mercoledì, giugno 08, 2011

Referendum: sì, no...forse



Tutte le dichiarazioni di politici e personaggi pubblici

FOTO LAPRESSE
16:08 - A pochi giorni dall'inizio della consultazione referendaria il mondo politico continua a dividersi tra sostenitori del sì, fautori del no e convinti astensionisti. Ecco tutte le opinioni.

Ermete Realacci (Pd)
"Il nucleare è una scelta vecchia, costosa e pericolosa. Visto che il Governo ha insistito su questa strada, è giusto che i cittadini si pronuncino per invertirne la rotta. L’Italia non può avere a riferimento paesi come quello di Ahmadinejad ma deve guardare alla Germania, deve puntare sulle fonti alternative e sulla green economy, più competitiva e sicura".
Sull'acqua: "Non si possono obbligare i Comuni a vendere la gestione idrica ai privati per legge. Serve un intervento dei cittadini. Sono prioritarie quelle politiche che la tutelano come un bene pubblico, disponibile a tutti: chi è meno abbiente deve pagare meno, chi spreca deve pagare di più.

Sergio Marini, presidente Coldiretti
"Ci sono diversi motivi a convincerci che è meglio tenersi lontani dalle centrali nucleari. Innanzitutto, c`è il tema della sicurezza drammaticamente tornato alla ribalta dopo il disastro in Giappone, e che non si può liquidare come una questione emotiva. In secondo luogo sarebbe assurdo per l'Italia avviare oggi un percorso che ci impegnerebbe per diversi anni proprio quando molti Paesi, a cominciare dalla Germania, hanno deciso di uscire dal nucleare. Infine è bene tenere in mente che sulle applicazioni scientifiche che potenzialmente possono arrecare danni planetari, irreversibili, come il nucleare e gli ogm, la ricerca deve andare avanti, ma i cittadini hanno il diritto e il dovere di potere decidere se e come".

Claudio Scajola (Pdl)
"Preferisco non andare a votare i referendum perché sono sorpassati da modifiche di legge. Quelli dell'acqua, poi, sono fuorvianti, sono un'interpretazione sbagliata di un tema importante, far sì che l'acqua ci sia, che sia per tutti a prezzi contenuti e senza sprechi”.


De Magistris (sindaco di Napoli)
"Importante votare per la democrazia, per la salute e per lo sviluppo. Perché l’acqua è un bene comune e non può diventare un mezzo per fare profitti o essere al servizio delle multinazionali. Serve poi un sì per scongiurare il pericolo del nucleare dopo la tragedia di Fukushima anche se la nostra posizione già prima era molto netta. E poi cancellare dall’ordinamento giuridico il legittimo impedimento, una norma che va contro il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Lucio Malan (Pdl)
"Se nei referendum sull'acqua dovessero vincere i sì, non resteremmo senza legge, ma avrebbero vigore le direttive dell'Unione Europea, molto più liberiste del cosiddetto decreto Ronchi. La direttiva 2000/60, all'articolo 9, prevede che i prezzi siano basati sul principio del recupero dei costi, compresi gli oneri ambientali e relativi alle risorse, ovviamente questo comprende la remunerazione del capitale investito, che il referendum vorrebbe cancellare. In generale, l'Unione Europea prevede la libera concorrenza, e non fa eccezione per le aziende pubbliche e municipalizzate”.

Airo (l'Associazione italiana di radioterapia Oncologica)
"Votiamo s al referendum sul nucleare per evitare il ritorno delle centrali in Italia. Non neghiamo quanto le radiazioni siano state utili nel campo della cura dei tumori, ma questa è cosa ben diversa dalle radiazioni delle centrali che andrebbero a colpire tutti indiscriminatamente con grandi rischi per la salute della collettività”.

Peppino Calderisi (capogruppo Pdl in Commissione Affari Costituzionali)
"La vittoria del sì sul nucleare rischia di causare un effetto paradossale In termini di diritto, perché potrebbe sortire l'effetto opposto e consentire la costruzione di nuove centrali. Personalmente non sono favorevole all'atomo allo stato attuale della tecnologia. Ma ora non so come votare, perché, a mio avviso, la permanenza dei commi 1 e 8 (che sono l'oggetto del nuovo quesito referendario), non consente affatto di realizzare centrali nucleari. Sostenerlo, come ha fatto la Cassazione, vuol dire che in caso di prevalenza del no o dell'astensione, il governo potrebbe procedere alla costruzione di centrali, senza necessità di una nuova legge”.

Nichi Vendola (Sel)
"Siamo perché si dica 4 volte sì. Sì all'acqua come diritto universale e non merce, sì alla difesa del territorio dall'aggressione del nucleare, sì a tutti i cittadini uguali di fronte alla legge, perché siamo contrari alla giustizia ad personam".

Raffaele Fitto, ministro per gli Affari regionali
"Il decreto sull'acqua pubblica non produrrà nessuna privatizzazione e tornare indietro sarebbe grave e pericoloso. L'obiettivo del governo è stato quello di mettere in concorrenza la gestione idrica".

Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria
"Voterò quattro convinti sì. La mia è una scelta che, al di là della lettura politica che si vorrebbe dare, entra nel merito delle questioni. Ritengo che il referendum rappresenti per i cittadini la massima opportunità di partecipazione democratica. E non ho mai fatto mistero della mia totale contrarietà all'opzione nucleare, penso che l'Italia abbia tutte le caratteristiche per poter produrre sufficiente energia elettrica investendo in fonti rinnovabili come il fotovoltaico. Sul quarto quesito, se la legge è uguale per tutti non può esservi alcun legittimo impedimento".

