«La scelta del Santo Padre Benedetto XVI di rimettere il suo mandato di successore di Pietro – afferma Gianni Bottalico, presidente delle Acli – cade a cinquant'anni dall'apertura di quel Concilio cui egli partecipò appassionatamente e nel pieno dell'Anno della Fede: va quindi letto come una manifestazione di straordinaria onestà intellettuale e di un grande amore per la Chiesa, che è stato il segno di tutto il suo servizio come teologo, come Vescovo e come Pontefice. E di questo fulgido esempio tutti i credenti debbono essergli grati».
«Il gesto, di portata storica per la Chiesa Cattolica – prosegue Bottalico – in se stesso trova un suo radicamento nello spirito del Concilio Vaticano II, che ha riformato le modalità di esercizio della potestà nella Chiesa riconducendole alla logica apostolica del servizio, che è condizionato non dalla volontà di potere personale ma dalla consapevolezza di poter rendere tale servizio nel pieno delle forze fisiche e morali».
«Questo spirito del Concilio – conclude il presidente delle Acli – ha guidato Sua Santità Benedetto XVI fino all'ultimo atto del suo pontificato».
«Il gesto, di portata storica per la Chiesa Cattolica – prosegue Bottalico – in se stesso trova un suo radicamento nello spirito del Concilio Vaticano II, che ha riformato le modalità di esercizio della potestà nella Chiesa riconducendole alla logica apostolica del servizio, che è condizionato non dalla volontà di potere personale ma dalla consapevolezza di poter rendere tale servizio nel pieno delle forze fisiche e morali».
«Questo spirito del Concilio – conclude il presidente delle Acli – ha guidato Sua Santità Benedetto XVI fino all'ultimo atto del suo pontificato».
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