Cetrioli contaminati, niente paura. Niente paura per i cetrioli, almeno in Italia. Secondo l'Adiconsum, al momento nel nostro Paese non è stato registrato nessun caso di tossinfezione alimentare riferibile ai cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna, grazie alla pronta reazione del sistema di allerta rapido dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), subito entrato in azione per bloccare in via cautelativa la commercializzazione del prodotto in questione e ritirare dagli scaffali quello eventualmente già presente. L’Adiconsum ricorda tuttavia che l’indicazione d’origine per i prodotti ortofrutticoli freschi è obbligatoria da alcuni anni, e consiglia pertanto ai consumatori di orientare i propri acquisti di ortaggi e insalate destinate al consumo a crudo verso prodotti italiani almeno fino al rientro dell’emergenza, controllando le etichette obbligatorie. L'Italia detiene infatti il primato qualitativo e quantitativo nella produzione di ortofrutta in Europa.
Consumare gli ortaggi italiani. Ben 9 italiani su dieci si fidano più del cibo prodotto in Italia, perché ritenuto più fresco, garantito da maggiori controlli e perché rispetta leggi più severe. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Swg divulgata in riferimento all’epidemia del batterio E.coli provocata in Europa. Una analisi che - sottolinea la Coldiretti - avvalora la sostanziale tenuta dei consumi di verdure crude in Italia . L’Italia ha importato cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010, con l’ ortofrutta fresca - spiega la Coldiretti - rappresenta una delle principali voci per un valore di 591 milioni di euro e in questo momento il nostro Paese è invaso da pesche, albicocche, ciliegie e susine provenienti dalla penisola iberica. Quanto al batterio, un ceppo raro e aggressivo dell'Escherichia Coli, è responsabile di trasmettere una tossina che, dall’intestino, attraverso il sangue “migra” nei reni provocando la sindrome emolitico uremica. Si inizia con una diarrea senza febbre, che presto diventa emorragica con dolori addominali, a cui segue una insufficienza renale acuta. E’ proprio questa complicanza che ha interessato le persone intossicate in Germania e anche in Olanda, particolarmente grave perché resistente agli antibiotici.
Una decina di morti, un migliaio di infetti in Germania e decine di casi sospetti in altri paesi europei, questo il bilancio in continuo aggiornamento provocato dal batterio Escherichia coli che sarebbe presente in una fornitura di cetrioli importati dall’Olanda e dall’Andalusia, regione della Spagna. L’istituto berlinese per la salute pubblica “Robert Koch” conferma l’infezione, ma in Spagna non risulta al momento nessun caso conclamato e quindi il batterio potrebbe provenire da altri paesi. Secondo l’agenzia di stampa ceca “Ctk” infatti, alcuni dei cetrioli erano arrivati in Spagna dalla repubblica ceca. Intanto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo (Ecdc) fa sapere di altri casi segnalati in Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Austria, Olanda, Svizzera, mentre in Francia ci sono delle situazioni “in corso di accertamento”.
Adriana Ruggeri
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