindi, state avviate attività di mediazione dei conflitti e servizi specifici e continuativi che hanno in poco tempo riportato la tranquillità.
Questo disegno di legge del Governo appare inutile, inefficace e pericoloso.
Inutile perché già esistevano strumenti legislativi idonei per affrontare il problema: la legge Merlin, che ricordiamo è poco applicata, l’articolo 18 della Legge sull’immigrazione del 1998 e la legge 228/2003 sulla tratta.
Inefficace poiché non vengono introdotti elementi innovativi, oltre la repressione, che possano determinare davvero l’abbassamento della domanda. E ancora perché sebbene inasprisca le pene per chi recluta o induce alla prostituzione i minori, adotta lo strumento del rimpatrio e del ricongiungimento familiare del ragazzo al fine di attuarne il ricongiungimento con la famiglia di origine, il che a volte significa farlo ritornare nelle mani della criminalità a condizioni peggiori del primo ingaggio.
Pericoloso perché ricaccia la prostituzione “al chiuso” rendendo impossibile l’avvicinamento di vittime e clienti da parte delle associazioni.
Un’ultima considerazione: sul finire dell’anno scorso, il ministero dell’Interno ha presentato il risultato del lavoro dell’Osservatorio sulla prostituzione e sui fenomeni delittuosi a essa connessi. È stato un lavoro di cooperazione tra istituzioni e società civile che ha dato indicazioni validissime evidenziando, fra l’altro, che la prostituzione non è un fenomeno “capace di influenzare negativamente la sicurezza pubblica” ma è una questione sociale che politica, associazioni e istituzioni devono affrontare insieme.
Di certo c’è che con questo ddl, si è persa un’occasione senza dare una vera risposta al problema.

Pino Gulia

giovedì, settembre 25, 2008

PROSTITUZIONE - Così il mercato del sesso diventa "itinerante"

PROSTITUZIONE - Così il mercato del sesso diventa "itinerante"

Il sindaco di Roma Alemanno commenta i dati della Questura: ''La prostituzione si sposta fuori città, dobbiamo insistere con costanza e tenacia''. Finora più di 400 interventi delle forze dell'ordine dopo l'ordinanza anti-lucciole. E sul ddl Carfagna: ''Mi aspetto che esca una strategia complessiva, anche per il sostegno alle vittime dello sfruttamento''.

- Gli operatori sociali romani denunciano. Le donne hanno paura e le unità di strada fanno più fatica a contattarle, dice Carla Valeri di Magliana 80: le più spaventate le nigeriane, con cui è ormai quasi impossibile stabilire un contatto.

- L'insidia dell'indoor. L'associazione Parsec: la prostituzione è diventata itinerante. Chi è sfruttata, con questa ordinanza vive peggio: se la prostituzione diventa indoor per le donne ci saranno meno possibilità di accedere ai servizi. E le 19 associazioni che avevano aspramente criticato il ddl Carfagna pensano a un vademecum in più lingue da distribuire sulle strade delle città interessate dalle ordinanze dei sindaci. vai>>

PROSTITUZIONE - Boom di nigeriane, cresce il rischio tratta

Oltre 2.400 sbarchi al femminile sulle coste italiane nel 2008 (contro i 650 dello stesso periodo del 2007). Tra le immigrate irregolari primeggiano le nigeriane (1.128 fino al 15 settembre contro le 166 nel 2007). Un dato che fa scattare l'allarme tratta secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. vai>>

mercoledì, settembre 17, 2008

PROSTITUZIONE - ''Solo una ripulitura estetica delle strade'' ma queste donne non sono criminali.


A Roma protestano sotto la scalinata del Campidoglio i parlamentari radicali insieme alle associazioni prostituendosi simbolicamente. ''La campagna avviata dal governo e dalle amministrazioni locali contro le lucciole e i loro clienti per ripulire le strade del nostro Bel Paese volta a ripulire esteticamente le strade dalla prostituzione lasciando invariate le reali e serie tematiche che riguardano lo sfruttamento e la riduzione in schiavit delle persone. La prostituzione o viene regolamentata o viene lasciata nelle mani della criminalit organizzata".

- A Roma scattano le multe da 500 euro. Il sindaco Alemanno presenta l'ordinanza: in attesa dell'approvazione del ddl Carfagna, da oggi e fino al 30 gennaio multe ai clienti e a chi adesca: "Uno strumento per combattere la tratta della prostituzione che e' una vera e propria piaga sociale''. vai>>

PROSTITUZIONE - ''Queste donne non sono criminali

Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata da anni impegnata nelle questioni della prostituzione e tratta per conto dellUsmi: Avevamo delle buone leggi e ce le siamo lasciate sfuggire. Applichiamo meglio larticolo 18, non serve a niente aggiungere norme che non risolvono il problema. Se si applicasse la legge non ci sarebbe bisogno di multe e di ordinanze. Le multe e il carcere non aiutano, queste donne non sono criminali.

