(di Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno)
«Ci sono ancora i margini di un’alleanza con l’Udc». Dunque le primarie possono slittare ancora (e siamo a tre tentativi falliti). Poi parlando di candidature: «Ci possono essere tanti nomi, ma non solo nei partiti. Anche fuori, nella società civile. Se ne parla tosi tanto». E il momento, per Antonio Bassolino, di andare a cercare anche altrove il suo successore.
In sala giunta più d’uno, Samuele Ciambriello in testa, si lancia in una curva pericolosa: «Sarebbe Antonio (Bassolino), il candidato migliore, quello vincerete, lo dicono i sondaggi». «Certo se avessimo avuto altri sei mesi di tempo, per acquietare ulteriormente le acque», a mezza bocca un altro. Non sembra un’ipotesi che interessi al governatore. Ma potrebbe essere un’arma da giocare nel caso in cui il sindaco di Salerno, Vicnenzo De Luca decida di andare avanti nella corsa verso Palazzo Santa Lucia, spalleggiato da Roma e dall’area democratica, dai franceschiniani campani (Tino Iannuzzi, Alfonzo Andria, Teresa Armato) che lo corteggiano da tempo. Manca poco alle regionali. Il Pd arranca e in soccorso arriva da Roma Maurizio Migliavacca, lunedi a Napoli a discutere con dirigenti, parlamentari e consiglieri regionali del Pd.
Ironia della sorte lo stesso giorno Walter Veltroni presenta il suo libro in città .Sulla Campania è calato un inatteso silenzio. «Ma solo perché in altre regioni c’è uno scontro molto duro — spiega Bassolino —. In Campania c’è stata una fase di confronto programmatico seppure a distanza. Il mio augurio è che possa riprendere. Ma ci dobbiamo chiarire: per quale motivo ci si mette insieme? Ci vuole serietà nella discussione. Dobbiamo capire cosa c’è da cambiare rispetto agli anni precedenti e cose c’è stato di positivo. Con un esame di merito su sviluppo, fondi pubblici, grandi servizi. Queste non può essere considerato un tema marginale rispetto ad alleanze e nomi». Anche perché, diciamocelo, gli alleati dove sono? L’Udc non scioglie alcuna riserva, per ora gioca a rimpiattino, e anzi il nome dei socialista Stefano Caldoro, papabile candidato del Pdl, sarebbe gradite ai moderati. ldv e Sinistra e Libertà hanno congelato il tavole di trattative aperto con il Pd. Ieri la segreteria regionale dei democratici ha disposto di rinviare la data di presentazione delle candidature per le primarie prevista per oggi. “Che ci si arrivi con qualche giorno in più – ancora Bassolino – credo sia giusto. Non bisogna lasciare nulla di intentato per costruire giuste alleanze per governare. Mi riferisco all’Udc e alle forze di sinistra. Che non sono in alternativa tra di loro. Si dà per scontata la vittoria del Pdl. La battaglia è difficile, ma la partita è aperta. E dobbiamo giocare sulle contraddizioni del Pdl» Quanto alle reazioni di Idv e SL spiega: “Son oreazioni dovute a quello che è accaduto in Puglia, non è un atteggiamento ostile”. Dunque il discorso può riprendere (anche nel Pd, lasciando i rancori alle spalle e pendsando agli interessi generali più che personali”) e val la pena far slittare le primarie allo scopo: “Io sono per le primarie di coalizione. Dobbiamo vincere o perdere? Se dobbiamo giocare dobbiamo discutere su più nomi da presentare. E non per forza dei partiti. Tutti con pari dignità. E se c’è un nome che possa unire tutti, si facciano le primarie confermative. Altrove (e pensa alla Puglia, ndr) sarebbero la cosa più saggia da fare, altrimenti è la guerra civile”. Dunque l’identikit è un nome fuori dai partiti (Guido Trombetti?). Casomai un moderato (Raimondo Pasquino?). Purché si scelga.
