Con il termine “idi”, i romani si riferivano al 13 o il 15 del mese, secondo il particolarecalendario giuliano introdotto nel 45 a.C., il quale prevedeva tre date fisse per ciascun mese, in base a cui venivano stabiliti i restanti giorni.
Queste tre date erano Calendae, ovvero il primo giorno del mese, None, il quinto o il settimo, e Idi, che appunto indicavano circa la metà del mese (il 15 cadeva solo nei mesi di 31 giorni, ovvero marzo, maggio, luglio e ottobre).
In particolare, le idi di marzo, che nell'antica Roma coincidevano con il primo giorno di primavera, ovvero il 15 marzo, sono una data divenuta storicamente celebre poiché coincidente con il cesaricidio, ovvero l'uccisione di Gaio Giulio Cesare, avvenuto il 15 marzo del 44 a.C.
L'anno successivo all'entrata in vigore del calendario, Giulio Cesare venne ucciso a seguito di una congiura portata avanti da un gruppo di circa 60 senatori, tra cui Bruto e Cassio, contrari ad ogni forma di potere personale del dittatore, che nel corso degli anni aveva ottenuto numerose cariche che avrebbero minacciato il potere del senato. Il timore era infatti che Cesare divenisse re di Roma, dunque in modo molto democratico decisero di risolvere la questione uccidendolo.
La morte di Giulio Cesare, pugnalato ventitré volte in occasione di una seduta senatoria al Teatro di Pompeo, fu in seguito interpretata in diversi modi, divenendo oggetto di un dibattito culturale che la vedeva da un lato come giusta difesa delle istituzioni della repubblica, minacciate da un tiranno; dall'altro un tradimento.
Il famoso omicidio venne poi raffigurato in numerose opere d'arte, nonché trattato nel “Giulio Cesare” di Shakespeare, nella poesia di Costantino Kavafis intitolata “Idi di marzo”, e recentemente anche raccontato nel film di George Clooney “Le idi di marzo”, del 2011.
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