MILANO - Effetto crisi, effetto "nessuno li controlla se mangiano o meno", effetto nessuno si interessa di che cosa mangiano. Risultato: un milione di anziani, tra i quali anche parte di quelli "parcheggiati" nelle residenze socio-sanitarie per anziani (Rsa), nelle case di riposo o in quant’altro subentrato (a volte solo nel cambio di denominazione) agli ospizi dei tempi passati. La cronaca di questi giorni ripropone casi di maltrattamenti e di parenti che non vogliono i loro anziani in casa. Addirittura esistono situazioni di degenze "coatte" durante quei periodi dell’anno in cui avere un malato di Alzheimer o di Parkinson, o a volte solo un anziano disabile, in casa rovina i progetti di ferie o quant’altro del parentado. E quando gli anziani "abili" vivono soli, a volte si nutrono poco e male, spesso hanno il frigo sempre vuoto e rischiano una vera e propria malnutrizione.
PROTEINE - In media agli anziani, siano a casa siano ospiti nelle strutture loro dedicate, mancano almeno 400 calorie al giorno specie di origine proteica. Anche un solo mese di dieta povera aumenta del 25% la probabilità di ricovero e accresce la mortalità. Secondo i dati presentati al congresso della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg). Dati sottostimati. Andrebbe fatta un’inchiesta approfondita tra gli anziani autonomi che vivono da soli, tra quelli seguiti da una badante, ma soprattutto tra quelli "ricoverati" in Rsa di varia tipologia. Quante volte sono "visitati" da un dietologo o un nutrizionista? Quante volte viene controllato se mangiano o meno. Se sono in grado di inghiottire o di masticare. Se ricordano di aver mangiato (demenza senile, Alzheimer). E anche le badanti, spesso al nero, a quale tipo di preparazione sono sottoposte prima di essere assunte a svolgere questo ruolo importante?
NUMERI - Di recente nella sola Torino, nell’ambito dell’Osservatorio istituito dalla Procura per verificare i casi di tubercolosi, sono state individuate dieci badanti con la Tbc. La metà mai visitate perché assunte al nero. E qui, a parte la salute del fragile anziano che dovrebbero assistere, ci va di mezzo anche l’evasione fiscale. I numeri. Una malnutrizione proteico-calorica severa è stata osservata nel 10-38% degli anziani non ospedalizzati, nel 5-12% di quelli che vivono al proprio domicilio, nel 26-65% di quelli ospedalizzati e nel 5-85% degli individui istituzionalizzati. Le insufficienze d’organo (scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica avanzata, insufficienza respiratoria, e così via) e i tumori, causano incremento dei fabbisogni nutrizionali ma al tempo stesso anche "mancanza di fame" (quasi un’anoressia). Non solo: i numerosi farmaci che spesso vengono assunti dall’anziano possono interferire con l’assorbimento (antiacidi, lassativi) dei nutrienti o con l’eliminazione attraverso i reni (diuretici) di alcune sostanze che non dovrebbero essere eliminate. E possono, anche, determinare alterazioni del gusto.
DIGIUNO - Le ristrettezze economiche, l’isolamento, la solitudine o il trasferimento in strutture per anziani (di recente finite spesso all’attenzione dell’opinione pubblica per maltrattamenti, scarsa igiene, abuso di farmaci sedativi) possono essere causa di scarsa, e comunque inadeguata, assunzione di cibo. E, attenzione, la malnutrizione ha un impatto negativo sullo stato fisico e psico-sociale dell’anziano ed è concausa, se non causa, del peggioramento di malattie croniche, della maggiore incidenza di infezioni e piaghe da decubito, di aumento delle cadute. La denutrizione varca, così, i confini dei Paesi più poveri e colpisce l'Occidente industrializzato, il regno dell'abbondanza dove l'obesità è un'epidemia. Pance gonfie e arti sottilissimi si cominciano a vedere anche nei Paesi ricchi. Non bambini, ma anziani le vittime ideali del "digiuno moderno".
NEL SILENZIO - Un'emergenza, secondo le stime degli esperti: è denutrito fino a un paziente su due (dal 30 al 50%) di quelli che approdano in ospedale per un ricovero. E, durante la degenza, questa percentuale può arrivare a sfiorare il 75%. Sono dati della Sinpe, Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo. Spesso poi, gli anziani non si rendono conto di quanto accade o non denunciano per paura di essere puniti (fragili e deboli quanto i bambini). Così il male cresce nel silenzio, fra le mura domestiche o nelle strutture per anziani, fino ad emergere nella sua gravità solo al momento di un ricovero in ospedale. A volte tardi. Troppo tardi. E i parenti di questi anziani? I figli, i nipoti? Dove sono mentre i loro "cari" si svuotano giorno dopo giorno di salutari energie?
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