Guido Bertolaso va avanti nonostante i sindaci dei comuni vesuviani non abbiano firmato il piano per cercare una soluzione ai problemi legati alla discarica di Terzigno (guarda il video reportage) e l'allestimento di un secondo sversatoio nell'area. L'accordo andrà avanti in modo «unilaterale», ha detto il capo della Protezione civile in una conferenza stampa convocata dopo l'incontro con i sindaci dei comuni vesuviani. «Noi da questo documento non arretriamo di un passo - ha affermato Bertolaso - va altre quello che dovevamo fare, lo Stato anche in questo caso farà lo Stato. Una decisione non di fermezza ma che significa saggezza». A proposito dell'apertura della discarica di cava Vitiello, invece, «per ora è rimandata alle calende greche, per ora lì non si fa nulla: il nostro obiettivo è di non utilizzarla ma non per questo dobbiamo cancellarla».
L'esito dell'incontro tra Bertolaso e i sindaci sembrava già scontato dopo le proteste della nottata e della mattinata, arrivate dopo una settimana di scontri. Proprio a questo proposito i sindaci all'uscita del vertice hanno lanciato un appello ai propri concittadini. «Faccio appello ai cittadini perchè abbiamo fiducia nelle istituzioni. Noi continueremo a dare battaglia. Basta però con atti vandalici e violenze che non fanno bene a nessuno. Serve senso civile», ha spiegato il primo cittadino di Terzigno, Domenico Auricchio. Nel complesso, i sindaci del vesuviano, dopo che la Ue è intervenuta bacchettando l'Italia, chiedono maggiori garanzie su tutte le misure: non solo per la non apertura di cava Vitiello, ma anche per la sicurezza della discarica Sari di Terzigno.
Anche se non hanno firmato il documento stilato nella serata di sabato, hanno sottolineato come da parte del capo della Protezione civile Guido Bertolaso ci sia un atteggiamento di apertura per «rispettare gli impegni».«Dobbiamo dare garanzie ai nostri cittadini se cava Sari sia sicura o meno - ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella lasciando il palazzo della Prefettura di Napoli - c'è necessità di fare gli opportuni controlli e riscontri con tecnici di nostra fiducia e capire quale sia il reale stato della discarica».
L'intesa prevede la sospensione, per tre giorni, dei conferimenti nella cava Sari per consentire non solo la copertura del terreno, ma anche l'avvio dei prelievi tecnici necessari per gli accertamenti di natura sanitaria e ambientale disposti dalle istituzioni. Un tempo necessario per attendere, inoltre, attendere il responso delle analisi alla presenza di specialisti individuati dagli enti locali. Dopo questa temporanea sospensione, nella cava Sari potranno essere sversati unicamente i rifiuti della cosiddetta «zona rossa» ossia i comuni vesuviani. L'invaso, salvo particolari criticità, dovrà essere riempito fino ad esaurimento.
In mattinata i cittadini hanno chiesto ai rispettivi sindaci di non firmare il documento sulle misure da adottare stilato proprio da Bertolaso, dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e dal prefetto di Napoli Andrea De Martino. Richiesta arrivata dopo aver manifestato, come accade ormai da giorni, anche sabato notte il dissenso. Secondo i manifestanti è, infatti, inaccettabile che si parli solo di accantonamento del progetto di apertura di un secondo sversatoio all'interno di Cava Vitiello, mentre sollecitano un provvedimento legislativo che cancelli del tutto questa ipotesi. Preoccupazioni vengono espresse anche in merito alla bonifica di Cava Sari, la discarica attualmente in esercizio dalla quale si sono levati miasmi che hanno scatenato la protesta degli ultimi giorni.
Intanto c'è anche chi cerca di agire sul fronte della prevenzione. Il sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, in un'ordinanza vieta dal 1° novembre 2010 a tutti gli esercenti di attività commerciali del territorio, sia a posto fisso che itinerante, di fornire sacchetti per la spesa non biodegradabili.
Va registrato anche un incidente mortale verificatosi a Giugliano. Un capoturno della società del Comune di Napoli deputata alla raccolta rifiuti è deceduto dopo essere stato investito da una pala meccanica mentre era in corso lo smaltimento nello stabilimento Stir del centro partenopeo.
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