- Le leggi sulla prostituzione negli altri Paesi europei. In alcuni legalizzata, in altri consentita. Svezia e Irlanda i pi severi. vai>>

domenica, settembre 14, 2008

Prostituzione, le organizzazioni criticano il governo

Sta facendo discutere il ddl sulla prostituzione approvato su proposta del ministro Carfagna. Come spesso accade si ha l'impressione che si voglia affrontare solo l'aspetto dell'ordine pubblico o dare la sensazione di maggiore ordine e sicurezza lasciando alle spalle il problema vero dell'esclusione sociale. Su questo tema sono intervenute le principali associazioni che seguono quotidianamente l'argomento e tra i commenti ho inserito il testo integrale del ddl.

Dinanzi all’allarme e al disagio che diversi cittadini e alcune collettività manifestano nei confronti del fenomeno prostituzione non ci sono scorciatoie: occorre tenere insieme la tutela dei diritti delle vittime di sfruttamento sessuale, il sostegno all’inclusione sociale per chi si prostituisce e vorrebbe una alternativa, il contrasto delle organizzazioni criminali, le esigenze di sicurezza che deve riguardare tutti, comprese le persone che si prostituiscono»

È questo il messaggio che alcune delle più qualificate organizzazioni che operano nel settore della prostituzione e della tratta – ASGI, Associazione Gruppo Abele, Associazione On the Road, Caritas Italiana, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, Comune di Venezia, Consorzio Nova, Dedalus, Save the Children – hanno mandato al Governo presentando un proprio documento di analisi e proposte.

Le organizzazioni firmatarie del testo sottolineano che la conciliazione di queste diverse esigenze è già praticata ogni giorno in tante città della Penisola: si tratta di quel “modello italiano” che ha fatto del nostro Paese il punto riferimento nello scenario internazionale in materia di tutela delle persone vittime di grave sfruttamento e di tratta. Un approccio che ha permesso di proteggere la persona sfruttata e vittima di tratta che decide di uscire dal racket.

Delusione, dunque, degli enti poiché il Governo ha ignorato le richieste di incontro e i contenuti del documento. Eccone alcune proposte, che gli enti contano comunque di portare nel dibattito che seguirà:

- L’applicazione reale (e non a macchia di leopardo) della Legge Merlin, in quanto tutela la dignità delle persone che si prostituiscono, colpisce lo sfruttamento e favorisce percorsi di fuoriuscita e di assistenza. Accanto a ciò l’articolo 18 del Testo Unico Immigrazione e la legge sulla tratta. Ottime leggi ma poco applicate.

- Formare chi opera sul campo (associazioni, enti, forze dell’ordine, operatori della giustizia) sulle opportunità offerte dalla legislazione vigente, in modo che siano sempre più in grado di aiutare chi è sfruttato.

- Ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta;

- Promuovere interventi che riescano a realizzare per tutte le persone che vogliono lasciare la prostituzione, un buon inserimento sociale e lavorativo.

- Attività di contatto, formazione, sostegno all’inserimento lavorativo.

- Mediazione dei conflitti nei territori dove l’esercizio della prostituzione solleva problemi.

- Prevedere opportuni collegamenti tra gli apparati nazionali e i Paesi d’origine delle vittime di tratta in modo da poter prevenire e contrastare il fenomeno.

- Assicurare le speciali tutele dovute per i minori. I diritti dei minori coinvolti in attività prostituiva, tra i quali vittime di sfruttamento, tratta e riduzione in schiavitù, devono essere pienamente garantiti, senza alcuna discriminazione. Ciò riguarda anche l’eventualità del rimpatrio: un minore dovrebbe essere rimpatriato nel proprio paese d’origine soltanto se tale misura corrisponde alla realizzazione del suo superiore interesse.

- Supportare l’inclusione socio-lavorativa delle vittime che decidono volontariamente di rientrare nel proprio Paese e sostenere lo sviluppo socio-economico dei Paesi stessi. In questa direzione gli estensori chiedono al Ministero degli Esteri di istituire un’agenzia che funzioni da interfaccia tra i soggetti attuatori dell’art.18 e dell’art.13 e le rappresentanze consolari presenti in Italia.

- Promuovere e pubblicizzare il Numero Verde in aiuto alle vittime di tratta (800 290290).

