martedì, marzo 16, 2010

Preoccupazione per le crudeltà praticate in alcune aziende bufaline.



Il Presidente nazionale di Acli Terra, Michele Zannini, esprime forte preoccupazione, sulla vicenda del macabro ritrovamento di numerose carcasse di bufali, lasciati morire qualche giorno dopo la nascita e abbandonati in un laghetto della pineta di Castel Volturno.

Ha apprezzato le iniziative in atto del Corpo Forestale dello Stato, autore della terribile scoperta, che ha provveduto a informare la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ed avviato accertamenti tra le aziende zootecniche della zona, al fine di identificare i responsabili dell’uccisione degli animali.

È difatti pratica comune ad alcuni allevatori quella di abbandonare nelle campagne i bufalini, appena nati, maschi, che, al contrario delle femmine, non secernono latte per produzioni casearie. Gli animali vengono quindi lasciati morire, a causa della limitata utilizzazione della loro carne considerata costosa e, perciò, poco richiesta.

“Il nostro auspicio è che le Forze dell’Ordine riescano, nel più breve tempo possibile, a raggiungere e ad individuare i responsabili di questa pratica vergognosa, messa in atto da veri e propri criminali”, ha dichiarato Michele Zannini, convito della serietà e della professionalità degli allevatori del territorio casertano, augurandosi che l’episodio in questione, limitato e circoscritto all’azione di delinquenti senza scrupoli, non contribuisca a criminalizzare ingenerosamente la nostra filiera lattiero-casearia e l’intera Regione Campania.

1 commento:

Anonimo ha detto...

CASTELVOLTURNO (16 marzo) - Il cimitero di bufalotti, tutti di sesso maschile, scoperto nei giorni scorsi dagli uomini della locale ASL nelle campagne di Castel Volturno, nel Casertano, ha portato alla luce i resti di 57 animali. La rimozione delle carcasse si è conclusa venerdì scorso e, secondo quanto , si è appreso, la fossa potrebbe contenere ancora molti esemplari. Le operazioni sono infatti rese difficoltose dalla presenza d'acqua che riempie la cava. Il 10 marzo scorso una quindicina di carcasse furono scoperte da una pattuglia del Corpo Forestale di Castelvolturno in uno dei laghetti formatisi in cave di sabbia in disuso presenti nelle campagne della località casertana.

I ritrovamenti, frequenti in questo periodo, sono rinconducibili a una macabra usanza che va in scena ogni anno nella zona, località che ospita un grande numero di allevamenti bufalini. Gli esemplari maschio non producono latte e rappresentano un peso per gli allevatori che, dopo averne salvato qualcuno a fini riproduttivi, eliminano i restanti. La mattanza si perpetua di anno in anno, come anche dimostra una strana coincidenza: la stragrande maggioranza delle registrazioni delle nascite che gli allevatori effettuano in questo periodo dell'anno alle ASL, riguardano esemplari femmina mentre i maschi sono pochissimi, nonostante le tecniche per la predeterminazione del sesso del nascituro non risultino ancora in uso negli allevamenti. La mozzarella di bufala è il formaggio italiano più apprezzato al mondo e produce introiti di tutto rispetto. Ciò nonostante, la produzione va ottimizzata riducendo i costi e liberandosi dei 'pesi mortì.

Una necessità che induce gli allevatori a trasformarsi in redivivi Erode, eliminando gli esemplari maschi a vangaggio delle produttive femmine. I metodi sono spesso cruenti: vengono strappati alla madre ancora lattanti e abbandonati nei campi, buttati nei fossi, soffocati con la paglia, seppelliti ancora vivi o lasciati legati ad un palo fino alla morte per inedia. Oppure, come testimoniano i cadaveri di bufalotti che il mare di Castelvolturno quotidianamente restituisce alla terraferma, buttati nelle torbide acque dei Regi Lagni per lasciarli affogare, come dimostra il ritrovamento
della scorsa settimana.