martedì, luglio 15, 2008

Blitz di Goletta Verde di Legambiente alla centrale nucleare del Garigliano



NAPOLI. Dopo il blitz di Latina, oggi Goletta Verde di Legambiente ne ha fatto un altro all’ex centrale nucleare del Garigliano, in provincia di Caserta. Gli attivisti del Cigno verde hanno messo sotto assedio la centrale Sogin, armati di bandiere gialle e tute bianche anticontaminazione, per ribadire ancora una volta «l’opposizione netta di Legambiente alla politica energetica del governo Berlusconi, che ha riportato in agenda il tema dell’energia atomica, prospettando la riapertura delle quattro centrali nucleari italiane chiuse dopo il referendum dell’87, tra le quali quella di Gargliano».

La centrale del Garigliano, emblema dei rischi ambientali e dei pericoli per la salute pubblica connaturati alle centrali nucleari, fu uno dei simboli di quel referendum visto che l’impianto, dal 1963 al 1982, quando cessò di funzionare, ebbe diversi incidenti con fuoriuscite di liquidi contaminanti in mare.

«Tra i tanti ricordiamo l’incidente del dicembre 1976, che ebbe analoghi nel ’79 e nell’80 – dice Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania - quando l’acqua del Garigliano in piena penetrò nel deposito di stoccaggio delle scorie radioattive della centrale e, ritirandosi, si portò via oltre un milione di litri di acqua contaminata provenienti dal sistema di purificazione delle acque del reattore e li sversò nel letto del fiume, quindi nella campagna circostante e in mare. Sono comprovati sversamenti in mare di Cesio-137 e Cobalto-60. Vale la pena ricordare, poi, che secondo l’Istat nella piana di Garigliano il tasso di mortalità per leucemia e cancro è sei volte più alto rispetto a quello del Lazio. Basta col nucleare il nostro territorio ancora oggi continua a pagare la scelta sbagliata di oltre quarant´anni fa, le scorie sono ancora in parte nella ex centrale e c’è il rischio che quelle inviate in Gran Bretagna ritorneranno qui, prima o poi. Impensabile davvero che anziché garantire a cittadini e territorio uno smantellamento sicuro e rapido del sito di Garigliano, il governo stia pensando a una nuova centrale nucleare per questo territorio, già offeso da decenni di servitù nucleare».

Goletta Verde evidenzia che «Mentre il governo Berlusconi prevede di realizzare nuove centrali anche nei siti nucleari italiani a partire dal 2013, quegli stessi impianti sono in via di definitiva dismissione, interventi che si prevede debbano essere conclusi in circa 10 anni».

Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, dice che «La proposta nuclearista del governo Berlusconi -per ridurre i costi dell’energia e le emissioni di CO2 dell’Italia non ha alcun senso - ha dichiarato. Senza sovvenzioni pubbliche e mettendo nel conto dei prospettati nuovi impianti anche i costi di smantellamento delle centrali e di smaltimento delle scorie, il nucleare è molto più costoso del gas o delle fondi rinnovabili. Dopo aver disatteso quanto previsto dal protocollo di Kyoto, l’Italia non può mancare gli obietti che l’Europa si è posta entro il 2020: 30% di riduzione di CO2, aumento del 20% dell’efficienza energetica, 20% di energia da fonti rinnovabili. Se l’Italia decidesse di investire risorse per la costruzione di centrali nucleari abbandonerebbe gli investimenti nelle fonti pulite e per aumentare l’efficienza energetica, non rispetterebbe l’accordo vincolante europeo, incorrendo nelle relative pesanti sanzioni, e rinunciando allo sviluppo del settore produttivo delle rinnovabili. Settore che in Germania impiega oltre 250 mila lavoratori».

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