tratto da http://www.napolionline.org/
Napoli è minuetto Bassolino-De Mita
di Mariano Maugeri da il Sole24Ore)
Un passo avanti e due (o tre) indietro: ecco la sintesi de] minuetto preelettorale in Campania. I politici non sembrano darsi pena delle convulsioni che un giorno sì e l’altro pure arrivano da un’economia che picchia inesorabilmente verso il basso. L’accordo politico non c’è, le primarie si congelano, Antonio Bassolino fa il padre saggio e rilascia ai cronisti delle agenzie di stampa dichiarazione di lotta («in regioni dove la situazione politica è più difficile – la Puglia, ndr – mi sembra che le primarie sarebbero la scelta più saggia: perché altrimenti è proprio guerra civile») e di governo («la politica è anche l’arte di lavorare con le contraddizioni»). E le contraddizioni, in Campania, tracimano come le piogge copiose di questi giorni. Pure la decisione del Cavaliere di incoronare il candidato del centro-destra scivola oltre la metà del mese: il socialista Stefano Caldoro contro l’industriale Gianni Lettieri. Sembra paradossale ma nomi in corsa, in questo momento, sono l’ultimo dei problemi. I bersaniani del Pd sono l’un contro l’altro armati. L’arbitro indiscusso della partita è Antonio Bassolino, bersaniano a sua volta. E proprio questa adesione bulgara al segretario in carica del Pd complica maledettamente le cose: Vincenzo De Luca, storico antagonista del governatore, è troppo nemico di Bassolino. Ennio Cascetta, assessore regionale ai Trasporti, soffre del problema opposto: troppo amico di Totonno, che a questo punto della sua parabola politica fulmina amici e nemici tranne se stesso. Gli ultimi dei mohicani (Bassolino e De Mita) sodali ormai da oltre trent’anni, trattano prosaicamente di “aree d’interesse”: a chi andrà la sanità campana? E le attività produttive o la formazione professionale? Questi sono i tre bocconi succulenti che nel corso dell’ultima legislatura sono stati spartiti tra De Mita (referente politico di tutta la materia sanitaria regionale attraverso l’assessore demitiano Angelo Montemarano, candidato alle europee del 2008 dopo che il governo Berlusconi aveva nominato Bassolino commissario per la sanità) e il governatore. E così via: le attività produttive appannaggio di un fedelissimo del governatore, Andrea Cozzolino, eletto a Strasburgo con 140mila preferenze raccolte una a una dal suo mentore Bassolino e, infine, la formazione professionale, feudo di Rifondazione comunista e dell’assessore Corrado Gabriele. Chi ritiene che al prossimo giro il banchetto sarà apparecchiato intorno ai commensali del centro-destra, come Pasquale Sommese, ex Ccd, ex Lista Dini, ed ex Margherita, 90mila voti alle europèe, fino al 31 dicembre del 2009 esponente del Pd campano con poltroncina nella direzione nazionale, ha brindato al nuovo anno traslocando nell’Udc. Segno che nei cantieri elettorali fervono i lavori, segno che De Mita un giorno tratta con Bassolino e l’indomani con gli uomini di Berlusconi. Il nome del candidato di centrosinistra che viene ripetuto come un mantra è quello di Raimondo Pasquino, cattolico, napoletano di adozione, ordinario di Tecnologie industriali e rettore dell’università di Salerno. Il fatto che un nome sia ripetuto non significa che sia quello più probabile. Ci sono altri candidati di area cattolica che metterebbero d’accordo De Mita e Bassolino molto più velocemente, ma per ora non saltano fuori. Impossibile da escludere che alla fine l’Udc scelga di correre da sola, togliendo allo schieramento di centro-sinistra i voti indispensabili per vincere. A quel punto De Mita e i suoi potrebbero entrare nella maggioranza di centro-destra ormai insediata. Un quadro verosimile con una incognita: la storia politica del trio berlusconiano che detiene i consensi per far vincere il Popolo della libertà (Cosentino, Cesaro e Landolfi) è totalmente estranea alla cultura politica del vicerè di Nusco. È una delle contraddizioni di cui parla Bassolino, e nulla può escludere che pure questa volta zio Ciriaco, imbeccato da Pierferdinando Casini, dia prova della sua attitudine innata all’ecumenismo. Alla lunga, però, il logoramento mediatico potrebbe indebolire anche i candidati del centro-destra. L’inedita alleanza Fini-Casini ha costretto gli uomini vicini al Cavaliere a temporeggiare. Lettieri e Caldoro rimangono i nomi più sicuri, ma la loro contrapposizione e i litigi tra cordate potrebbero spianare la strada a un terzo candidato con forte carisma e caratura nazionale. Magari un catastrofologo, che in Campania, con i tempi che corrono, dovrebbe essere il prerequisito fondamentale.
tratto da http://www.napolionline.org/
1 commento:
Michele M Ippolito: Magari un uomo della società civile che abbia dimostrato, alla guida di importanti organizzazioni, capacità di governo e leadership, magari nel mondo del terzo settore?
circa un'ora fa ·
Pasquale Orlando: credo che l'idea di una società civile fatta solo da imprenditori e accademici sia quanto meno riduttiva...
per il resto....
3 minuti fa ·
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