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venerdì, novembre 13, 2009

Napolitano: "Maurizio Valenzi è un magnifico esempio di politica vissuta senza odii e senza fanatismi


Fondazione Valenzi



Da domani nelle librerie “Maurizio Valenzi. Testimonianze per una vita straordinaria” volume curato da Lucia Valenzi e Roberto Race edito dalla Tullio Pironti Editore

«La vita di Maurizio Valenzi è un magnifico esempio di italianità, di attaccamento a ideali di pace, di giustizia e di progresso sociale, nel segno della democrazia e della Costituzione, e di politica vissuta senza odii e senza fanatismi (come dovrebbe essere vissuta da tutti in un paese civile)». Si conclude così la prefazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al volume " Maurizio Valenzi. Testimonianze per una vita straordinaria", edito dalla Tullio Pironti Editore, da domani nelle librerie italiane.

Il volume sarà presentato il 15 novembre a Napoli nel corso della commemorazione per i cento anni dalla nascita di Maurizio Valenzi, organizzata dalla Fondazione Valenzi in collaborazione con la Fondazione Premio Napoli, a cui interverrà anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e che sarà conclusa dal Presidente Napolitano.

Il volume, curato da Lucia Valenzi e Roberto Race, rispettivamente presidente e segretario generale della Fondazione Valenzi, presenta le testimonianze dei tanti amici di Valenzi, politici, intellettuali, imprenditori e artisti nazionali e internazionali dell’ex parlamentare italiano ed europeo sindaco delle prime giunte di sinistra a Napoli dal 1975 al 1983.

Amici e anche avversari che hanno raccolto, senza esitazioni, l’invito a fermare impressioni e ricordi su una personalità che non ha rifiutato impegni e responsabilità, ma è sempre stata aperta al confronto, all'osservazione curiosa e all'umorismo.

Da questi contributi – come si evidenzia nell’introduzione della Valenzi e di Race – la figura di Maurizio Valenzi emerge come quella di un intellettuale dalla grande apertura internazionale, un politico raffinato amante delle arti e artista in prima persona, e uno statista prestato all’amministrazione.

I cento anni di Maurizio Valenzi rappresentano in pieno il “secolo breve” con tutte le sue contraddizioni, le grandi sofferenze e i successi di una generazione che ha vissuto due guerre e la difficile ricostruzione morale ancor prima che materiale del Paese.

Una vita, quella di Valenzi, che si è svolta tra Tunisi e Parigi, nella primissima fase, e poi a Napoli, città a cui ha dedicato la maggior parte del suo impegno.

Il testo si apre con la prefazione di Napolitano, l’introduzione di Lucia Valenzi e Roberto Race, i messaggi istituzionali dell’ arcivescovo metropolita di Napoli Crescenzio Sepe, del vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella, del presidente della Giunta regionale della Campania Antonio Bassolino, del presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro e del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. Seguono l’intervento del presidente della Fondazione Premio Napoli Silvio Perrella e le cinquantaquattro testimonianze di Abdon Alinovi, Ferdinando Bologna, Francesco Paolo Casavola, Giovanni Cerchia, Bice Chiaromonte Foà, Roberto Ciuni, Gaetano Cola, Ermanno Corsi, Pier Virgilio Dastoli, Vezio De Lucia, Roberto De Simone, Antonio Del Guercio, Gianfranco Dioguardi, Inge Feltrinelli, Giuseppe Galasso, Pietro Gargano, Andrea Geremicca, Massimo Ghiara, Ezio Ghidini Citro, Antonio Ghirelli, Enzo Giustino, José Goñi Carrasco, Ugo Gregoretti, Marina Guardati, Nemer Hammad, Franco Iacono, Jack Lang, Giuseppe Antonello Leone, Amedeo Lepore, Gianni Letta, Luigi M. Lombardi Satriani, Emanuele Macaluso, Nicola Mancino, Titti Marrone, Gilberto Antonio Marselli, Aldo Masullo, Enzo Mattina, Gustavo Minervini, Diego Novelli, Antonio Parlato, Eleonora Puntillo, Umberto Ranieri, Ermanno Rea, Francesco Rosi, Tato Russo, Eirene Sbriziolo, Oscar Luigi Scàlfaro, Vincenzo Scotti, Lucien Sfez, Vincenzo Maria Siniscalchi, Nicola Spinosa, Sandro Temin, Enrico Vinci e Elio Waschimps.

Il volume si chiude con l’intervento di Luca Borriello sulla grande mostra antologica sul Valenzi pittore con la quale la Fondazione chiuderà il programma del centenario nel 2011, un ricco inserto fotografico e l’indispensabile cronologia curata da Gina Annunziata.

