giovedì, novembre 11, 2010

Il Cardinale Sepe scrive ai lavoratori di Sviluppo Italia Campania


Napoli, 20 Ottobre 2010
Cari Amici di Sviluppo Italia Campania, ho avuto modo di essere informato sulla grande preoccupazione che state vivendo per l’annunciata decisione, da parte dei preposti organismi governativi, di interrompere l’attività dell’Agenzia per la quale avete speso, da anni, il vostro impegno professionale, a servizio dello sviluppo, produttivo e lavorativo, nel nostro Mezzogiorno. Comprendo la gravità di una tale scelta e condivido lo sgomento e l’angoscia che sopraggiunge in voi e nelle vostre famiglie. Vi assicuro che situazioni drammatiche, come quella che state vivendo in questi giorni, mi rattristano e mi addolorano profondamente, perché sono segnali di una crisi che ancora non lascia intravedere scenari nuovi e incoraggianti, anzi rischia di allungare ancora la lista dei senzalavoro, procurando sconforto e incertezze in tante famiglie. Prende ulteriormente corpo l’immagine di un Sud sempre più mortificato e povero, caratterizzato da mancanza di prospettive che spinge tanti giovani ad emigrare, scoraggiati non solo dalla chiusura di strutture produttive, ma anche dal trasferimento e dalla soppressione di centri decisionali e operativi. Questo pericolo, più che reale, ho avuto modo di denunciare nei giorni scorsi, evidenziando come ai figli di queste nostre terre si sta lentamente rubando sia la speranza che il pane. Contro tale evenienza la Chiesa di Napoli non ha competenza e titolo per dare soluzione, tuttavia non smetterà mai di far conoscere il proprio pensiero, dando voce a chi viene privato del sacrosanto diritto al lavoro, ricordando che è dovere del buon cristiano stare dalla parte dei più deboli. Anche ora, rispetto al doloroso caso che vi riguarda così direttamente, desidero lanciare un ulteriore grido di allarme, scongiurando le Autorità interessate di esperire ogni tentativo per evitare alle nostre comunità e a tante famiglie ancora perdita di lavoro e di reddito. In tale senso, non mancherò di far valere le ragioni ed aspettative, vostre e di tanti altri giovani e padri di famiglia, presso chi, per il ruolo politico o istituzionale ricoperto, ha il governo della cosa pubblica. Nell’augurarvi di cuore di conservare il posto di lavoro e di difendere, a buon diritto, tutta la serenità possibile, vi saluto con cordialità, dicendomi rammaricato di non avervi potuto incontrare, dovendo recarmi in altro Paese.
Fraternamente in Cristo,
Crescenzio Card. Sepe
Arcivescovo Metropolita di Napoli

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