di Francesco Cocco da Sole 24ore
C'è chi teme di doversi presentare al lavoro in barella pur di non farsi decurtare lo stipendio e chi pensa che sia tutta una «barzelletta». Chi si ribella ad essere trattato come un «fannullone» e tanti che semplicemente si domandano: quanto costeranno allo Stato le presumibili migliaia di visite fiscali che si scaricheranno sul sistema sanitario nazionale? A gironzolare fra i forum telematici dedicati al pubblico impiego e perfino su quello di Forza Italia, l'impressione è chiara: pur non mancando dei pareri positivi, la nuova norma che prescrive la visita fiscale dopo un solo giorno di assenza per i dipendenti pubblici ha scatenato reazioni offese e perplessità. L'epicentro della protesta è proprio nella casa (Internet) del suo estensore: il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta.
Basta infatti collegarsi al sito del ministero per trovarsi davanti a messaggi come questo: «Sono un caposquadra dei sommozzatori dei vigili del fuoco, volevo ringraziare il ministro Brunetta per gli interventi mirati verso noi lazzaroni che andiamo a lavorare con enormi sacrifici sia fisici che psicologici... E' un piacere sapere che se mi ammalo mi verrà decurtata l'indennità di rischio obbligandomi a lavorare in condizioni di non perfetta forma fisica (magari immergendomi a 50 metri o buttandomi da un'elicottero) mettendo a repentaglio me stesso e l'incolumità dei miei colleghi». Firmato: «Mistercarisma». Un altro commentatore, «Robroy», fa un mestiere apparentemente meno rischioso ma cova le medesime paure: «Sono un dipendente pubblico dell'Inps. Negli ultimi 5 anni avrò totalizzato 4 giorni di malattia proprio quando non mi reggevo in piedi.... Se la trattenuta dovessere essere ancora maggiore, io e i miei colleghi verremo a lavorare anche in stato infettivo, in barella, pur di non vedere il nostro stipendio ulteriormente decurtato». Qualcuno legge le nuove regole come un ulteriore attacco alla rispettabilità dei pubblici impiegati. Così il signore Giovanni Rigoni: «Lo scrivente eticchettato fannullone come tutti in oltre trent'anni di lavoro ha avuto un' assenza media per malattie che non supera i tre giorni all'anno». Sui costi delle visite si concentrano «Gabribla» («Su quali bilanci graveranno? Invece di fare della demagogia e della facile propaganda politica, pensasse invece davvero a premiare i meritevoli!») e Lovi («Anche per fare un accertamento medico sarà necessario mobilitare tutto il settore sanitario»). Ma qualcuno d'accordo con Brunetta c'è. Come «Alfauno» che esulta: «Finalmente sta cambiando qualcosa! La pacchia è finita, non ne potevo più di quel celato sorriso dei miei colleghi (sempre gli stessi) al rientro dei fatidici 15 giorni di malattia». E «Angeloc» che mira più in alto: «Vai Renato!!! La strada che hai imboccato è quella giusta. Per tanti fannulloni e/o finti malati ha pagato, per troppo tempo, tutto il pubblico impiego, complici pure i sindacati»Le perplessità sulle ricadute economiche del provvedimento dominano un altro forum sulla pubblica amministrazione, da comuni.
«Non capisco il vantaggio - osserva il signor Caputo Nicola - , visto che una visita fiscale costa attorno ai 20-25 euro mentre l'assenza di un giorno di malattia comporta la decurtazione di max 10 euro...». Un utente con nome in codice «Ariafritta», spulciando la circolare, ha già individuato una possibile via di fuga per gli enti pubblici: nel comma che impone di tener conto delle «esigenze funzionali ed organizzative». Ed esclama: «Se l'ufficio è impegnato, può non mandare la visita? ... Una barzelletta!».
Quello che non ci si aspetterebbe, è di trovare tante voci anti Brunetta in un forum dichiaratamente e istituzionalmente favorevole al suo partito: «Spazio Azzurro», contenuto nel sito di Forza Italia. «Giuste le decisioni di Brunetta - esordisce prudentemente un utente - ma ci sono categorie di persone come ex malati di cancro, cardiopatici e diabetici che sono costretti a continui controlli». E un altro: «Non spendiamo soldi inutili nelle visite fiscali per un solo giorno di assenza! Fate lavorare i dipendenti quando sono al lavoro!». E c'è qualcuno che ha già perso ogni speranza: «Grazie, Brunetta. E io che l'ho pure votata!». Sconsolata, la firma: «Una D.P.»
C'è chi teme di doversi presentare al lavoro in barella pur di non farsi decurtare lo stipendio e chi pensa che sia tutta una «barzelletta». Chi si ribella ad essere trattato come un «fannullone» e tanti che semplicemente si domandano: quanto costeranno allo Stato le presumibili migliaia di visite fiscali che si scaricheranno sul sistema sanitario nazionale? A gironzolare fra i forum telematici dedicati al pubblico impiego e perfino su quello di Forza Italia, l'impressione è chiara: pur non mancando dei pareri positivi, la nuova norma che prescrive la visita fiscale dopo un solo giorno di assenza per i dipendenti pubblici ha scatenato reazioni offese e perplessità. L'epicentro della protesta è proprio nella casa (Internet) del suo estensore: il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta.