Per ulteriori informazioni:

Roberto Race Segretario Generale della Fondazione Valenzi 3470885233-3339064533


Tullio Pironti Editore

081-5499748 / 081-2180169 / 081-5645026

editore@tulliopironti.it


Giorgio Napolitano e Gianni Letta il 15 novembre a Napoli per i cento anni dalla nascita di Maurizio Valenzi

Saranno il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta a concludere domenica 15 novembre la commemorazione per i cento anni dalla nascita di Maurizio Valenzi, organizzata dalla Fondazione Valenzi, in collaborazione con la Fondazione Premio Napoli.

L’iniziativa, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, inizierà alle 10 e 30 e si svolgerà nella Sala dei Baroni di Castel Nuovo, aprendo così il programma delle celebrazioni di Maurizio Valenzi.

Condotto dal Segretario Generale della Fondazione Valenzi Roberto Race, l'evento si aprirà con i saluti del Sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino, del Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, del Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e del Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo Gianni Pittella.

Seguirà l’intervento del Presidente della Fondazione Premio Napoli Silvio Perrella che presenterà “L’alfabeto di Maurizio”: una lettura, per voce degli attori Mariano Rigillo e Cristina Donadio, di testi di Maurizio Valenzi, selezionati dai figli Lucia e Marco per una prossima pubblicazione di Fondazione Premio Napoli e Fondazione Valenzi.

Preceduto da un ricordo di Antonio Ghirelli, seguirà l’intervento di Lucia Valenzi, che presenterà il programma delle attività future della Fondazione. Interverrà quindi Gianni Letta e, a chiusura delle celebrazioni, il Presidente Napolitano.

Nel corso dell’incontro, il Capo dello Stato consegnerà il Premio Napoli Speciale 2009 alla memoria di Maurizio Valenzi ai figli Lucia e Marco. Sarà inoltre presentato il libro “Maurizio Valenzi. Testimonianze per una vita straordinaria”, curato da Lucia Valenzi e Roberto Race, in cui saranno raccolti i ricordi di tanti amici ed anche avversari politici, capi di Stato e di Governo, politici, intellettuali, imprenditori, artisti.

A fine evento sarà inaugurata, nella Cappella Palatina, la mostra fotografica “La Napoli di Maurizio”, a cura di Vera Maone e allestimento progettato da Salvatore Velotti, con fotografie di Cecilia Battimelli, Antonio Biasiucci, Francesco Paolo Cito, Fabio Donato, Luciano Ferrara, Gianni Fiorito, Guido Giannini, Mimmo Jodice, Lucia Patalano e Sergio Riccio.


La Fondazione Valenzi

Costituita nel maggio 2009 dai figli di Valenzi Lucia e Marco che ne sono anche rispettivamente il Presidente e Vicepresidente, la Fondazione nasce con l’obiettivo di tutelare e consolidare il patrimonio culturale e politico di Maurizio Valenzi e di creare a Napoli un’istituzione internazionale, non schierata politicamente, attiva nella cultura e nel sociale.

Sono coinvolte negli organi della Fondazione personalità italiane e straniere della politica, della cultura e dell’imprenditoria, attraverso il Comitato d’Onore, il Comitato di Indirizzo ed i Comitati Scientifici (che saranno presentati prima dell’evento del 15 novembre). Segretario Generale è Roberto Race, Vice Segretari Generali Luca Borriello e Alessandro Nardi, Tesoriere Luigi Caputo, Coordinatore delle attività e Responsabile degli allestimenti Salvatore Velotti, Responsabile delle attività culturali Gina Annunziata, Responsabile affari europei Emilia Belfiore e Assistente della Presidenza Valentina Calvanese .

Hanno aderito al Comitato d’Onore i Presidenti Emeriti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Francesco Cossiga, l’Ambasciatore del Cile negli USA Josè Goni Carrasco, l’ex Ministro della Cultura e dell’Educazione della Repubblica Francese Jack Lang, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, il Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Nicola Mancino, l’ex Presidente della Commissione Europea e già Presidente del Consiglio Romano Prodi, il Principe Amedeo di Savoia, il Sottosegretario al Ministero degli Esteri Vincenzo Scotti, l’Arcivescovo Metropolita di Napoli Cardinale Crescenzio Sepe, l’ex Presidente del Parlamento Europeo e Presidente Onorario della Fondation pour la Mémoire de la Shoah Simone Veil e il presidente della Commissione Vigilanza Rai Sergio Zavoli.

