Primarie in Puglia
Vince la partecipazione democratica
Le primarie pugliesi del 24 gennaio scorso si prestano a qualche considerazione sia sull’esito che sul sistema di individuazione dei candidati alla competizione regionale del marzo prossimo.
Il primo dato che si va consolidando da quando il centro sinistra ha scelto come metodo quello delle primarie è, senza dubbio, la straordinaria partecipazione popolare che esprime chiaramente la cifra di un desiderio di democrazia. Circa duecentomila persone confermano il bisogno diffuso di tornare ad esercitare il diritto di scegliere chi deve rappresentarle, denunciando così lo scontento per una legge elettorale nazionale che priva i cittadini della possibilità di indicare i propri rappresentanti, ostinandosi a designare i futuri parlamentari nel chiuso delle segrete dei partiti. A cinque anni dalle primarie che videro misurarsi gli stessi due contendenti, Boccia e Vendola, il centro sinistra pugliese rompe gli schemi per i quali la politica, passando sulla testa della gente, sceglie in luoghi altri rispetto al territorio e gioca nuovamente e coraggiosamente la carta delle consultazioni primarie. Un’abitudine che ci auguriamo diventi sempre più una regola. Nelle ultime settimane, più volte, a ragione, è stata evocata l’idea di una Puglia come laboratorio politico, indubbiamente la nostra regione si è dimostrata una palestra di democrazia e sicuramente oggi rappresenta la punta avanzata di quel percorso di ricerca di un nuovo rapporto tra cittadini e politica. In questo senso la Puglia è già, e resta, un laboratorio politico che con la vittoria di Nichi Vendola rafforza la spinta riformista che la contraddistingue.
La vittoria di Vendola contro il qualificato candidato Francesco Boccia, indubbia risorsa per la politica italiana, può essere letta su più piani: la ricerca dei cittadini pugliesi di una stabilità e di una continuità di governo che senza altro Vendola rappresenta; l’azione politica svolta dal governatore in questi cinque anni che ha risposto al bisogno di prossimità della gente con chi guida la maggioranza, incarnando quell’ideale di politica che ha lasciato il passo dei palazzi romani per assumere la dimensione di un rapporto più diretto con il territorio (forse Boccia ha scontato proprio la distanza con i quotidiani problemi reali dei pugliesi); il linguaggio diretto in grado di parlare alle donne, ai giovani come agli adulti e agli anziani che ha fatto di Vendola una eccezione nel panorama politico nazionale. La capacità di coniugare l’utopia con l’azione di governo, giudicata positiva dall’elettorato di centro sinistra, ha infine fatto la differenza. Vendola, nell’immaginario collettivo dell’elettorato che lo ha scelto, ha rappresentato l’uomo che ha un progetto e un’ipotesi di sviluppo della Puglia, ha saputo parlare al cuore dei pugliesi e accarezzare la loro aspirazione di una Puglia migliore.
E la Puglia da queste primarie esce rafforzata nella sua capacità di partecipazione democratica della quale il centro sinistra e la politica devono fare tesoro. In questa logica l’esito delle primarie non è una tela di ragno nella quale il Partito democratico è rimasto imprigionato, ma un primo traguardo da cui ripartire che ha rinvigorito la coalizione di centro sinistra nella prospettiva della prossima competizione elettorale di primavera. Ora l’attenzione si sposta alle elezioni del 28 e 29 marzo quando il confronto uscirà dal recinto protetto del centro sinistra per misurarsi con gli altri schieramenti e la loro idea di sviluppo sociale ed economico della Puglia. C’è da augurasi, che vinca il progetto politico più capace di guardare al bene comune delle cittadine e dei cittadini di Puglia. C’è da augurarsi che si affermino i programmi di governo e che siano costruiti con il metodo del confronto e della condivisione con i cittadini e le forze sociali e produttive pugliesi.
Antonio Russo
Presidente Provinciale ACLI Foggia
Nessun commento:
Posta un commento