Domenica, prenderà il via alle ore 14 la manifestazione «Se non ora quando» a piazza del Popolo a Roma. La mobilitazione si replicherà in almeno 117 piazze italiane. Donne e uomini "amici delle donne" si mobilitano con l'intento dichiarato di chiedere rispetto e dignità nei confronti dell'universo femminile.
L'iniziativa travalica i confini nazionali; si annunciano infatti cortei in una ventina di città straniere, la maggior parte in Europa ma anche in Usa e perfino in Giappone, a Tokyo. Anche la lista delle adesioni si arricchisce di ora in ora.
A Londra, in particolare, il corteo partirà da Downing Street, la strada dove al numero 10 c’è la residenza del primo ministro britannico, per arrivare fino all’ambasciata italiana. Fuori dall’Europa, le donne si mobiliteranno a Boston (a Copley Square), New York (Times Square), Toronto (davanti al Consolato italiano) e Tokyo (davanti all’Istituto Italiano di Cultura). Intanto cresce il numero di città italiane coinvolte, diventate quasi 200, mentre il blog dell’evento conta ad oggi 320mila visite. A creare le mobilitazioni sul territorio, sottolinea il Comitato promotore, sono i movimenti spontanei di aggregazione, a conferma della natura «autonoma e trasversale», più volte evidenziata, dell’iniziativa. L’appuntamento più importante è comunque a Roma, dove ci sarà prima un flash mob (alle 14) a piazza del Pincio e poi, dalle 15, a piazza del Popolo, dove sul palco si alterneranno gli interventi.
La mobilitazione seguita all’appello «Se non ora, quando?» continua intanto a raccogliere nuove adesioni: dal Coordinamento delle comunità d’accoglienza all’Arci, dalle Coop all’Usigrai, dalle organizzazioni studentesche alle associazioni giovanili.
Anche dal mondo cattolico numerose sono le adesioni.
Adesione del Cif (Centro italiano femminile)
Il Centro Italiano Femminile, sin dal suo nascere (anno 1945), è impegnato per la difesa della dignità della donna, per il superamento di ogni forma di discriminazione nei suoi confronti e per il riconoscimento del suo imprescindibile ruolo nella famiglia, nella società, nella politica per una autentica democrazia che vuole costruire e promuovere insieme agli uomini. La società è fatta di uomini e di donne.
Le aderenti del CIF in ogni parte d'Italia, con il proprio nome e cognome, hanno unito e uniscono la loro voce alle voci di chi tutela l'immagine della donna e la sua stessa storia di crescita nella espressione e nell'esercizio dei diritti di cittadinanza.
Questi nostri giorni ci dicono che c'è ancora molto lavoro da fare e l'essere donne cristiane, come noi siamo, dà ulteriori fondamentali ragioni al nostro impegno. C'è un lungo percorso di degrado culturale ed educativo che dobbiamo risalire e certo non aiuta anche il diffuso silenzio dei mezzi di informazione sul nostro Paese vero, che uomini e donne rendono grande con la propria dignità, onestà, lavoro, sacrificio.
Le donne del Cif non smetteranno di svolgere la loro azione consapevole e responsabile per contrastare tutto ciò che minaccia la convivenza civile e i fondamentali principi etici su cui si fonda privilegiando, come sempre, il dialogo, la denuncia, la proposta, per arginare le conseguenze negative di una realtà politica e sociale, che oggi appare priva di regole.
Acli Colf
Come ACLI Colf, in virtù della categoria di lavoratori e lavoratrici che tuteliamo, aderiamo all’azione “Se non ora, quando?” promossa a favore della dignità delle donne, nonché di corresponsabilità con gli uomini.
I perché di tale adesione si fondano su varie ragioni che ci devono far prendere una posizione rispetto allo stato di disorientamento che stiamo vivendo di fronte alla discutibilità dei comportamenti che ci vengono “serviti” quasi quotidianamente come normali, tollerabili, giustificabili.
Aderiamo perché ogni giorno ci battiamo per dare dignità al lavoro e al significato edificante che questa parola porta con sé.
Aderiamo per rispetto ai lavoratori della categoria che difendiamo, in particolare colf e assistenti famigliari. Aderiamo per rispetto ai loro sacrifici quotidiani, al loro essere determinanti seppur invisibili, al loro duro lavoro anche se non riconosciuto socialmente e non valorizzato come meriterebbe.
Aderiamo per rispetto della fatica quotidiana di assistere persone anziane o occuparsi dei figli di altre donne, mentre la propria famiglia, i propri figli sono a centina di chilometri di distanza.
Aderiamo per l’impegno costante di donne e uomini che si muovono, lavorano e si battono per promuovere la dignità del lavoro, la diffusione della conoscenza, il rispetto dei diritti.
Per queste ragioni come ACLI Colf aderiamo, perché l’impegno per il lavoro non è semplice sacrificio, non è solo denaro a fronte di una prestazione, ma il lavoro ci riporta ad un senso di dignità dell’operare umano, del nostro agire per creare insieme un progetto, costruire un edificio, elaborare un’azione.
Sicuramente è il momento che uomini e donne insieme chiedano di consegnare ancora alla storia modelli edificanti di comportamento e non bassi livelli di lassismo scomposto.
