lunedì, maggio 23, 2016

La presentazione del romanzo "L'amante di Cristo" presso la Rocca dei Rettori con l'autore Alessandro Zannini



La presentazione del romanzo "L'amante di Cristo" presso la Rocca dei Rettori con l'autore Alessandro Zannini e' stata l'occasione per riflettere sulla lotta alla criminalità e l'impegno sociale. A discuterne Pasquale Orlando, Ettore Rossi e Filiberto Parente.
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Sinergie: ieri la presentazione de libro “L’amante di Cristo” di Alessandro Zannini
L’appuntamento nella prestigiosa Sala dell’Acquedotto
di Elide Apice
Continuano le proposte culturali della collettiva d’arte “Sinergie”, ieri, come sempre nella Sala dell’acquedotto alla Rocca dei Rettori,la presentazione del libro “L’amante di Cristo” (Mediterraneo edizioni) di Alessandro Zannini.
Ne abbiamo parlato con l’autore a partire proprio dal titolo che potrebbe sembrare irriverente ed invece è stato scelto proprio per la capacità di attrarre.
“Il titolo non si rifà alla Maddalena – ci risponde infatti Alessandro Zanetti – ma ho giocato sulle suggestioni che potesse dare. 
L’amante è inteso come participio presente del verbo amare, nel senso di colui che ama e in questo caso chi ama è il Vescovo di Caserta, ormai in pensione, Monsignor Raffaele Nogaro, difensore degli ultimi e dei diseredati. Umile tra gli umili al punto da farsi chiamare solo don Raffaele. Dall’incontro con questo vescovo emerito, del quale sono poi diventato amico, nasce il nucleo del romanzo nel quale ho poi innestato storie verosimili, ma non accadute.
” E’ il caso ad esempio, della narrazione riguardante l’uccisione di un parroco, in realtà mai avvenuta, ma ispirata dalla storia di Don Peppe Diana.
“Proprio Don Diana mi porta a ricordare quanto il vescovo Nogaro fosse forte e coraggioso, unica voce a levarsi in difesa di un parroco sul quale erano state dette tante calunnie”.
Don Nogaro, figura di rottura per la Chiesa casertana, portatore della voce di una chiesa finalmente fuori dagli scehmi della chiesa classica e più vicina al messaggio di Francesco che sostanzialmente porta al centro la figura dell’uomo nella sua umanità. 
“Quando la Chiesa difende i diritti degli ultimi – continua Zannini – lo fa anche battendosi contro le tante forme di illegalità. 
Questo vescovo è stato portatore di legalità e ai suoi fedeli ha insegnato non solo la catechesi della fede, ma soprattutto la catechesi dell’umanità. E ‘stato, per questi territori, figura dirompente che ha scontato sulla propria pelle l’opposizione della stessa chiesa che per un periodo di tempo gli impedì di uscire fuori dalla diocesi”.
Accanto al tema della legalità e del dolore c’è anche il tema della natura intesa come rapporto dell’uomo con quel che lo circonda e ancora il tema della delinquenza organizzata che nelle terre del sud è palese, ma della quale si parla troppo forse solo con lo scopo di distogliere dalle altre “camorre”.
La sintesi è “la difesa del e l’interpretazione assoluta del messaggio evangelico che mette al centro l’umanità”. 
Il libro pone il lettore di fronte ad una doppia chiave di lettura della Chiesa: da una parte la chiesa temporale dove il cristianesimo sembra essere una ideologia non applicata nella prassi di vita quotidiana e dall’altra la chiesa nel suo messaggio evangelico di inclusione, accoglienza e difesa dei più deboli.
All’incontro hanno partecipato Ettore Rossi, Pasquale Orlando e Filiberto Parente.


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