Hanno aderito al Comitato d’Indirizzo Abdon Alinovi, Orazio Boccia, Ferdinando Bologna, Francesco Paolo Casavola, Bice Chiaromonte Foà, Roberto Ciuni, Lidia Croce Herling, Guido D’Agostino, Vezio De Lucia, Domenico De Masi, Roberto De Simone, Gianfranco Dioguardi, Giuseppe Galasso, Pietro Gargano, Andrea Geremicca, Ezio Ghidini Citro, Massimo Ghiara, Antonio Ghirelli, Ugo Gregoretti, Denis Krief, Franco Iacono, Antonello Leone, Luigi Lombardi Satriani, Emanuele Macaluso, Vincenzo Mattina, Gerardo Marotta, Gilberto Antonio Marselli, Aldo Masullo, Gustavo Minervini, Antonio Parlato, Franco Picardi, Eleonora Puntillo, Ermanno Rea, Francesco Rosi, Eirene Sbriziolo, Maurizio Scaparro, Lucien Sfez, Vincenzo Siniscalchi, Sandro Temin e Luciana Viviani.

sabato, giugno 27, 2009

Maurizio Valenzi. Il ricordo di Amedeo Lepore.

Vi sarà il tempo per un ricordo meditato e sistematico di Maurizio Valenzi, di cui il 16 novembre si sarebbero celebrati i cento anni. Nel momento in cui termina la sua intensa e irripetibile presenza, vale la pena, forse, di dare spazio ai pensieri disordinati, all’immagine dell’uomo vivo e indomito, che ha lasciato una traccia indelebile, nella storia di questa comunità civile del Mezzogiorno, di sé, del suo comportamento umano, della sua azione di governo e che ha consegnato un messaggio di amore profondo a ciascuno di quelli che lo hanno conosciuto. Maurizio - così lo chiamavano un pò tutti - non solo è stato il sindaco di Napoli in una stagione difficile, come quella di prima e dopo il terremoto, ma ha rappresentato, soprattutto, l’anima della città che non intende arrendersi e vuole aprirsi al mondo. Nato a Tunisi, da una famiglia livornese, fin da giovane si è dedicato alle passioni della sua vita, a cominciare dalla pittura. La politica è stato l’impegno principale della sua esistenza, ma non ha mai rappresentato un mestiere, un’occupazione esclusiva e totalizzante, un grigio strumento di gestione del potere. Del resto, il suo cosmopolitismo, le conoscenze e le amicizie consolidate nel corso della sua permanenza in Tunisia, in Francia e in Italia, si sviluppavano nei campi più diversi, come dimostrano i suoi rapporti con personalità come Loris Gallico, Carlo Levi, Tristan Tzara, Paul Eluard, Louis Aragon, Paolo Ricci, Renato Guttuso, Emilio Notte, Sebastian Matta ed Eduardo De Filippo. L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo, ma già solo questi nomi rivelano lo spessore e la complessità di un’esperienza umana, che mai si sarebbe potuta inaridire nel solco di una “politica politicante”. Del resto, la straordinaria autonomia di giudizio, la nettezza delle opinioni e, perfino, l’ironia veemente, di cui Valenzi era dotato, gli consentivano di unire un’attività senza sosta, ad un sufficiente distacco da una politica meschina e fine a sé stessa, ad una curiosità per tutti gli altri aspetti della vita, che meritavano di essere vissuti intensamente, da quelli artistici a quelli personali. La sua particolare “scelta di vita” fu quella di una militanza lunga e coerente, non priva di sofferenze e privazioni, ma sempre accompagnata da una visione generale dell’esistenza e dei rapporti umani, che non si esauriva in una sola dimensione: per questo, Valenzi ha poi confessato, nel suo ultimo libro, di “essersi divertito”. In un quadro tanto articolato, in una vita così estesa e ricca, la sua presenza a Napoli è sicuramente l’elemento distintivo, che permette di ricondurre a sintesi compiuta il mare di fatti e vicende che ha solcato lungo un secolo. Come egli stesso ha ricordato, in un’intervista: “Io sono arrivato qui a Napoli nel gennaio del 1944 dopo essere stato liberato dall’ergastolo a cui ero stato condannato dai francesi per sabotaggio industriale. Ma prima però fui portato ad Algeri dove insieme ad altri prigionieri inglesi liberati feci una trasmissione radiofonica ispirata a quelle che faceva De Gaulle. Dopo tornai a Tunisi e ritrovai mia moglie - anche lei era in carcere ma ne era potuta uscire quando i francesi con l’occupazione tedesca e italiana aprirono le prigioni e scapparono verso i loro alleati - e mio figlio. Fu lì che ricevetti un messaggio da Spano e Reale che mi invitano a raggiungerli il prima possibile a Napoli. Così, grazie all’aiuto degli amici aviatori inglesi, riuscii a raggiungere il territorio italiano: prima Taranto, poi Bari e, finalmente, Napoli dove subito mi misi a lavorare con i miei compagni alla testa di una nuova organizzazione che stava nascendo”. Da allora, il suo lavoro per la città, anche da parlamentare italiano ed europeo, è stato denso e lungimirante. Io l’ho conosciuto, in due diversi momenti. Da giovane consigliere di quartiere, il più giovane di Napoli, all’inizio della sua attività da sindaco. E poi, da compagno di partito e di ispirazione politica, nel gruppo dei riformisti napoletani, fino a diventarne - se posso usare questo termine - amico. Del primo periodo, conservo il ricordo di un sindaco dotato di grande forza e autorevolezza, ma anche impegnato concretamente nella soluzione dei problemi, a diretto contatto con i cittadini, pur nelle condizioni più sfavorevoli. Valenzi, infatti, ha guidato Napoli per otto anni, compresi quelli del terremoto e del terrorismo, senza disporre di una maggioranza in consiglio comunale. Eppure è riuscito a realizzare, nel solco di una continuità di azione, molti programmi per la città. La sua esperienza di governo non va sicuramente “santificata”, ma rivista alla luce di una lettura più approfondita, in grado di restituire alla storia il valore della sua figura e della sua opera. Certo è che, di quella fase e, soprattutto, di Maurizio Valenzi sindaco, i napoletani conservano un ricordo molto favorevole e benaccetto. Del secondo periodo, in cui ho avuto la possibilità di frequentarlo da vicino, ricordo, soprattutto, le riunioni nella sua casa di via Manzoni, “pericoloso ritrovo” dei non sempre numerosi riformisti napoletani, centro di incontri e di discussioni ricorrenti. Lì aveva possibilità di svilupparsi un confronto politico sulle sorti di Napoli e del paese, che spesso vedeva partecipe Giorgio Napolitano. L’unico tra i presenti che interloquiva con lui, senza timori reverenziali, era proprio Maurizio Valenzi, che svolgeva riflessioni originali, talvolta interrompendo e replicando, talaltra apertamente divergendo dalle opinioni altrui, anche le più autorevoli. Tuttavia, la sua preoccupazione maggiore, anche negli ultimi anni della sua vita, era quella per una vera democrazia della partecipazione, per la ricerca di sedi libere in cui esprimere il parere di ciascuno, dibattere veramente la politica. Di quest’ultima fase, resta indelebile la memoria del suo viso gioviale, della sua lucidità, della sua curiosità per il mondo e del suo dolore per non poterlo più vedere (e raffigurare) con i suoi occhi gentili. Così come, acquista oggi un grande significato, la ricerca continua della moglie Litza, anche dopo la sua scomparsa, l’amorevole e ininterrotto rapporto con i figli Marco e Lucia, l’affetto smisurato nei confronti dell’amatissima nipote Libara. Maurizio Valenzi diceva che il suo impegno maggiore era cominciato verso i settant’anni. Vogliamo fermamente pensare che non si sia concluso e continui ancora tra noi, perché di uomini della sua umanità, concreta e temporale, abbiamo molto bisogno.