A nessuno viene chiesto di fare il martire o rasentare la provvisoria perfezione, ma di dare un senso ed un valore alla Repubblica democratica fondata sul lavoro.
L'iniziativa travalica i confini nazionali; si annunciano infatti cortei in una ventina di città straniere, la maggior parte in Europa ma anche in Usa e perfino in Giappone, a Tokyo. Anche la lista delle adesioni si arricchisce di ora in ora.
A Londra, in particolare, il corteo partirà da Downing Street, la strada dove al numero 10 c’è la residenza del primo ministro britannico, per arrivare fino all’ambasciata italiana. Fuori dall’Europa, le donne si mobiliteranno a Boston (a Copley Square), New York (Times Square), Toronto (davanti al Consolato italiano) e Tokyo (davanti all’Istituto Italiano di Cultura). Intanto cresce il numero di città italiane coinvolte, diventate quasi 200, mentre il blog dell’evento conta ad oggi 320mila visite. A creare le mobilitazioni sul territorio, sottolinea il Comitato promotore, sono i movimenti spontanei di aggregazione, a conferma della natura «autonoma e trasversale», più volte evidenziata, dell’iniziativa. L’appuntamento più importante è comunque a Roma, dove ci sarà prima un flash mob (alle 14) a piazza del Pincio e poi, dalle 15, a piazza del Popolo, dove sul palco si alterneranno gli interventi.
La mobilitazione seguita all’appello «Se non ora, quando?» continua intanto a raccogliere nuove adesioni: dal Coordinamento delle comunità d’accoglienza all’Arci, dalle Coop all’Usigrai, dalle organizzazioni studentesche alle associazioni giovanili.
Anche dal mondo cattolico numerose sono le adesioni.
Adesione del Cif (Centro italiano femminile)
Il Centro Italiano Femminile, sin dal suo nascere (anno 1945), è impegnato per la difesa della dignità della donna, per il superamento di ogni forma di discriminazione nei suoi confronti e per il riconoscimento del suo imprescindibile ruolo nella famiglia, nella società, nella politica per una autentica democrazia che vuole costruire e promuovere insieme agli uomini. La società è fatta di uomini e di donne.
Le aderenti del CIF in ogni parte d'Italia, con il proprio nome e cognome, hanno unito e uniscono la loro voce alle voci di chi tutela l'immagine della donna e la sua stessa storia di crescita nella espressione e nell'esercizio dei diritti di cittadinanza.
Questi nostri giorni ci dicono che c'è ancora molto lavoro da fare e l'essere donne cristiane, come noi siamo, dà ulteriori fondamentali ragioni al nostro impegno. C'è un lungo percorso di degrado culturale ed educativo che dobbiamo risalire e certo non aiuta anche il diffuso silenzio dei mezzi di informazione sul nostro Paese vero, che uomini e donne rendono grande con la propria dignità, onestà, lavoro, sacrificio.
Le donne del Cif non smetteranno di svolgere la loro azione consapevole e responsabile per contrastare tutto ciò che minaccia la convivenza civile e i fondamentali principi etici su cui si fonda privilegiando, come sempre, il dialogo, la denuncia, la proposta, per arginare le conseguenze negative di una realtà politica e sociale, che oggi appare priva di regole.
Acli Colf
Come ACLI Colf, in virtù della categoria di lavoratori e lavoratrici che tuteliamo, aderiamo all’azione “Se non ora, quando?” promossa a favore della dignità delle donne, nonché di corresponsabilità con gli uomini.
I perché di tale adesione si fondano su varie ragioni che ci devono far prendere una posizione rispetto allo stato di disorientamento che stiamo vivendo di fronte alla discutibilità dei comportamenti che ci vengono “serviti” quasi quotidianamente come normali, tollerabili, giustificabili.
Aderiamo perché ogni giorno ci battiamo per dare dignità al lavoro e al significato edificante che questa parola porta con sé.
Aderiamo per rispetto ai lavoratori della categoria che difendiamo, in particolare colf e assistenti famigliari. Aderiamo per rispetto ai loro sacrifici quotidiani, al loro essere determinanti seppur invisibili, al loro duro lavoro anche se non riconosciuto socialmente e non valorizzato come meriterebbe.
Aderiamo per rispetto della fatica quotidiana di assistere persone anziane o occuparsi dei figli di altre donne, mentre la propria famiglia, i propri figli sono a centina di chilometri di distanza.
Aderiamo per l’impegno costante di donne e uomini che si muovono, lavorano e si battono per promuovere la dignità del lavoro, la diffusione della conoscenza, il rispetto dei diritti.
Per queste ragioni come ACLI Colf aderiamo, perché l’impegno per il lavoro non è semplice sacrificio, non è solo denaro a fronte di una prestazione, ma il lavoro ci riporta ad un senso di dignità dell’operare umano, del nostro agire per creare insieme un progetto, costruire un edificio, elaborare un’azione.
Sicuramente è il momento che uomini e donne insieme chiedano di consegnare ancora alla storia modelli edificanti di comportamento e non bassi livelli di lassismo scomposto.
A nessuno viene chiesto di fare il martire o rasentare la provvisoria perfezione, ma di dare un senso ed un valore alla Repubblica democratica fondata sul lavoro.
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