Il più grande velocista italiano si è spento a Roma: avrebbe compiuto 61 anni il prossimo 28 giugno. Medaglia d'oro nei 200 alle Olimpiadi di Mosca '80, è stato primatista mondiale della specialità per 17 anni con 19"72, tutt'ora record europeo. Camera ardente al Coni, sabato i funerali
ROMA -
E' morto Pietro Mennea, il più grande velocista della storia dell'atletica italiana, primatista mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 con il tempo di 19"72, tutt'ora record europeo, medaglia d'oro nella specialità alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Nato a Barletta il 28 giugno 1952, era da tempo malato. Avvocato (era laureato anche in Scienze politiche, Scienze motorie e Lettere) è stato anche eurodeputato. La camera ardente verrà aperta domani mattina, dalle 9.00, nel Salone d'onore del Coni al Foro Italico, mentre i funerali saranno celebrati sabato 23 marzo, alle 10, sempre a Roma, nella basilica di Santa Sabina, all'Aventino.
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, "appresa la notizia telefonicamente mentre era in viaggio verso Milano, ha deciso di annullare gli impegni istituzionali e di far rientro a Roma". Malagò ha anche disposto bandiera a mezz'asta listata a lutto e minuto di silenzio prima di tutte le manifestazioni sportive in programma da oggi fino a domenica. Un minuto di silenzio sarà osservato anche questa sera allo stadio di Ginevra prima dell'amichevole di calcio Italia-Brasile. Gli azzurri scenderanno in campo con il lutto al braccio.
"E' una situazione troppo dolorosa, si fa fatica a fare commenti, perché non solo era un grande uomo di sport, ma anche un grande amico - ha detto il presidente della Federazione Italiana Atletica Leggera, Alfio Giomi - Proprio qualche settimana fa ci eravamo ripromessi di vederci presto, al telefono. E non ci siamo riusciti. Adesso ci stiamo già muovendo per allestire la camera ardente che si aprirà questo pomeriggio al Coni. Per la Fidal è un giorno tristissimo". La Fidal, in una nota, "nel pieno di una profonda commozione, esprime pubblicamente il proprio cordoglio, per la morte di uno degli uomini che più hanno saputo onorarla, raggiungendo successi sportivi, vette di popolarità ed ammirazione in tutto il mondo, come pochi altri nella storia dello sport italiano. La Federazione ripercorre la carriera di Mennea ma "sintetizzare in poche righe cosa abbia significato per lo sport italiano la favola della 'Freccia del sud' (il suo soprannome più riconosciuto) è impossibile. In questo momento, prevale il dolore, la commozione. L'atletica piange uno dei suoi figli prediletti".
Mennea comincia la sua straordinaria carriera internazionale nel 1971, agli Europei, piazzandosi al sesto posto nei 200 e conquistando il bronzo con la staffetta azzurra 4X100. L'anno dopo il debutto olimpico a Monaco di Baviera e la prima medaglia, un bronzo, nei 200 mentre nel '74, agli Europei di Roma, sempre sui 200 sale sul gradino più alto del podio oltre a conquistare l'argento nei 100, alle spalle del sovietico Borzov. Dopo qualche anno sottotono ma coronato da successi a Giochi del Mediterraneo e Universiadi (all'Olimpiade di Montreal chiuse senza medaglie), Mennea si rilancia a Praga, nel '78, centrando l'accoppiata europea 100-200. Ma per scrivere la storia bisogna aspettare Città del Messico e le Universiadi del '79: Mennea vince i 200 in 19"72, record mondiale (il precedente primato era di Tommie Smith) battuto solo da Michael Johnson ai Trials per Atlanta '96. L'anno dopo a Mosca, ai Giochi Olimpici, Mennea vince l'oro, beffando per due centesimi Allan Wells. 'La Freccia del Sud' torna dalla Russia anche col bronzo della 4X400 e nel 1981 annuncia il ritiro salvo poi tornare sui suoi passi. Per lui arrivano altre due medaglie mondiali (bronzo nei 200 e argento nella 4X100 a Helsinki '82) e un oro ai Giochi del Mediterraneo nei 200 mentre le successive partecipazioni olimpiche (Los Angeles '84 e Seul '88) gli riservano solo delusioni anche se in Corea del Sud si toglie la soddisfazione di fare da alfiere per l'Italia durante la cerimonia d'apertura e anche a Los Angeles diventa il primo uomo nella storia a raggiungere la quarta finale olimpica consecutiva nei 200.
Sposato con Manuela Olivieri, Mennea ha ricoperto, a livello sportivo, anche la carica di direttore generale della Salernitana nella stagione '98-99 ma è stato anche eurodeputato dal '99 al 2004 e docente universitario all'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara.
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