venerdì, luglio 18, 2008

Mercato del lavoro-CNEL: nel 2008 ristagno dell'occupazione; se aumenta è merito degli immigrati

E' stato presentato oggi al Cnel, alla presenza del Ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il Rapporto sul Mercato del Lavoro 2007-2008. Tra i grandi fenomeni che hanno caratterizzato il mercato del lavoro italiano nel corso degli ultimi anni vi è l'afflusso di immigrati. Si tratta di figure professionali che svolgono mansioni che gli italiani non desiderano più compiere. Guardando allo scomposizione secondo i gruppi professionali si evidenzia come gli immigrati svolgano lavori meno qualificati. Per l'Italia la scelta dell'integrazione degli immigrati nel mondo del lavoro è una strada obbligata, anche per una fase demograficamente avversa. La debole crescita dell'offerta di lavoro nel corso degli ultimi anni si è confrontata con una domanda di lavoro vivace, e questo ha portato ad un significativo abbattimento della disoccupazione. L'aumento della domanda di lavoro non è stato però uniforme, né sotto il profilo settoriale (incrementi nei servizi privati e nell'edilizia) né tanto meno sotto quello territoriale (crescita concentrata al Nord). La stagnazione della Produttività Totale dei Fattori frena la crescita. Essa costituisce l'evidenza di un sistema economico che ha difficoltà ad espandersi e a difendere la propria posizione competitiva. Conta anche l'adattamento al nuovo ambiente competitivo indotto dalla globalizzazione, e questo potrebbe avere penalizzato la piccola imprese negli ultimi anni; non è un caso che stia aumentando il contributo delle imprese medio-grandi alla crescita dell'occupazione. La crescita occupazionale nel corso degli ultimi anni ha favorito la riduzione del tasso di disoccupazione, portandolo nel 2007 su valori pari a circa la metà rispetto ai massimi raggiunti intorno alla metà degli anni novanta, ma la percezione del miglioramento delle condizioni occupazionali è ancora scarsa, come evidenziato dalle indagini congiunturali. La creazione di nuovi posti ha mantenuto profonde divergenze a livello territoriale i tassi di occupazione sono convergenti fra le regioni del Nord, mentre il Mezzogiorno non riesce a ridurre le distanze. Un aspetto decisamente negativo, è rappresentato dal peggioramento della congiuntura economica. Con il Pil che crescerà solo di qualche decimo di punto percentuale nel 2008, non si può certo sperare che il mercato del lavoro , da solo, faccia ulteriori "miracoli". Ed è quasi opportuno che non li faccia, perché se dovesse aumentare ancora l'occupazione, vorrebbe dire che la produttività del lavoro precipiterebbe ulteriormente verso livelli ancora più bassi, mettendo ulteriormente a repentaglio il grado di competitività del Paese. Ma l'occupazione non aumenterà, o per lo meno, non certamente ai ritmi del passato. E' probabile invece un suo ristagno, come stanno ad indicare le sempre più frequenti notizie di aziende in crisi che ricorrono alla Cassa Integrazione. Scomponendo la crescita occupazionale secondo alcune caratteristiche si trovano riscontri di tendenze in atto già da alcuni anni: la crescita dei posti è più concentrata nella componente femminile ed è caratterizzata da un'elevata incidenza del part-time. Nel 2007 la crescita investe prevalentemente posizioni a tempo indeterminato, mentre si riduce decisamente, rispetto agli anni precedenti, l'apporto dei contratti a termine. Gli approfondimenti sulle caratteristiche del mercato del lavoro hanno messo poi in luce diversi aspetti. Vale qui la pena di richiamarne almeno due: l'analisi della diffusione degli straordinari e i comportamenti dei lavoratori a termine (un quarto dei lavoratori a termine passi da un anno all'altro allo status di lavoratore a tempo indeterminato). Una delle tendenze è l'evoluzione della popolazione in età lavorativa. Lo stock di italiani in età di lavoro ha difatti iniziato una parabola decrescente indotta da un tasso di natalità che da tempo risulta insufficiente per garantire il ricambio generazionale. Si espande l'offerta di lavoro, anche se di poco, grazie agli arrivi e alle regolarizzazioni dei cittadini stranieri. Non aumenta invece il tasso di attività, anche per effetto della struttura demografica stessa. Occorre anche che le politiche sostengano l'incremento del tasso di occupazione, e questo non può accadere che per la componente femminile della forza lavoro, che in Italia ha la più bassa presenza nel mondo del lavoro fra tutti i paesi dell'Ue-25. Una maggiore diffusione del part-time aiuterebbe, ma contano anche servizi all'altezza, come quelli a sostegno delle madri che lavorano.

1 commento:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao Pasquale, dopo avere letto il tuo post mi soffermo il titolo che dice tutto, l'occupazione infatti aumenta con l'aumentare degli extracomunitari (regolari) e questo deve farci meditare parecchio. Buona giornata da Tiziano