giovedì, febbraio 10, 2011

2011 Anno europeo del volontariato. Una proposta concreta: prima il lavoro ai giovani




Un anno per rendere omaggio all'opera dei volontari, facilitare il loro lavoro e incoraggiare altri ad impegnarsi al loro fianco. Il volontariato va a vantaggio di tutti e rinsalda i legami sociali. Per i volontari, è un modo per dare un contributo alla società, acquisendo al tempo stesso nuove competenze. Il volontariato può assumere molte forme: si può lavorare per un circolo sportivo, una scuola, un ospedale o un'associazione caritativa. Oggi, il 20% circa degli europei dedica una parte del proprio tempo a un'attività di volontariato. L'anno europeo del volontariato vuole incoraggiare un maggior numero di persone a dare il proprio contributo facilitando le attività di volontariato, ricompensando i volontari, tramite un riconoscimento formale delle competenze acquisite nel prestare la loro opera. Ciò migliorando la qualità del volontariato con un'apposita formazione e assegnando ad ogni lavoro la persona più qualificata disponibile, facendo opera di sensibilizzazione al valore del volontariato. Le ultime rilevazioni sottolineano che gli italiani sono un popolo di altruisti, soprattutto i pensionati. Il tempo “liberato” dagli impegni di lavoro e di famiglia è un elemento decisivo rispetto alla scelta di impegnarsi in attività di volontariato. Dai dati Istat risulta che oltre il 4% delle persone ultra sessantacinquenni (ed il 6% di quelle tra 60 e 65 anni) partecipa assiduamente ad associazioni e gruppi di volontariato; una quota certa non altissima, ma in lenta, costante crescita. Gli anziani volontari si impegnano soprattutto per aiutare anziani in difficoltà nel 38,7% dei casi e malati nel 20,4%. L'impegno risulta quindi marcatamente concentrato su queste due categorie di destinatari. Per i volontari anziani l'attività di volontariato mostra, quindi, una forte valenza di tipo relazionale e consente di assumere un ruolo sociale apprezzato e riconosciuto che viene esercitato in particolare contribuendo alla vita organizzativa delle associazioni in cui si opera. Un importante concetto che sta dietro il lavoro volontario è la sua reciprocità: offri qualcosa e ricevi qualcosa in cambio. Cosa ne ricavano gli anziani? Anni di vita più sani. Le persone più vecchie che rimangono attivamente impegnate, infatti, vivono più a lungo e vivono meglio; le loro esistenze sono più sane, "da quando faccio volontariato il mio tempo libero ha acquistato valore, ho smesso di sentirmi inutile e mi voglio più bene. Non sono più in attesa di fare qualcosa, la mia giornata ha dei nuovi ritmi finalizzati ad aiutare gli anziani meno fortunati di me che hanno bisogno di aiuto". Così dichiarano la maggior parte degli anziani interpellati sulle ricadute positive del fare volontariato, ma non tutti vogliono fare lo stesso volontariato. La stima dei volontari presenti nelle organizzazioni solidaristiche è oggi di circa 1.100.000 unità e la maggioranza dei membri vi opera fornendo il proprio apporto con continuità. Ad essi si aggiungono i quattro milioni di volontari che operano individualmente o in qualsiasi tipo di organizzazione e istituzione, in modo non continuativo. Le associazioni del Terzo Settore sono quelle che nel corso del tempo hanno mantenuto invariata la loro rilevanza nel panorama delle istituzioni all’interno delle quali gli italiani dichiarano di svolgere attività di volontariato (45% circa dal 1997 al 2006). Credo davvero che per favorire l’integrazione sociale degli anziani e dei pensionati sia importante valorizzarne professionalita', e competenze. Per questo è interessante la proposta della FAP ACLI di creare una vera e propria banca dati sperimentale per conoscere e contribuire a valorizzare meglio le storie lavorative di tanti anziani pronti all'impegno volontario. Si tratta di creare una “banca dei mestieri” per conoscere le precedenti attività lavorative degli anziani e pensionati e indirizzarle alla costruzione di nuovo lavoro, tentando di avviare la costituzione di nuove imprese sociale o cooperative per l’inserimento dei giovani al lavoro. L’idea va oltre la suggestione di rivalutare e scoprire i vecchi mestieri ed i lavori antichi che man mano stanno sparendo ed organizzare corsi di formazione con il volontariato dei pensionati pronto a dare assistenza “formativa” ai giovani. L’idea è di mettere il dito nella piaga dell’incomunicabilità tra le generazioni. L’idea è quella di rispondere con i fatti a chi vuole togliere agli uni per non dare a nessuno. L’idea è quella di immettere un link generazionale in una società che ne ha sempre più bisogno per tornare a crescere e questo vale soprattutto al sud.Infine aggiungo che il 2012 sarà l'anno europeo dell'invecchiamento attivo....quindi..

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