- Attivare collaborazioni con tutti i Ministeri competenti, la Direzione Nazionale Antimafia, le Organizzazioni Non Profit accreditate, rappresentanza di Regioni ed Enti Locali, Sindacati ecc. per definire, programmare e monitorare le politiche e gli interventi in materia di tratta.

«È stata appena lanciata una campagna di promozione del Documento» scrive la Lila in un suo comunicato «in pochi giorni hanno già aderito oltre 50 enti (non profit, Regioni, Province, Comuni) e molte altre adesioni stanno arrivando»

mercoledì, luglio 23, 2008

Le "lucciole" cinesi fanno crollare i prezzi

PROSTITUZIONE - Le "lucciole" cinesi fanno crollare i prezzi
La comparsa delle prostitute cinesi sulle strade di Milano ha reso meno costoso il sesso a pagamento: 15-20 euro per una prestazione. Valerio Pedroni, operatore di Segnavia, equipe di strada dei Padri Somaschi: "Hanno dai 35 ai 40 anni, fuggono dal duro lavoro e sono arrivate in Italia sapendo bene quello che avrebbero fatto". vai>>

lunedì, giugno 16, 2008

dichiarare reato la prostituzione di strada?

Il diritto non è una mia specialità - nel curriculum ho all’attivo 4 o 5 esami universitari e qualcosa nel master, poca roba - ma ho preso carta e penna (suona meglio di mail e tastiera) ed ho scritto a Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera. Avevo letto, in un pezzo su Repubblica, della sua intenzione di dichiarare reato la prostituzione di strada, perché - cito, più o meno testualmente - provoca parecchi incidenti e mette tanti genitori in imbarazzo, di fronte alle domande dei figli. Premesso che anch’io ho più volte rischiato il tamponamento sulla Salaria e che non ho ancora una scusa pronta per Mattia, quando fra 3 anni mi chiederà notizie delle signore seminude che incroceremo in macchina, ho fatto notare all’avvocato Bongiorno che il problema è un po’ più profondo: le ragazze sulla Salaria, infatti, non appartengono al giro delle escort di lusso, né a quello delle casalinghe annoiate (la definizione non è un granché, mi sa un po’ di film porno, ma insomma ci siamo capiti) e neppure alle massaggiatrici completissime di molti sedicenti centri estetici. Chi batte in strada ci è stato portato con la violenza, a volte preceduta dall’inganno. Che poi una giovane donna si rassegni, perché non ha la forza di denunciare né di scappare, non significa che sia colpevole di un reato. Sono d’accordo con la Bongiorno, invece, sulla responsabilità dei clienti: ma anche qui non serve creare una nuova fattispecie di reato, se ci sono i margini per estendere il campo del già esistente “sfruttamento della prostituzione”. Avevo appena finito di mandare la mail, quando mi è squillato il telefono: era l’associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Benzi, che mi ringraziava per un mio recente comunicato stampa sullo stesso tema. Sentendoli, mi è venuta un’idea: perché non andiamo insieme ad incontrare Giulia Bongiorno? Ho chiamato il suo studio legale, ho chiesto un appuntamento, attendo risposta.
Andrea Sarubbi

martedì, ottobre 02, 2007

PROSTITUZIONE - "Un problema sociale, non di ordine pubblico"

Presentato al Viminale il rapporto dell’Osservatorio sulla prostituzione, che lancia 32 proposte operative. Giro di vite sulla prostituzione minorile, con l’estensione dell’inescusabilità dell’error aetatis della vittima. E possibilità dei sindaci di vietare l’esercizio in zone sensibili, con multe per prostitute e clienti. Le associazioni chiedono un sistema nazionale d’accoglienza per i minori. Il sottosegretario Lucidi: “è un problema sociale, non di ordine pubblico”. Intanto Amato promette un apposito decreto legge per recepire le proposte, “separato dal pacchetto sicurezza”. Soddisfatti Caritas e Cnca, ma per Don Benzi (Papa Giovanni XXIII) è un “documento inutile e dannoso”.

- Boom dei permessi di soggiorno articolo 18 per le vittime di tratta, dopo la circolare ministeriale del 28 maggio. Da giugno ad agosto 147 permessi rilasciati contro i 96 dei primi 5 mesi dell’anno.

- Aumentano le denunce per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione: +16,5% nel 2006 e +17,24% per le denunce contro la prostituzione minorile. I gruppi criminali rumeni soppiantano i sodalizi albanesi, mentre cresce lo sfruttamento delle donne cinesi, nigeriane e sudamericane.