lunedì, aprile 20, 2020

per il futuro delle comunità dopo l’emergenza.un patto nuovo tra sindaci. società civile e politica.

Nuovo appuntamento “digitale” di Cives – Laboratorio di formazione al bene comune. Si è tenuto sabato in videoconferenza e in diretta su Facebook per pensare al futuro delle comunità dopo l’emergenza.
La riflessione collettiva si è svolta con l’intervento di alcuni sindaci della provincia di Benevento: Giuseppe Addabbo, Sindaco di Molinara; Luigino Ciarlo, Sindaco di Morcone; Pasquale Narciso, Sindaco di Campolattaro; Floriano Panza, Sindaco di Guardia Sanframondi e Zaccaria Spina, Sindaco di Ginestra degli Schiavoni.


Il coordinamento è stato di Ettore Rossi, direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Benevento che ha introdotto il confronto spiegando che scopo dell’iniziativa “è di capire insieme con quali strategie le zone interne possano uscire dalla difficoltà rappresentata dall’aggressione del virus. Dobbiamo muoverci verso un una prospettiva nuova che non sia la riproposizione del già vissuto, considerato che per molti aspetti non andava bene. È evidente che il futuro si progetta nell’oggi attraverso il metodo del dialogo tra le istituzioni e gli altri attori della società locale per trasformare la crisi che stiamo vivendo in un’opportunità per le nostre comunità”.