Basta infatti collegarsi al sito del ministero per trovarsi davanti a messaggi come questo: «Sono un caposquadra dei sommozzatori dei vigili del fuoco, volevo ringraziare il ministro Brunetta per gli interventi mirati verso noi lazzaroni che andiamo a lavorare con enormi sacrifici sia fisici che psicologici... E' un piacere sapere che se mi ammalo mi verrà decurtata l'indennità di rischio obbligandomi a lavorare in condizioni di non perfetta forma fisica (magari immergendomi a 50 metri o buttandomi da un'elicottero) mettendo a repentaglio me stesso e l'incolumità dei miei colleghi». Firmato: «Mistercarisma». Un altro commentatore, «Robroy», fa un mestiere apparentemente meno rischioso ma cova le medesime paure: «Sono un dipendente pubblico dell'Inps. Negli ultimi 5 anni avrò totalizzato 4 giorni di malattia proprio quando non mi reggevo in piedi.... Se la trattenuta dovessere essere ancora maggiore, io e i miei colleghi verremo a lavorare anche in stato infettivo, in barella, pur di non vedere il nostro stipendio ulteriormente decurtato». Qualcuno legge le nuove regole come un ulteriore attacco alla rispettabilità dei pubblici impiegati. Così il signore Giovanni Rigoni: «Lo scrivente eticchettato fannullone come tutti in oltre trent'anni di lavoro ha avuto un' assenza media per malattie che non supera i tre giorni all'anno». Sui costi delle visite si concentrano «Gabribla» («Su quali bilanci graveranno? Invece di fare della demagogia e della facile propaganda politica, pensasse invece davvero a premiare i meritevoli!») e Lovi («Anche per fare un accertamento medico sarà necessario mobilitare tutto il settore sanitario»). Ma qualcuno d'accordo con Brunetta c'è. Come «Alfauno» che esulta: «Finalmente sta cambiando qualcosa! La pacchia è finita, non ne potevo più di quel celato sorriso dei miei colleghi (sempre gli stessi) al rientro dei fatidici 15 giorni di malattia». E «Angeloc» che mira più in alto: «Vai Renato!!! La strada che hai imboccato è quella giusta. Per tanti fannulloni e/o finti malati ha pagato, per troppo tempo, tutto il pubblico impiego, complici pure i sindacati»Le perplessità sulle ricadute economiche del provvedimento dominano un altro forum sulla pubblica amministrazione, da comuni.
«Non capisco il vantaggio - osserva il signor Caputo Nicola - , visto che una visita fiscale costa attorno ai 20-25 euro mentre l'assenza di un giorno di malattia comporta la decurtazione di max 10 euro...». Un utente con nome in codice «Ariafritta», spulciando la circolare, ha già individuato una possibile via di fuga per gli enti pubblici: nel comma che impone di tener conto delle «esigenze funzionali ed organizzative». Ed esclama: «Se l'ufficio è impegnato, può non mandare la visita? ... Una barzelletta!».
Quello che non ci si aspetterebbe, è di trovare tante voci anti Brunetta in un forum dichiaratamente e istituzionalmente favorevole al suo partito: «Spazio Azzurro», contenuto nel sito di Forza Italia. «Giuste le decisioni di Brunetta - esordisce prudentemente un utente - ma ci sono categorie di persone come ex malati di cancro, cardiopatici e diabetici che sono costretti a continui controlli». E un altro: «Non spendiamo soldi inutili nelle visite fiscali per un solo giorno di assenza! Fate lavorare i dipendenti quando sono al lavoro!». E c'è qualcuno che ha già perso ogni speranza: «Grazie, Brunetta. E io che l'ho pure votata!». Sconsolata, la firma: «Una D.P.»
Pubblico impiego, i sindacati rispondono a Brunetta: «I controlli sulle assenze già ci sono»
Va bene la lotta all'assenteismo nel pubblico impiego, ma non sono problemi che si possono risolvere solo con le norme. E comunque i controlli già ci sono. Questa la risposta che, in due noti separate, i segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti danno al ministro della funzione pubblica Brunetta e alla norma, introdotta ieri che introduce la visita fiscale al primo giorno di malattia per i lavoratori pubblici.Non sembra voler dare troppo peso alla questione Bonanni. «Basta stringere le maglie dei comportamento dei medici e sorvegliare di più, come fanno i privati - osserva -: non c'è da scoprire l'acqua calda, ma una nuova attenzione e responsabilità» . Occorre parlare di come si riduce l'assenteismo, prosegue Bonanni, ma anche «di fare un contratto per il settore». «Credo - conclude il sindacalista - che occorra avviare la stagione della serietà e dell'impegno e della corresponsabilità».Dalla Uil, Angeletti ricorda che «il sindacato non é mai stato difensore dell'assenteismo» ma la strada é «trovare norme efficaci capaci di intervenire nelle situazioni reali». I controlli, secondo Angeletti «ci sono sempre stati, non si può sperare che con le norme da sole si possano risolvere i problemi». Critica Brunetta il numero due della Usae ( Unione Sindacati Autonomi Europei ), Leopoldo Guidi. «La visita fiscale obbligatoria non è una novità - afferma Guidi - , è giá prevista nei contratti». «Dobbiamo, quindi pensare che il ministro voglia parlare di assenze per non parlare di quattrini polemizza poi Guidi -, quelli dei rinnovi contrattuali del biennio 2008-2009 e quelli ancora da rinnovare del 2007-2008». Intanto a Genova i sindacati confederali hanno promosso una settimana di mobilitazione locale con allestimento di gazebo che terminerà con un'assemblea itinerante venerdì 25 luglio sotto le sedi di Comune, Provincia, Regione e Prefettura. L'obiettivo è contrastare il taglio di risorse alle pubbliche amministrazioni del decreto Tremonti e l'organizzazione del lavoro promossa dal disegno di legge del ministro Brunetta. Secondo il segretario generale della Cisl-funzione pubblica, Cristina Balsano, «Brunetta ha azzerato le forme di contrattazione decentrata che legano le risorse al raggiungimento del risultato e si discriminano i lavoratori pubblici rispetto al resto del mondo del lavoro». (F.Cocco)
Nessun commento:
Posta un commento