Gianfranco Rotondi, ministro per l'Attuazione del programma
''Lo strumento del referendum è perfettamente legittimo, ma c'è il rischio che finisca per rappresentare una sconfitta della politica".

Angelo Bonelli (Verdi)
''Pur di far raggiungere il quorum ai referendum mi faccio una mezza maratona, 21 km di corsa, da Ostia a Roma. Chiedo solo di poter scegliere l'orario. Se vado di mattina fa troppo caldo. In ogni caso ci sono otto possibità su dieci che si raggiunga il quorum. Qualora vincesse il no, una prima centrale nucleare sarà quella di Montalto di Castro, poi altri siti saranno a Palma di Montechiaro, in Sicilia, a Oristano, in Sardegna, e infine Fossano, in Piemonte".

Marco Staderini, ad Acea
"La nostra è una esperienza positiva di gestione privata dell'acqua. Sono preoccupato per questo referendum che sta buttando all'aria il settore sulla base di falsità. Si strumentalizza sempre il tema dell'acqua indifferentemente da destra e da sinistra: tutti quelli che all'unanimità hanno votato la legge adesso si dividono su un tema che è rimasto lo stesso".

Fabio Mussi (Sel)
"Il nostro sforzo per il raggiungimento del quorum sarà totale e questi temi dei referndum, che sono fondamentali, devono diventare parte del programma del centrosinistra. Siamo grati ai promotori e mettiamo a disposizione tutto il nostro impegno".

Stefania Prestigiacomo, ministro all'Ambiente
"Mi sono battuta per la libertà di voto, ma dobbiamo evitare la politicizzazione di sinistra che sta pompando questo evento”.

Romano Prodi (Pd)
"Votare è un diritto, ma anche un dovere".

Alfredo Mantovano, sottosegretario all’interno
"Sono scelte un pò complicate da tradurre in quesiti referendari. Su nucleare, acqua e giustizia non è nn’alternativa così secca. Dopo di che: viva la democrazia”.

Antonio Di Pietro (Idv)
"Invito a votare tutti, di destra e di sinistra: non sarà un giudizio universale sul governo. Se vinceranno i sì non chiederemo la fiducia su Berlusconi, acqua, nucleare e legalità interessano tutti".

Vasco Rossi
"Sono per l’acqua pubblica, è impensabile che possano usufruirne solo quelli che possono pagarsela. Lo dico da radicale di sinistra”. Sul legittimo impedimento: “Penso che Berlusconi non debba poter fare ciò che vuole. Sono più possibilista, invece, sul nucleare".

Ignazio La Russa ministro della Difesa
"Ci sto pensando, ma credo proprio che non andrò a votare. Perché questi referendum sono stati snaturati dal loro significato e sono diventati soltanto politici”.

Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro
"Non andrò a votare perché è molto tempo che non voto nessun referendum”.

Vittoria Franco (Pd)
“Ci sono mille ragioni per votare 4 sì. Si tratta di abrogare leggi sbagliate, nate da interessi e per interessi che non rappresentano il bene comune. Il raggiungimento del quorum non è una chimera, ci sono in gioco valori e partite importanti, come la salute, il bene pubblico, l'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Ce la possiamo fare”.

Ferruccio Fazio, ministro alla Salute
"Votare sarà un bel problema perché sono residente a Pantelleria: spero di farcela, ma se non vado a votare non sarà sicuramente per motivi ideologici".

Pasquale Orlando (Acli)

''Usiamo il nostro voto per migliorare il mondo in cui vivranno le generazioni che verranno. Anche le Acli dicono forte e chiaro il loro si' ai referendum e lo dicono per quattro volte. Il Creato non ci appartiene ma ci è stato affidato affinché ce ne prendessimo cura. Non è pensabile névendere l'acqua pubblica a privati né gravare il nostro bellissimo territorio di centrali nucleari".

Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl
''Non credo all'istituto referendario, forse non vado a votare. Su certi problemi economici dovrebbe essere il Parlamento a decidere. I referendum, invece, spingono la classe dirigente che è già deresponsabilizzata a deresponsabilizzarsi sempre di più. Ditemi se c'èstato un solo referendum su temi simili che ha portato dei risultati".

Marcel Coderch, ingegnere Mit
"Le centrali nucleari non rappresentano un'opzione economicamente competitiva, tanto che mai, in regime di libero mercato, i privati hanno raccolto la sfida, rimasta sempre a carico dello Stato e quindi della collettività. Investire su una centrale nucleare, infatti, non solo richiede un immenso capitale iniziale con lunghi tempi di messa in opera e di ammortizzazione, ma impone anche di affrontare il costante dilatarsi delle scadenze e di conseguenza quello dei costi preventivati, di accettare condizioni bancarie molto sfavorevoli e di sostenere altissime spese di manutenzione e gestione".

Terzo Polo
Due no ai quesiti referendari relativi all'acqua; per gli altri due quesiti libertà di voto. Questa l'indicazione del Terzo polo. La decisione è stata assunta durante un vertice che si e' tenuto a Montecitorio tra i tre leader, Gianfranco Fini (Fli), Pier Ferdinando Casini (Udc) e Francesco Rutelli (Api)

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