Ha esordito Giuseppe Addabbo sottolineando il fatto che l’emergenza sanitaria ha colto tutti di sorpresa: “Di fronte a ciò ognuno ha provato a rispondere nel modo migliore possibile, andando incontro alle difficoltà della popolazione, soprattutto dei più deboli. È chiaro che adesso va progettato il dopo, senza perdere l’attenzione sull’aspetto sanitario. La mia preoccupazione, dal punto di vista economico e sociale, è che, in un tessuto già debole come il nostro, possano acuirsi le sofferenze. Per evitar ciò il governo centrale deve provvedere a delle differenziazioni, deve agire in tal senso, non trattando le zone interne allo stesso modo delle aree metropolitane. Penso che la seconda fase ci deve vedere protagonisti con rappresentanti delle zone interne che si siedono al tavolo governativo per capire come portare avanti la situazione. Ho l’impressione che molte attività che già stavano in sofferenza non so se riprenderanno l’attività, per cui è fondamentale che l’assestamento delle nostre aree non ci penalizzi ulteriormente”.
Il sindaco di Morcone, Luigino Ciarlo, ha detto “ognuno di noi, in questo momento, deve fare il lavoro a cui è preposto: noi sindaci siamo in prima linea e dovremmo essere i portatori, presso il governo regionale e quello centrale, delle istanze che provengono dai territori. Dobbiamo però guardare al futuro con speranza riflettendo su cosa è successo nel passato. Tante zone hanno pagato un prezzo altissimo e questa volta le aree interne sono state più fortunate. L’aspetto sanitario sarà fondamentale nei prossimi giorni rispetto al quale dovremmo trovare, insieme, soluzioni condivise”.
“A Morcone – ha aggiunto – abbiamo subito provato a fare rete attivando tutte le misure utili per fronteggiare l’emergenza, coinvolgendo medici e personale sanitario. A tal proposito dovremo muoverci per fare in modo che la sanità torni ad un livello di base sui territori”.
“La nostra esperienza è quella di un comune fortunato – ha detto Pasquale Narciso – poiché non abbiamo, per tante ragioni, emergenze. Nonostante ciò la comunità sta risentendo di questa chiusura che ha costretto tutti a rivalutare molte questioni. Probabilmente questa pandemia servirà anche a pensare a nuovi modelli di società. Nella seconda fase, a cui andremo incontro, con la ripresa delle attività, dobbiamo stare attenti perché l’emergenza non è finita e dobbiamo evitare nuovi contagi.
“Rispetto alla questione delle aree interne – ha aggiunto Narciso – possiamo indirizzare le nostre forze su una valorizzazione dei territori; le infrastrutture giocheranno un ruolo fondamentale per questo obiettivo ma la strategia delle aree interne va necessariamente rivista facendo in modo che i servizi, ad esempio, vadano non accorpati ma potenziati e resi più efficienti. Immagino i nostri comuni come luoghi dove poter risiedere e andare a lavorare altrove in maniera agevole”.
“Una riflessione – ha concluso Narciso – va fatta anche per quanto riguarda la sanità che oggi vive troppa disparità, con terapie intensive che sono sproporzionate rispetto al numero della popolazione”.
Il sindaco di Guardia Sanframondi Floriano Panza ha riflettuto sul post pandemia: “Pochissimi, in maniera sincera, ne stanno dibattendo sebbene questo sia un problema reale. Moltissimi si augurano che tutto torni come prima ma non è detto che lo stare come prima sia una cosa assicurata o auspicabile: se si segue il quadro di riferimento che sta venendo fuori dallo scenario nazionale ci rendiamo conto che potremmo persino peggiorare la nostra situazione. Infatti chi si candida a gestire le risorse per la ripartenza sono quegli stessi soggetti e quegli stessi territori che avevano già tanto. Questo significa che il turismo, l’agricoltura, i servizi, le industrie che erano già fiorenti altrove, riceveranno nuova linfa. Avverrà che queste nuove risorse verranno destinate alle attività produttive che devono riprendere ma al Sud cosa succederà? Possiamo ancora presentarci con progetti fatti di chiacchiere?
Dobbiamo vivere il Sud in maniera diversa. Mi auguro che questa situazione che stiamo vivendo ci porti almeno il risultato di farci cambiare visione. La cosa peggiore che ci può capitare è che, dopo questa pandemia, tutto resti come prima, anche il modo di pensare.
Adesso, invece, dobbiamo mettere in campo una classe dirigente che pensa e che investa in maniera totalmente diversa rispetto al passato. Ci servirà innanzitutto cambiare per noi meridionali e sanniti.
Le idee imprenditoriali innovative devono ricevere danaro per migliorare.
Noi dobbiamo avere la capacità di candidarci non alla fase due, ma direttamente alla fase tre!
La nostra situazione di disagio è antica e mi auguro che la Regione, che sta operando correttamente, entri in questa logica e non si faccia precedere da altre regioni”.
“Dobbiamo capire – ha concluso Panza – che le risorse ci servono per sostenere le idee imprenditoriali, non per rifare le piazze in cui non c’è nessuno”.
Zaccaria Spina, sindaco di Ginestra degli Schiavoni, ha detto: “Le nostre comunità in questo momento si trovano, utilizzando un linguaggio della contemporaneità, in terapia intensiva da cui possono uscire o con la morte o con la guarigione. Credo che i temi fondamentali possono essere essenzialmente sintetizzati in: lavoro – formazione – semplificazione. Ma sarà fondamentale riuscire ad inculcare a livello regionale e nazionale l’idea della necessarietà di una legislazione separata, di norme ad hoc che siano diverse ed adeguate ai contesti di riferimento. In buona sostanza non si possono fare le stesse leggi che valgono per i piccoli centri delle aree interne e per le aree metropolitane. 
È vero che abbiamo risorse ma queste non cambieranno la situazione: nei nostri piccoli centri abbiamo rifatto piazze, marciapiedi, pubblica illuminazione ma non servirà a molto se i nostri comuni restano vuoti o con difficoltà nel collegarsi. Una legislazione differenziata servirebbe non solo sotto l’aspetto economico ma soprattutto sono importanti le regolamentazioni in merito allo snellimento della burocrazia, in modo da rendere più serene le attività ma anche la vita dei cit
tadini.
C’è bisogno di far capire questa necessità e poi fare proposte serie ed organiche anche tramite rappresentanti che siano anche un po’ meno portavoce e più incisivi nelle scelte e nelle decisioni perché altrimenti le nostre aree sono destinate a soccombere ma questa volta in maniera definitiva”.
I sindaci hanno dialogato con gli esponenti delle principali espressioni del sociale organizzato e sono state individuati i presupposti per un patto nuovo per lo sviluppo del Sannio

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