“Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto” (Lc 24,5). Queste parole che i “due uomini” rivolgono alle donne, la mattina di Pasqua, davanti al sepolcro vuoto di Gesù, sono le più belle, le più stimolanti e le più impegnative del Vangelo. Le più belle. Perché se Gesù non fosse risorto, la sua vicenda, per quanto straordinaria, sarebbe stata semplicemente umana, suppergiù come quella di tanti uomini e donne vissuti coraggiosamente e generosamente. Gesù l’avremmo potuto soltanto stimare, ricordare, dedicargli qualche monumento sulle piazze. Le più stimolanti. Perché, essendo risorto, vive accanto a ogni uomo e ogni donna che credono in lui, per aiutarli a vivere come lui è vissuto. Le più impegnative, perché vivere accanto a lui, come lui, significa accogliere quelle parole della mattina di Pasqua non in forma interrogativa ma affermativa: “Non cercate tra i morti colui che è vivo. Non è qui, è risorto”. Quindi: “Andate e vivete come lui, da risorti”.
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