Amedeo Lepore

martedì, giugno 23, 2009

È morto Maurizio Valenzi, ex sindaco di Napoli e parlamentare del Pci


NAPOLI (23 giugno) - Avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 16 novembre. Maurizio Valenzi, ex sindaco di Napoli delle prime giunte di sinistra dal 1975 al 1983, è morto ieri sera in una clinica «Villa dei Fiori», dove era stato trasferito da circa un mese per un aggravamento delle sue condizioni. Classe 1909, nato a Tunisi da famiglia livornese, si iscrive al Pci giovanissimo, nel 1932, cinque anni dopo era a Parigi, redattore de "la Voce degli italiani sotto la direzione di Di Vittorio. Condannato all'ergastolo dal regime di Pétain, incarcerato a Tunisi dal regime collaborazionista di Vichy, rientra in Italia nel 1944 dove divenne dirigente della federazione del Pci.


Nel 1952 viene eletto nel consiglio provinciale: l'anno dopo diventa senatore. A palazzo Madama viene rieletto nel 1958 e nel 1963. È l' ora degli scontri con la Napoli di Lauro e di Gava, un lungo tragitto di minoranza e di lotta. Il 27 settembre 1975 diventa primo cittadino di Napoli, incarico ricoperto per otto anni. Il sindaco "rosso" della città negli anni terribili del terremoto, delle Brigate Rosse e della Nuova camorra di Raffaele Cutolo.

Nel 1984 viene eletto al parlamento europeo: numero due della lista comunista, è il più votato in assoluto, con 97mila e 420 preferenze.

Pochi giorni fa, il 13 giugno, in Prefettura a Napoli al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, suo amico personale, viene presentata proprio la Fondazione dedicata a Maurizio Valenzi. La Fondazione è stata creata nel maggio 2009 dai figli Lucia e Marco che ne sono anche rispettivamente il presidente e vicepresidente. La Fondazione, spiegavano quel giorno i promotori, «ha l'obiettivo di tutelare e consolidare il patrimonio culturale e politico di Maurizio Valenzi e della moglie Litza e di creare a Napoli un'istituzione internazionale, non schierata politicamente, attiva nella cultura e nel sociale».